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Luce d’Agosto – William Faulkner

Creato il 20 marzo 2014 da Maxscorda @MaxScorda

20 marzo 2014 2 commenti

Luce d'Agosto
Supero le difficolta’ del primo Faulkner e proseguo fidandomi dell’istinto. Ovviamente aiuta l’innegabile talento dello scrittore, malgrado conceda poco al lettore ed esiga il rispetto dei suoi ritmi e dei suoi tempi.
Ancora una storia del profondo sud ed e’ ancora un profondo sud dell’umanita’.
Faulkner gioca coi personaggi spostando il baricentro della storia nel tempo e nello spazio con un meccanismo che prevede il flashback ma anche una sorta di staffetta tra le vite dei protagonisti, tanti e ognuno con la propria vicenda da raccontare per quanto finiscano per convergere su Joe Christmas, un meticcio che disprezza in egual maniera l’essere bianco come l’essere nero e con entrambe le razze che gli albergano dentro, fare offesa e spregio a coloro che incontrera’ lungo il proprio cammino.
Il romanzo pero’ non inizia con lui, anzi si parte lontanissimi presentando una giovane donna, una ragazzina a dire il vero che si fida di un ragazzo poco piu’ grande e di questa fiducia si potrebbero popolare delle metropoli visto che resta incinta e nemmeno troppo sorprendentemente, abbandonata..
Va bene le promesse, anche quella che sarebbe andato a cercare un lavoro per poi tornare a prenderla ma lei piu’ per un istinto atavico che sfiducia, parte alla sua ricerca attraversando assieme al dolce fardello, un assolato sud per miglia e miglia. Avra’ ragione lei e lo trovera’ per riperderlo subito dopo perche’ coinvolto in un omicidio compiuto da Christmas ai danni della sua amante, una liberale ante litteram amica dei negri quando questi a stento erano considerati esseri umani e magari un po’ di diffidenza, le avrebbe salvato la vita.
Faulkner e’ diretto e durissimo. Piu’ lineare nel linguaggio che in passato, fedele ad una forma piu’ consueta, non manca di stilettare con le parole e come un rapace girare attorno alla preda per precipitare improvvisamente in picchiata e ghermirla. Non usa mezzi termini nelle idee che esprime pur nell’uso indiretto delle descrizioni che definiscono situazioni senza riferirsi ad esse, Spettacolare lo zoomare sui personaggi, l’ordinatissimo saltare da una vita all’altra dal sapore cinematografico che non a caso gli aprira’ le porte delle produzioni sul grande schermo. Ingegnerizzazione top-down dove alla visione generale segue il dettaglio sempre piu’ nel profondo che spiega e illustra, racconta una realta’ differente da cio’ che alla distanza non si poteva vedere.
I protagonisti sono bellissimi, tutti, frammenti luminosi a comporre un quadro incredibilmente vivido che risplende di luce propria, quella luce di Agosto che nulla nasconde eppure appiana angoli e smorza i dettagli che solo la grande narrativa di Faulkner riesce ad evidenziare.
Con "Santuario" scrivevo sul dargli fiducia, ebbene non sbagliavo.


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