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Luci della ribalta

Creato il 30 dicembre 2008 da Samuelesestieri
Luci della ribalta
Regia: Charlie ChaplinCast: Charlie Chaplin, Claire Bloom, Sydney Chaplin, Nigel Bruce, Norman Lloyd e Buster KeatonAnno di produzione: 1952
Calvero non è Charlot eppure è come se lo fosse: è il suo personaggio, il suo declino e la sua morte scenica. Negli anni '50, dopo " Monsieur Verdoux" Chaplin dirige, interpreta, scrive, produce, compone la solonna sonora della sua morte ideale. Ammettiamolo: il buon " Re a New York" e il mediocre " La contessa di Hong Kong" sono creature di Charlie Chaplin, non Charlot, non il Vagabondo, ma di un regista assai diverso. " Luci della ribalta", invece, è un ideale saluto al suo Charlot, un omaggio al passato, uno sguardo a un attore, a un clown che ormai non fa più ridere nessuno, e che lascia il lavoro a una nuova generazione. Questo clown è Calvero, il protagonista del film, che, dopo un passato glorioso, non riesce ad accettare la dura verità: i bei tempi sono finiti, il pubblico non ride più, non si diverte, ma lo guarda silenzioso, tra colpi di tosse ed espressioni stanche. Non c'è cosa peggiore per un comico che il silenzio. Sguardi tristi, espressioni dense, si respira un'aria nostalgica, da fine di un'epoca, dove è sempre la malinconia a farla da padrona. E' una pellicola colma di tenerezza, reticenza, ma, soprattutto, di poesia, dove, dall'inizio alla fine, serpeggia un'aria di morte. Ma la morte è spettacolo, la morte è scenica, la morte è riso, e il riso è pianto. Chaplin mette in scena ancora una volta quel " film con un sorriso e, forse, anche con una lacrima" - la scritta che compariva all'inizio de " Il monello" ( 1921). Il risultato è un capolavoro di struggente bellezza, registicamente il più complesso tra i film Chapliniani. Alcune sequenze rimangono indimenticabili: la scena del domatore di pulci è favolosa, ed è un autocitazione al suo " The professor" cortometraggio del '19. Ancora una volta Calvero è l'alter-ego di Charlot. E poi, verso la fine, c'è quella scena irresistibile, mitica per ogni cultore del cinema comico degli anni '20: per la prima e ultima volta vediamo recitare insieme, fianco a fianco, due leggende del cinema muto: Chaplin e Buster Keaton. Sì proprio Keaton, la nemesi di Chaplin, il suo unico vero grande avversario, il comico che non rideva mai. E' proprio in quella scena spettacolare che questi due immensi artisti si rubano la scena a vicenda. La loro contesa è esilarante: Chaplin, il vagabondo, Charlot, e Keaton, la faccia di pietra "morta" con l'avvento del sonoro, riescono a dar vita a un'armonia, a una comicità fisica immortale: sono atemporali, in quel momento, sono oltre il tempo. E quando Calvero muore alla fine, col suo ultimo grande spettacolo, là non c'è lui, c'è il Vagabondo, c'è Charlot, è c'è tutto quel cinema comico di cui Chaplin era stato uno dei primi, grandi artefici. " Luci della ribalta" diventa, in due parole, il suo film testamento.Chapliniano allo stato puro.

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