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Lovecraft: come si scrive un racconto d’Orrore

Creato il 09 agosto 2010 da Ivy

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(…)I bambini avranno sempre paura del buio, e gli uomini dotati di menti sensibili tremeranno sempre al pensiero di strani mondi animati di vita misteriosa che vibrano negli abissi al di là delle stelle, o incombono sul nostro pianeta da dimensioni terribili che solo i morti ed i folli possono vedere.

Date queste premesse, nessuno si stupirà dell’esistenza di una letteratura dell’Orrore Cosmico. È sempre esistita e sempre esisterà. (…) Questo genere di letteratura dell’Orrore non deve essere confuso con un altro apparentemente simile ma psicologicamente diverso: la letteratura di puro terrore fisico e del macabro. Tali scritti hanno certamente una loro collocazione, come la trovano i racconti di spiriti, sia quelli convenzionali, che fantastici, o persino umoristici, dove il formalismo o l’ammiccare stuto dell’autore toglie il vero senso dell’Orrore Soprannaturale.

Ma queste cose non costituiscono la letteratura del Cosmico nel suo senso più puro. Il vero racconto misterioso è qualcosa di più del delitto, delle ossa insanguinate, o della sagoma ricoperta da un lenzuolo che fa risuonare le catene secondo le regole. Dev’essere sempre presente una certa atmosfera di orrore inesplicabile ed angoscioso dovuta a forze esterne ed ignote; e deve esserci un tocco, espresso con la serietà e la solennità che si conviene all’argomento, di quel terribile concetto del cervello umano: una sospensione malefica e particolare, od una sconfitta, di quelle leggi inderogabili della Natura che costituiscono la nostra unica salvaguardia contro gli attacchi del Caos e dei demoni dello spazio sconosciuto.

(…) La cosa più importante è l’atmosfera. Perché l’autenticità viene data non da una trama ma dalla creazione di una data sensazione. Possiamo dire, in generale, che un racconto in cui gli orrori sono alla fine resi comprensibili mediante dei mezzi naturali, non è un genuino racconto di Orrore Cosmico.

(…) Perciò dobbiamo giudicare un racconto dell’Orrore non in base all’intento dell’autore o alla semplice meccanica della trama, ma in base al livello emotivo che riesce a raggiungere. Se vengono stimolate le giuste sensazioni, questo momento di terrore deve essere riconosciuto per ciò che è, ovvero come letteratura dell’Orrore, a prescindere da un’eventuale prosecuzione banale dello scritto.

L’unico dato di fatto è questo: se venga stimolato o no nel lettore un senso di terrore e di contatto con sfere e potenze ignote, un atteggiamento indefinibile di timoroso ascolto, come captare il battere di nere ali o lo stridere di forme e entità esterne ai confini dell’universo conosciuto. E, naturalmente, più il racconto riesce a trasmettere questa atmosfera in modo completo e uniforme, migliore è come opera d’arte in quel settore.

Dal saggio Supernatural Horror in Literature – Lovecraft

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In cima, la luce della conoscenza striscia, macchiando le mura sgretolate delle città. Tra le quali si contorcono masse laide, di fetide lucertole e vermi. Mentre il marmo lebbroso alla luce, mostra sculture che disgustano e spaventano. E molti templi alludono al peccato e all’empietà che regnano all’interno. «O poteri della luce e dello spazio, la vita è carica di simili immondi orrori? Non celare più il mirabile disegno, ma rivela la gloria vivente, Uomo

 (Lovecraft – poesia da “racconti in versi” – Fantasmi)

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