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Luci rosse

Creato il 13 maggio 2014 da Marcopress @gabbianone

Capisse qualcosa di marketing, Silvio Berlusconi, anziché tuonare contro le toghe rosse, avrebbe puntato sul nostro titolo: 75% assicurato. Mentre state guardando un porno (statistica), posto il vuoto che non ero riuscito a colmare ieri da quando la mia amica C., insigne giornalista costretta ad ufficio stampa (capa peraltro, e ci mancherebbe), mi ha indirizzato una e-mail dal titolo «Alla fine è successo» linkandomi la notizia della morte naturale di un uomo, un triestino infilato tra le sedie del cinema Diana di Udine (ti sia lieve la terra, avrebbe scritto il Maestro).
Il vuoto è il titolo del film. Migliaia di ricerche mediche sul nulla, contiamo ne nasca una dall’informazione che qui forniamo grazie al principale quotidiano locale: mentre oggi il Diana filmizza “Segreti di una vedova”, l’altra sera sparava “Italian trans” (ma sul Piccolo di Trieste si parla di “Trans connection”, questione, forse, di sottotitoli, oppure il solito derby Udinese-Triestina).
Il vuoto, in realtà, è anche nell’assoluta assenza di una ricostruzione storica dei cinema a luci rosse di Udine, città dove ha imperato il Cristallo, ma con il Diana unico sopravvissuto. Titoli di coda non troppo sorprendenti: il Cristallo era Federer, il Diana è McEnroe.



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