Solidea ha solo otto anni quando all’uscita di scuola incontra Edoardo, un adolescente sicuro di sé, dall’andatura spavalda e lo sguardo intrigante. Non è che una bambina con le trecce e i pon pon, ma non ha dubbi: Edoardo è il grande amore della sua vita. La differenza di età però, a quei tempi di scuola, si rivela una barriera insormontabile, possibile che il destino abbia intenzione di farli incontrare così presto? Quindici anni più tardi, dopo una lunga e disastrosa relazione sentimentale, nella mente di Solidea si riaffaccia il ricordo di Edoardo, e questa volta basta digitare il suo nome su una tastiera per dare una mano al destino e ritrovarlo su Facebook. Sembra facile ma, si sa, il destino ha i suoi tempi. Ha inizio così una romantica e divertente avventura, una storia raccontata a due voci, ricca di colpi di scena e imprevisti, perché anche ai tempi di Facebook, dove tutto si consuma in modo così rapido e bulimico, un amore può essere intenso e sofferto, come quando era necessario attraversare a vela gli oceani per ritrovarsi.
«Ritrovamenti a sorpresa, corteggiamenti notturni in bacheca e crisi di gelosia consumate con i refresh. Questo libro racconta una coppia che si (re)incontra con un clic.»
Corriere della Sera Magazine, Lavinia Farnese
«Il romanzo, scritto a due voci, dimostra che l’amore, pur se facilitato dalle tecnologie, segue sempre sentieri molto contorti.»
Panorama, Carla De Girolamo
«Anche ai tempi di Facebook è arduo far e (farsi) battere il cuore.»
La Repubblica, Silvana Mazzocchi
«Pagine divertenti e ironiche.»
La Repubblica
In un attimo mi rituffo su Facebook, a guardare la foto di Edoardo, e mentre spulcio nel suo profilo per scoprire se è fidanzato e magari il particolare ci è sfuggito, mi viene in mente di andare a cercarlo tra gli utenti che sono attualmente in linea. Mamma mia. Eccolo qui. Anche lui su Facebook alle undici e un quarto di sera. Devo farmi coraggio e scrivergli in chat. Forza, Solidea, ce la puoi fare, ne sono certa. E ti voglio anche sicura e spigliata, non fare la stupida. «Sei proprio tu? Il grande amore della mia infanzia?».
Ok, lo ammetto, io non posso resistere a questo genere di libri che mescolano sapientemente una serie di luoghi comuni che, nell’ordine, sono:
1) una protagonista sfigata, fisicamente non perfetta, in crisi sentimentale e lavorativa
2) un protagonista affascinante, discretamente benestante e terribilmente romantico e imprevedibile
3) un amico gay
4) amiche/parenti di genere femminile pronte a sostenere la protagonista in tutto e per tutto
5) l’uso dei social network come se fosse pane quotidiano.
Se gli intellettuali o presunti tali, o peggio, scrittori o presunti tali, storceranno il naso di fronte a libri di cotanta “bassezza”, me ne farò una ragione.
Per me un libro deve sapere coinvolgere, 202 pagine lette in tre ore danno la misura, da un lato di una prosa semplice, lineare, senza fronzoli che va dritta all’azione senza perdersi nel manierismo, dall’altro di un intreccio che per quanto scontato, dà emozioni. E per me è più che sufficiente.