2 MAGGIO – Qualcuno ormai lo chiama il derby dei poveri, altri la definiscono una partita che non ha più nulla da dire a questo punto del campionato, altri ancora la vedono come una partita normale. Ma come si fa a definire il derby di Milano una partita “normale”? No, siamo sicuri che quelle persone devono essersi sbagliate. Milan-Inter non potrà mai essere una partita normale. Il derby di Milano per storia e tradizione rimarrà sempre una delle partite più sentite ed affascinanti del calcio mondiale e, anche se il momento delle squadre non è certo esaltante, si sfidano comunque due top club che fino a pochi anni fa hanno fatto sognare i propri tifosi in Italia, in Europa e nel mondo.
L’Inter arriva a questa partita quasi certa di ottenere il pass per la poco ambita Europa League del prossimo anno, dopo una rivoluzione in termini societari che ha portato il tycoon Erik Thohir a prendere in mano le sorti del club. Proprio l’indonesiano, dopo alcune difficoltà iniziali, sembra aver trovato la quadratura del cerchio affidandosi ad esperti di marketing per rilanciare il brand Inter nel mercato mondiale, soprattutto in quello asiatico, mentre in ambito sportivo ha deciso di dare finalmente pieni poteri a Piero Ausilio, che ha ripagato la fiducia della proprietà piazzando un colpo in difesa. Nemanja Vidic infatti, capitano del Manchester United, sarà nerazzurro dalla prossima stagione, ma la dirigenza sta sondando nomi importanti anche per l’attacco monitorando le situazioni di Fernando Torres, prossimo a terminare la sua esperienza londinese con il Chelsea, e Alvaro Morata, potenziale campione del Real Madrid che però quest’anno ha trovato poco spazio nell’attacco “galactico” delle Merengues. Per quanto riguarda il capitolo allenatore invece, nonostante gli scarsi risultati e la predilezione di Thohir per Frank de Boer, attualmente legato all’Ajax, sembra vicinissima la riconferma per Walter Mazzarri.
Riconferma tutt’altro che scontata sull’altra sponda del Naviglio, direzione Casa Milan, per Clarence Seedorf. Nonostante i buoni risultati ottenuti (cinque vittorie e una sconfitta nelle ultime sei gare) e la migliore qualità sul piano del gioco, complice l’esplosione di Adel Taarabt, il tecnico olandese sembra aver perso la stima e l’ammirazione della società, la stessa società che ha fatto carte false per averlo in panchina nel post Allegri. I demeriti che verrebbero attribuiti a Clarence sarebbero quelli di lasciare fuori Mattia De Sciglio, il migliore prospetto del club, far giocare Keisuke Honda in una posizione a lui non congeniale, e di non avere un buon rapporto con il gruppo degli italiani. Da parte loro, i tifosi hanno manifestato ripetutamente, con inni e cori, tutta la loro ammirazione e il loro sostegno a mister Clarence, mentre i maligni affermano che la società vorrebbe cacciare il tecnico poichè pretenderebbe troppo nella prossima sessione di calciomercato. E forse, non siamo poi così lontani dalla realtà.
Ma domenica c’è il derby, e sarà solamente il campo a parlare. E anche se non ci sono più i vari Ronaldo, Ibrahimovic, Shevchenko e Pippo Inzaghi a deliziare i propri tifosi con le loro giocate, tutti si aspettano ugualmente un grande match in un clima infuocato. Sarà l’ultimo derby per Javier Zanetti, immenso capitano e cuore nerazzurro che ha deciso di smettere con il calcio giocato, ma di continuare il suo matrimonio con l’Inter nelle vesti di dirigente. E forse sarà l’ultimo anche per Ricardo Kakà, straordinario campione con i colori rossoneri che gli scorrono nelle vene, ma attratto fortemente dall’esperienza statunitense e dai lidi della Florida.
Quindi, luci a San Siro. Milano, stupisci..
Matteo Depoliti
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