Lo studio Cannata & Partners Lighting Design Communication nasce, una quindicina di anni fa, con il preciso intento di usare la luce come catalizzatore di emozioni e non solo come strumento scientifico. Filippo Cannata è forse il lighting designer italiano che più di tutti ha colto il ruolo fortemente comunicativo ed emozionale della luce, soprattutto quando trattata in relazione all’architettura e allo spazio urbano. Per questo gli abbiamo chiesto di raccontarci la sua visione e il suo approccio riguardo al rapporto tra illuminazione pubblica e architettura.
LIGHTING MAGAZINE La luce serve per vedere, ma anche per osservare e guardare. In che senso secondo te questa funzione speciale della luce può inserirsi nello scenario attuale di illuminazione pubblica?
FILIPPO CANNATA Luce per vedere e per osservare. Certo. Ma soprattutto luce per raccontare, per comunicare, per suscitare emozioni. Solo quando sarà definitivamente abbandonata la distinzione tra valore funzionale, estetico ed emozionale della luce, tra quantità e qualità, si potrà comprendere ed apprezzare appieno il suo linguaggio. Un linguaggio completo e unitario, capace di rispondere all’insieme delle diverse esigenze “abitative” di un luogo.
La luce plasma lo spazio, ne definisce le funzioni, lo caratterizza offrendo la possibilità di interpretazioni diverse, e nel contempo diventa materia che accende significati e regala esperienze. Lo scenario attuale di illuminazione pubblica, sottovalutandone le potenzialità, vede prevalentemente la luce come semplice elemento di fruizione dello spazio esterno, in contrasto con una concezione che comincia a sovvertire i criteri e le impostazioni. Questa concezione vede la luce come una risorsa su cui puntare per la sua capacità di progettare spazi non solo da contemplare, ma atti ad accogliere eventi e attività. In questa prospettiva lo spazio pubblico non è più solo l’elemento di connessione tra luoghi privati ma diventa luogo vissuto di giorno come di notte. Vi sono molte differenze nei sistemi di illuminazione delle città italiane, come di quelle degli altri paesi: in una situazione complessivamente poco esaltante esistono esempi virtuosi e tecnologicamente avanzati cui sarebbe il caso di allinearsi, per offrire un valido contributo in termini di comfort visivo, sicurezza della circolazione, valorizzazione e tutela del patrimonio storico-artistico del luogo, risparmio energetico.
LM Architettura e storia caratterizzano una civiltà, palazzi e monumenti sono fondamentali per riconoscere l’identità. Quanto può essere importante (se non fondamentale) una corretta illuminazione per percepire e comprendere un luogo carico di storia?
CANNATA I monumenti e le architetture della città sono simbolo ed espressione della sua storia. E una corretta ed efficace illuminazione, che sia altro da una mera operazione di “abbellimento”, diventa fondamentale per esprimerne tutto il pregio e l’importanza.
Il patrimonio storico-artistico deve essere valorizzato con una luce che sappia evocare la grandezza del passato senza effetti speciali, raccontare la storia e la cultura del luogo, con una raccomandazione ad interpretare arte, architettura e realtà con la giusta dose di riguardo, sorpresa e attenzione.
Troppo spesso si vedono edifici di epoche e architetti diversi illuminati alla stessa maniera, e invece ogni architettura merita la sua illuminazione, fatta di luci, ma anche di ombre. Le ombre aiutano a rivivere le suggestioni di epoche passate, contribuiscono alla creazione di atmosfere cariche di vibrazioni, inoltre scoprono una nuova sintassi dei vuoti e dei pieni che non si evidenziano di giorno.
Di notte quel “fluire empatico” di luce ed ombra, presente e passato, modernità e storia, trasforma la città con le sue presenze in una sorta di dipinto. In sintesi, usare la luce come strumento di comunicazione e veicolo di emozioni.
LM Come convivono le tecniche moderne con le architetture antiche? Soprattutto in Italia, la storia è ad ogni angolo: cosa può fare la luce per valorizzare il nostro patrimonio?
CANNATA Il nostro patrimonio storico artistico ci ha resi famosi nel mondo. Difendere, conservare e valorizzare i nostri tesori d’arte è una missione alla quale non possiamo sottrarci. La luce può svolgere un grande ruolo nella valorizzazione di piazze ed aree pubbliche migliorandone la fruibilità, senza contare il contributo che può dare in merito alla riduzione dell’inquinamento luminoso e dei consumi di energia (dunque alla contrazione dei costi pubblici). Il servizio di illuminazione pubblica, grazie all’evolversi della tecnologie, oggi può essere integrato con altri servizi collegati al monitoraggio ambientale, alla sicurezza e alla trasmissione dei dati a supporto delle Amministrazioni. Non è poco.
La cultura della luce consente di coniugare la tutela e la valorizzazione dei beni culturali ad un nuovo modello di sviluppo. Se oggi l’Italia vuole avere un ruolo di protagonista in un mondo sempre più globalizzato, le strategie di sviluppo devono puntare su quegli elementi che davvero sono in grado di attribuire valore aggiunto al Brand Italia: il patrimonio culturale ed il potenziale turistico legato alla qualità dell’offerta. Collegare il Made in Italy alla nostra storia e al nostro patrimonio culturale è una scelta che può aumentare ancora di più la visibilità dell’Italia nel mondo. Tecniche moderne e architetture antiche possono perfettamente coniugarsi. Anzi. Proprio le moderne tecnologie evitano di deturpare le opere con un numero eccessivo di apparecchi, per lo più invasivi. Esistono sorgenti luminose tecnologicamente complesse ma esteticamente minime: sistemi ad altissima definizione, dalle prestazioni illuminotecniche elevate consentono la creazione di sfumature e velature di luce senza “ingombrare” la vista. La ricerca illuminotecnica ha permesso di ottenere grandi risultati funzionali ed estetici con dimensioni contenute, la poesia non ama l’imponenza.
Nel nostro progetto di illuminazione del borgo di S. Lorenzello in provincia di Benevento, per esempio, abbiamo cercato di valorizzare i percorsi e le memorie storiche ponendo enfasi sul potenziale scenografico e sulla suggestione che il luogo riesce ad evocare. Stimolare l’attenzione, creare curiosità e non ultimo illuminare per ragioni di sicurezza. E sempre con discrezione, rispetto per l’identità del paese. . Ed ecco che la luce rinnova la sua potenzialità di “seduzione” notturna, capace di fissarsi nella mente e divenire esperienza. O ancora il progetto di illuminazione di piazza Conti Guidi a Vinci, dove arte, architettura e luce convivono in armonia. Non solo quantità, ma soprattutto qualità. E rispetto per l’uomo che abita e vive lo spazio.
LM Il suo studio ha curato progetti di iluminazione esterna anche in paesi, come per esempio gli Emirati Arabi, in cui prevalgono le nuove costruzioni. Che approccio c’è nei confronti della luce in questi contesti?
CANNATA Gli Emirati Arabi rientrano tra i paesi che hanno compreso l’importanza di un sistema di illuminazione urbana orientato alla dimensione sociale. Nel panorama più avveniristico del mondo si punta alla qualità dei servizi anche nell’ambito dell’illuminazione. È possibile monitorare costantemente lo stato degli impianti, conoscere in tempo reale il dettaglio dei guasti, decidere con flessibilità come, dove e quando accendere, spegnere o ridurre il flusso luminoso del singolo punto luce, tutto con un semplice click. L’obiettivo non è solo quello di creare scenari luminosi spettacolari, ma anche quello di agevolare le persone nello svolgimento delle attività che desiderano o devono fare.