Era una sera del 9 settembre del 1998, 11 anni fa, l’Italia perde uno deimiti della musica leggera made in Italy, muore Lucio Battisti. Lui, autore, cantautore, artista, musicista: unico, nella sua carriera ha venduto oltre 25 milioni di dischi e, tutt’ora ad 11 anni dalla sua scopmparsa e ad almeno 15 dal suo ultimo album è uno dei cantanti più amati da tutte le generazioni di italiani.
“Io son partito poi così d’improvviso/che non ho avuto il tempo di salutare/istante breve ma ancora più breve/se c’è una luce che trafigge il tuo cuore/L’arcobaleno è il mio messaggio d’amore/può darsi un giorno ti riesca a toccare/con i colori si può cancellareil più avvilente e desolante squallore” Canzoni sentimentali, fotografie, sprazzi, pagine di diario, emozioni e sensazioni magistralmente cantate dalla voce particolare e riconoscibile del timidissimo Lucio. Lucio, nell’immaginario comune, il ragazzo con i ricci non domati, nasce nel 1943 in provincia di Rieti, la sua vera carriera musicale inizia a Napoli nel 1962 e dà lì un eterno crescendo, una lunga “storia d’amore” con Mogol e poi dopo a metà degli anni 80 con Pannella, ma con Mogol tra alti e bassi resterà sempre in contatto e, si mormora che tutt’ora i due siano in stretta sintonia tanto è che Mogol ha depositato, qualche anno fa, una canzone dettatagli dallo spirito di Lucio, magistralmente interpretata poi da Adriano Celentano.
“Mi manchi tanto amico caro davvero/e tante cose son rimaste da dire/ascolta sempre e solo musica vera/e cerca sempre se puoi di capire”
Ma Lucio Battisti è entrato nella storia della vita quotidiana di tutti i giorni, con il suo stile musicale inconfondibile, le sue melodie orecchiabili e facili da ripetere nelle serate tra amici con una chitarra ed un pò di giovanile euforia, oppure per esercitare dita e corde da studenti di musica pop ma anche perchè no per accompagnare le giornate uggiose e quelle con i fiocchi rosa, persi tra carrelli della spesa e quotidiana routine. O, davanti a quel caffè, che fa pensare tanto a “te” che non ci sei, mentre nell’aria passa Francesca, ma non è lei, perchè non avrebbe mai indosso un abito rosso, forse è Anna. Le mille storie di cuore, i sentimenti veri e sparsi di chi vive la quotidianità, e poi quella confusione che altro non è che amore, amore possibile, amore impossibile, sensazioni ed emozioni giuste e chiare come l’acqua, quella azzurra, o , tiepida e giovane come quei fiori rosa di pesco.
Lucio però non c’è più, Lucio timido ed introverso, colui che mai ha amato rivelarsi alla stampa, uomo d’arte e di campagna, oggi continua a vivere negli ipod di tutta Italia e non solo.
“Son diventato se il tramonto di sera/e parlo come le foglie d’aprile/e vivrò dentro ad ogni voce sincera/e con gli uccelli vivo il canto sottile/e il mio discorso più bello e più denso/esprime con il silenzio il suo senso”
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