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Luca Di Castri - Elisa Zadi APPARENZE INTROSPEZIONI percorsi nella pittura

Creato il 03 novembre 2013 da Roberto Milani
Luca Di Castri - Elisa Zadi APPARENZE INTROSPEZIONI percorsi nella pittura
Elisa Zadi e Luca di Castri sono due giovani pittori professionisti che vivono e lavorano a Firenze. Elisa Zadi si laurea con lode presso l'Accademia di Belle Arti di Firenze, Luca Di Castri presso il DAMS di Bologna. Conosciutisi durante l'Edizione 2012 del Premio Cromica, presieduto da Giovanni Faccenda e vinto dalla stessa Zadi, emerge fra i due che un profondo senso di condivisione del fare artistico li accomuna, fino ad arrivare a questa felice ed intensa collaborazione. Gli artisti, infatti, indagano la figurazione pittorica attraverso un'attenta e personale ricerca tecnica e sperimentale, che non può prescindere dal concepire il mestiere dell'arte come indipendente da quello del vivere. L'esposizione vuole quindi mettere in relazione un sentire pittorico raro e condiviso dagli artisti, nonostante la diversità della resa finale delle opere. Elisa Zadi propone figure femminili e oggetti quotidiani sospesi in uno spazio-assenza dai riverberi metafisici; Luca Di Castri invece una serie di opere dove un'atmosfera onirica si fa densa di illuminazioni e di mistero. In questa mostra verrà presentato al pubblico un numero considerevole di opere di recente produzione, nonché due cataloghi monografici editi appositamente per l'occasione. Elisa Zadi e Luca Di Castri saranno presenti, fra gli emergenti, nel Catalogo dell'Arte Moderna (CAM) n°49 edito dalla Mondadori, che uscirà proprio nel periodo dell'esposizione fiesolana.
Dall'antologia critica del catalogo di Elisa Zadi:
Fisionomie interiori [...] Da anni ormai l’artista indaga il proprio io attraverso dipinti in cui si autoritrae intensamente: il volto è per lei un paesaggio che, nella volontà di conoscersi nel profondo, ha bisogno di un’esplorazione costante, di continue incursioni conoscitive; il corpo è il territorio degli avvenimenti dello spirito, schermo epidermico sul quale si proiettano, mosse da spinte sotterranee, le proprie fisionomie interiori, epifanie di emozioni talvolta crude, che si traducono in visioni potenti, a tratti senza via di scampo, perché manifestano l’ascesa diretta o la tortuosa salita che le pulsioni interiori intraprendono per venire alla luce. La tentazione dello sguardo fa sì che Elisa non si ritragga mai a memoria, ma sempre davanti a due specchi, di cui uno metaforicamente è la tela. Espressione di un’analisi acuta, che sa addentrarsi nei meandri più profondi della sua psiche, la pittura la rende forte, è l’unica conferma della sua esistenza. Mentre dipinge non indaga il proprio volto come alterità temporanea, ma come universo da sondare, scoprire nella propria Verità. Il suo è un dipingersi per toccarsi, per smuovere sentimenti che hanno nel corpo l’epicentro della loro venuta al mondo. Elisa si guarda per essere di rimando vista da se stessa, nell’attesa spasmodica dell’emersione, del riaffioramento sulla pelle e nei nervi di un tumulto, di un riverbero di quella luce che si è bagnata negli stagni profondi della coscienza e che si diffonde nel silenzio, nell’eco di un gesto, di una malinconia indefinita, di un’impercettibile accensione, di uno svuotamento improvviso, di un pensiero inaspettato, di tutte quelle vibrazioni e oscillazioni spontanee che fanno del corpo la vera geografia dell’anima. Marco Palamidessi
Dall'antologia critica del catalogo di Luca Di Castri: Il realismo extra-ordinario di Luca di Castri
[...] La vena onirica che attraversa le sue immagini diviene accento, libertà poetica, derivante dall’immaginario quanto dalla memoria; senza mai spingersi all’esasperazione visiva e metaforica del surrealismo si palesa infatti non quale schermo deformante la realtà bensì suo prezioso ulteriore ingrediente. Così i suoi soggetti…sono maschile e femminile altrettanto che luoghi, ambienti, dove interno ed esterno interagiscono in uno scambio di ruolo; sono paesaggi notturni dove alberi e case formano un’unica architettura o un’unica foresta ma sempre, persone e spazi, sono di volta in volta pulsanti, intrisi, soffusi, di una luce fiabesca e immersi in un silenzio esistenziale. (…) E’ qui il suo accento magico… Quanto più la sua materia pittorica e così le sue figurazioni appaiono raffinate e ricercate nella loro definizione tecnico-visiva tanto più la sua narratività mantiene una suggestiva sospensione di senso: il suo tema, si potrebbe dire, è la vita, che appare, ed è, come una sorta di teatro emblematico [...]
Roberta Fiorini
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