Non ho mai parlato di Piovaccari in questa "Stanza". E' giunto il momento di farlo ora, in occasione di questa mostra da Romber a Latina.
Mi è sempre piaciuta la ricerca che mette in atto questo artista e mi piace da sempre come lavora Italo Bergantini, vero stereotipo di gallerista. Una mostra da vedere cogliendo anche l'occasione per visitare la nuova sede di Latina di questa Galleria ormai "storica"
Sabato 5 febbraio 2011, Romberg arte contemporanea inaugura la terza mostra della stagione espositiva 2010/2011.
“Non bisogna far violenza sulla natura, ma persuaderla.”
Epicuro
“E’ in noi che i paesaggi hanno paesaggio. Perciò se li immagino li creo; se li creo esistono; se esistono li vedo.”
Fernando Pessoa
Estenuante ricerca sulla natura, sviscerata da una sorta di depurazione di terriccio vomitato da un tubo fino a diventare un cumulo… parte idealmente da qui la nuova mostra personale di Luca Piovaccari nello spazio della Romberg a Latina. Una riflessione tra conferme e spostamenti, lungo traiettorie concettuali che l’artista romagnolo sta tracciando da anni con modelli coerenti e visioni evolutive.
Trasfigurazione di paesaggi che diventano pura astrazione metafisica, irreali situazioni, interventi che evocano fragili spazi… ciò che non si capisce per natura ci attrae, lo spazio della galleria come sottile prospettiva d’orizzonte, sospesa tra cielo e terra… micropaesaggi disegnati si celano dentro piccole scatole di legno, portatrici di immagini e parole… disegni di orizzonti, vedute panoramiche recenti, cieli densi di nuvole enigmatiche su cui si librano presagi in forma di arbusti.
Interventi installativi, disegni, fotografie, suoni, un video… la polifonia linguistica concorre in modo enigmatico a ridisegnare il nostro quotidiano. La difformità come strumento di completamento della visione, lungo tracciati essenziali che sintetizzano il paesaggio mentale, la qualità del ricordo evanescente, la traccia e l’ombra come volumi solidi di una memoria abitativa.
Da sempre Piovaccari si interroga sui modelli percorribili del paesaggio figurativo, non limitando l’azione creativa alla tenacia di un linguaggio ma ampliando la prospettiva spaziale dei suoi riferimenti pittorici. E’ come se il disegno si espandesse nei luoghi secondo un teatralismo fragile e fortemente evocativo, creando ragnatele di senso, architetture filamentose, orizzonti e mappature aggettanti. La sua raffinata pittura si completa dentro strutture germinative che si espandono sui muri, prendendo direzioni gravitazionali, rompendo le prospettive, richiamando il reale in un continuo fuoriscala.
La visione della natura come visione del paesaggio interiore…