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Lucioperca, Luccio Perca o Sandra. A Pesca di Vampiri

Da Pietroinvernizzi

Luccio Perca in acquaIl Perca nella mia immaginazione era un pesce a metà tra fantasia e realtà, fino a qualche anno fa… Forse c’è, ma non si fa vedere in giro, vive solo di notte e di giorno scompare. Anche il nome non è chiaro a tutti, il Sander è il Perca, il Lucioperca, il Luccio Perca  o la Sandra? Lo chiamano il Vampiro. Dicono venga da lontano e che divori gli altri pesci succhiandone l’anima…

Luccio Perca - Pietro Invernizzi

Pietro e un Perca (La foto ha lo sfondo ritoccato per non svelare il post ai padellatori selvaggi)

Lo vedevo spesso protagonista sulle copertine di riviste di pesca, soprattutto del Nord e dell’Est Europa, con esemplari giganteschi; ogni volta la sua foto mi sembrava più una scoperta scientifica che una cattura. Dicono di lui che si contenda con il coregone la palma di pesce d’acqua dolce più buono sui fornelli, la differenza con il coregone è che non è una specie protetta anzi, come sempre in Italia in materia di pesca, c’è una certa confusione: in alcune regioni non ha misure minime né periodi di divieto e sarebbe obbligatorio trattenerlo in quanto alloctono infestante, in altre regioni hanno cominciato ad introdurre periodi di divieto… Comunque sia dicono abbia carni degne di un branzino.

Luccio Perca in acqua

Mistica del perca…tra abisso e luce

Da qualche anno l’ho visto pescare. Negli ultimi anni ne ho pescati alcuni… ora anche io so per certo che esiste davvero!

Il Perca è notoriamente associato alla pesca con il morto manovrato oppure, come ho visto praticare con successo a due signori albanesi all’Idroscalo di Milano, si pesca innescando un piccolo pesciolino vivo su di un grosso amo, un amo sufficientemente grande da impedire al pesciolino di muoversi, lasciandolo semplicemente dibattersi sul fondo a poca distanza da un piombo.
Fortunatamente il silicone ha dato qualche chance in più agli spinningofili, a coloro che, come me, preferiscono pescare solo con esche artificiali.
Anche senza ricorrere a scent, aromi fetidi o altri trucchetti, uno shad con testa piombata recuperato a dovere è un’ottima approssimazione del morto manovrato.
Proprio con shad da 7cm e testine da 10/15 grammi abbiamo pescato nel lago. Giornata calda e soleggiata, davvero non un clima da vampiri transilvani. Sono i primi di Maggio: fondali tra i 2 ed i 7 metri di profondità, acqua velata, quasi torbida dopo le piogge. Un’area con fondali fangosi digradanti in modo dolce, animati da qualche legnaia e qualche roccia qua e là.

Siamo arrivati silenziosi, facendo scivolare la barca d’alluminio sotto la spinta del motorino elettrico. Nella zona prescelta c’erano già un gommone ed un grosso motoscafo ancorati: uomini e donne in costume e due canne da pesca con languidi galleggianti abbandonati alle acque…
Non sembrano pescatori molto competitivi, quindi ci permettiamo di pescare piuttosto vicini a loro. Dopo meno di venti minuti è il primo strike! Lotta breve su trecciati robusti, spruzzi in quantità con scodate violente sotto la barca, canna piegata et voilà: il primo perca sui 60 cm. I ragazzi su gommone e motoscafo si svegliano dal torpore e ci guardano sorpresi. Noi lanciamo a 360° i nostri shad e li facciamo saltellare sul fondo. Non passa molto tempo tra un combattimento e l’altro… Le ragazze delle barche all’ancora iniziano a schernire i loro fidanzati che, tolti i galleggianti, hanno iniziato a sparacchiare rotanti e rapala a destra e a manca con smania. In breve portiamo in barca alcuni pesci tra i 50 e i 70 cm, niente di enorme, ma pesci comunque di taglia discreta. I ragazzi sembrano non capire la differenza tra le tecniche che stiamo usando, prima recuperano e lanciano alla velocità della luce, poi salpano le ancore e probabilmente, vista l’umiliazione, non pescheranno mai più.

Luccio Perca - Pietro Invernizzi

La facilità delle catture ci fa capire che con ogni probabilità siamo su zone di frega, il che non mi scandalizza poi troppo, considerando il tipo di pesce ed il fatto che li rilasciamo illesi, ma comunque non è il massimo della sportività. Quindi cambiamo zona e tecnica, cavetti d’acciaio ed esche più grosse… la pesca al luccio è riaperta ed i lucci si fanno vedere, ben due, ma “guardare e non toccare è una cosa da imparare“… e i lucci “ce lo imparano”: uno segue, l’altro resta immobile sul fondo, nessuno abbocca.
Resta negli occhi l’immagine del vampiro fuori dall’acqua, maestoso non si dimena quando lo prendi sotto la pancia e lo sollevi. Come certi rettili si irrigidisce, apre tutte le pinne irte di spine, anzi diremo che drizza gli aculei e fissa l’infinito con quegli occhi impenetrabilI di nero e di acciaio; i suoi denti aguzzi non fanno più paura fuori dall’acqua ed anzi, mi sento un po’ in colpa ad aver umiliato il suo aspetto di feroce bestia del lago con il mio inganno di gomma.
Il vampiro è un pesce bellissimo, non ha l’aspetto di un intruso, sembra essere qui da sempre. Sicuramente ruba spazio a lucci e persici, ma la coesistenza delle specie è seriamente compromessa? Dovremmo tutelarlo o combatterlo? Ormai abitano con discrezione le nostre acque da molti decenni, più di cent’anni, è tempo che gli ittiologi diano risposte precise, certe e scientificamente provate. Nel mentre penso che i pescatori possano scegliere serenamente se trattenere qualche preda all’anno o se rilasciarle tutte, se pescare solo certi periodi dell’anno oppure sempre, ma in ogni caso con buon senso e ragionevolezza; il Vampiro impone meraviglia e rispetto!

Rock’n'Rod

Lucioperca, Luccio Perca o Sandra. A Pesca di Vampiri
Lucioperca, Luccio Perca o Sandra. A Pesca di Vampiri
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