Crediti: National Astronomical Observatory of Japan, elaborazione dati di Masafumi Yagi.
Le immagini sono quelle di Lovejoy, al secolo C/2013 R1, e sono state raccolte dal Subaru Telescope nel dicembre 2013. Lo studio è appena stato pubblicato su Astronomical Journal e porta la firma dei giapponesi del National Astronomical Observatory che a Mauna Kea, Hawaii, si occupano delle ricerche sui dati del telescopio (nel team anche ricercatori della Stony Brook University -The State University of New York e Tsuru University). 800mila sono i chilometri di coda ad alta risoluzione nelle affascinanti immagini raccolte dalla Suprime Webcam e che rivelano una sorprendente rapidità nell’evoluzione dell’attività cometaria, la cui coda letteralmente si dimena sotto i colpi del vento solare.
Servendosi di un sistema di filtri per isolare le linee di emissione di acqua e monossido di carbonio, i ricercatori hanno potuto riscontrare un comportamento molto altalenante della cometa, che presenta valori completamente diversi nel passare del tempo. Anche su brevi intervalli – 20 minuti – le interazioni della cometa con il vento solare sono molto diverse.
Jin Koda, principal investigator del progetto, descrive l’anomalia di Lovejoy in questi termini: «I primi dati raccolti sulla coda della cometa ci hanno subito spinto a prendere in seria considerazione il fenomeno. Analizzando le immagini abbiamo così potuto registrare cambiamenti significativi anche su rilevazioni distanti pochi minuti. È stato semplicemente incredibile!».
La coda di plasma di una cometa si forma quando molecole di gas e atomi che si staccano dalla cometa incontrano il vento solare. È la meteorologia del vento solare a ionizzare i materiali in sospensione dando origine a forme contorte e ritorte: e la coda si dimena.
Durante il suo passaggio, la coda di plasma della cometa Lovejoy era praticamente perpendicolare a chi la osservava da Terra. Un evento casuale che ne ha fatto un ottimo candidato per l’osservazione da Terra con le ottiche della Suprime Webcam del Subaru Telescope.
E c’è di più: di Lovejoy si è anche scoperta una certa lentezza nei movimenti dei ciuffi della coda, a circa 300mila chilometri dal nucleo. 20-25 chilometri al secondo contro i quasi 60 chilometri al secondo cui si muovevano i ciuffi di altre comete, come Halley. Quisquiglie se paragonate alle velocità del vento solare che spazza le comete a velocità comprese fra i 300 e i 700 chilometri al secondo.
Fonte: Media INAF | Scritto da Davide Coero Borga