mostra di Michael Rotondi e Giulio Zanet
a cura di Francesca Pergreffi
inaugurazione sabato 14 settembre ore 19
nell’ambito del festivalfilosofia 2013 sull’amare
dal 13 settembre al 20 ottobre 2013
LOVELESS è un progetto inedito dei due artisti creato per il Festival di Filosofia sull’amare, curato da Francesca Pergreffi, che inaugurerà allo Spazio Meme durante le giornate del Festival (dal 13 al 15 Settembre) e rimarrà visitabile per tutto il mese di ottobre.
Intervista agli artisti sul progetto LOVELESS
La scelta dei My bloody valentine come colonna sonora ha un significato particolare?
M.R.: “ Il disco “Loveless” è fantastico, uno spaccato generazionale.
Inoltre sia il nome della band che il titolo del loro lavoro più celebre é in sintonia col nostro progetto: “Senza amore” e “il mio cuore insanguinato”. Valentina come simbolo del cuore, e della sofferenza nel caso del nome della band. My bloody valentine è un documento verbale e poi visivo del paradosso amoroso. La conseguenza di una fine che uccide il cuore e per dimenticare reagisce o chiudendosi tra le proprie cose o facendo sesso fino a schiacciare e polverizzare il ricordo. Si ha avuto amore, si é amato e di risposta a ciò o ci si isola nella malinconia, o si cerca di colmarlo attraverso l’eros.”
.
Loveless è una provocazione? Il punto di partenza del vostro diario o il punto d’arrivo?
M.R.: “Loveless è provocatorio; è la partenza e l’arrivo; un cerchio.”
G.Z.: “ Loveless è una provocazione. L’amore salverà il mondo”
.
Secondo voi c’è il confine tra carne e cuore?
M.R.: “Quando non c’è, è amore vero”
G. Z.: “Esiste sicuramente un confine tra carne e cuore ma la meraviglia sta nello sconfinamento.”
Dov’è che inizia, se per voi esiste, la fase di “contaminazione” tra l’erotismo e il sentimento?
M.R.: “Quando si ama si annulla automaticamente l’ eros, la “ sporcizia” e il sentimento . Si annullano le tre differenze e diventano una cosa sola.”
G.Z .: “Erotismo e sentimento si contaminano in continuazione per quanto mi riguarda.”
Nella vostra analisi c’è una definizione, una risoluzione finale, o rimane una vivisezione accurata di un disordine emotivo carnale e spirituale; di un’oscillazione a cui ancora a oggi, non vi è una formula?
M. R.: “Il disordine é la parola chiave, quello é l’inizio del sentimento e del tutto. Mente nel kaos e brividi sulla pelle. Non ci sono formule ma molteplici punti di vista personali, estratti di vita vissuta”.
G.Z.: “Non esiste una formula: è un mistero senza soluzione la riuscita degli elementi.”
Francesca Pergreffi, Michael Rotondi, Giulio Zanet
maggio 2013
.
.
Michael Rotondi (Bari 1977). Il lavoro di Rotondi, attraverso la distorsione e la rielaborazione del carattere illustrativo e narrativo del disegno, riflette la sua epoca. Egli s’interroga sul rapporto tra musica contemporanea, memoria personale e tradizione popolare.
L’artista spesso crea degli altari votivi, dove dispone opere e disegni tracciati come note, appunti veloci, dai quali emerge la sua convinzione: ogni gesto è opera d’arte.
Una sorta di accumulo di ricordi, dove lo spettatore s’immerge in una dimensione intima riflettente l’intreccio necessario tra arte e vita come opera.
Michael Rotondi vive e lavora a Milano.
Scarica qui la biografia completa dell’artista
Giulio Zanet (Colleretto Castelnuovo 1984) usa quasi esclusivamente immagini attinte da internet e da riviste; indagando continuamente se questo procedimento di post-produzione sia alimento per la creatività o piuttosto la sopisca. Un’indagine instancabilmente dinamica, che rielabora le forme e le storie attraverso una lente narrativa e analitica sospesa tra il visionario e il reale. Una ricerca distaccata, ironica e contraddittoria che attraverso l’accostamento deciso e casuale delle immagini riflette sulla necessità d’identificazione dell’uomo, sulle condizioni sociali, sui rapporti che intercorrono tra gli elementi e sull’eterno coesistere degli opposti.
Il modus operandi di Zanet lascia aperto il mondo delle possibilità; non c’è l’intenzione di comunicare messaggi univoci, l’immagine resta aperta a innumerevoli considerazioni e interpretazioni.
Giulio Zanet vive e lavora a Milano.
Scarica qui la biografia completa dell’artista
.
.
Orari
durante le tre giornate del Festival:
venerdì e sabato 9 – 23,
domenica 9 – 21
fino al 20 ottobre:
tutti i pomeriggi dalle 16 alle 20,
sabato anche la mattina dalle 10 alle 13,
giovedì chiuso
Collegamenti