GENERE: FANTASCIENZA
RATING: * * +
TRAMA:
Lucy è una bella studentessa americana che vive a Taiwan con la leggerezza e l’incoscienza tipica della sua età. Un giorno il suo fidanzato la costringe con l’inganno a consegnare una misteriosa valigetta ad uno spietato boss mafioso locale, Mr. Jang. Sarà l’inizio di un incubo dai risvolti inimmaginabili.
Mr. Jang infatti la sequestra e le fa inserire chirurgicamente nel ventre un sacchetto contenente una droga di nuova ideazione dagli effetti sconosciuti, in questo modo Lucy ed altri malcapitati occidentali saranno usati come corrieri per trasferire la nuova droga in giro per il mondo. Ma l’imprevisto è dietro l’angolo, e per le violenze subite il sacchetto contenente la letale sostanza si rompe all’interno del corpo della povera Lucy facendole assorbire lo stupefacente. Una volta entrata in circolo la droga inizierà inesorabilmente ad aumentare vertiginosamente il numero di neuroni attivi del cervello, che in condizioni normali sono appena il 10%. Con l’inarrestabile progredire del processo Lucy si trasforma assumendo poteri mentali sovrumani: riesce a percepire il tutto, l’energia dell’universo nelle cose, ad acquisire il controllo della materia, delle menti altrui, a modificare la realtà.
In fuga dalla sanguinaria mafia cinese pronta a tutto pur di recuperare la droga inserita nel suo corpo, Lucy ha soltanto una chance per cercare di capire cosa le stia succedendo: mettersi in contatto con il prof. Norman, il massimo studioso al mondo nel campo delle capacità cerebrali.
(Regia: Luc Besson – anno 2014)
COMMENTO:
Soggetto intrigante, buoni effetti speciali, nomi come Luc Besson, Scarlett Johansson, Morgan Freeman, tutti gli ingredienti giusti per creare grandi aspettative, ed è forse questo il motivo per cui alla fine Lucy risulta deludente; senza tante promesse forse sarebbe risultato un film tutto sommato godibile, ma così non è.
Luc Besson è forse l’unico in Europa che riesce a tenere il passo con i film adrenalinici conditi di sparatorie ed effetti speciali, monopolio della cinematografia americana. Una caratteristica questa che va per la maggiore tra le nuove generazioni, a scapito di tanti film d’autore sempre più relegati a festival cinematografici per elite di spettatori. Il pubblico giovane latita, preferisce restare a casa a navigare, umilia il cinema guardando i film in streaming dentro piccoli schermi, o aspettando di vederli in tv su Sky. L’unico cinema che sembra resistere ed attirare i ragazzi nelle sale cinematografiche è quello di intrattenimento fatto di effetti speciali ed esplosione continue per sollecitare sistema nervosi assuefatti.
Luc Besson l’ha capito ed utilizza rocamboleschi inseguimenti in auto e scene truculente di sventramenti da parte della mafia cinese quali espedienti da dare in pasto al pubblico giovanile e tenere alta la tensione. Ma astuzie del mestiere a parte il film in realtà dovrebbe narrare una storia dai toni e risvolti fantascientifici.
Il soggetto è affascinante ma non originale, infatti Lucy ricorda smaccatamente Limitless, un altro bellissimo film di fantascienza. Entrambi ricorrono a droghe miracolose, unica differenza è l’obiettivo cui dedicare le risorse di un cervello che lavora al 100% delle sue possibilità; in Limitless le straordinarie capacità del cervello sono applicate per un fine materialistico, il potere, mentre in Lucy sono poste al servizio di un fine assai più elevato e nobile, la conoscenza.
Suggestiva la teoria secondo la quale la nostra esistenza fisica in questa dimensione dipende dal tempo ed altre teorie ispirate alle ultime scoperte di fisica quantistica secondo le quali la realtà non è come ci appare ma è pura informazione, [ATTENZIONE SPOILER] nella quale si dissolverà la stessa Lucy al raggiungimento del 100% delle proprie capacità cerebrali. [FINE SPOILER]
La consapevolezza di essere pura energia che si differenzia nelle varie forme di materia apparenti per semplice differenze di frequenze vibratorie, solleva inoltre l’umanità dalla paura della morte in quanto, per la nota legge della fisica nulla si crea e nulla si distrugge, tutto si trasforma, “nessuno muore”!
Buone le scene d’azione, suggestiva la proiezione di alcune immagini che tentano di rappresentare la conoscenza che cresce nella mente di Lucy all’infinito, anche se di Terrence Malick ce n’è solo uno e Luc Besson non è all’altezza di un compito così elevato. Per trattare argomenti di questa caratura ci vuole una grande cultura scientifica, filosofica e poetica e Luc avrebbe dovuto studiare di più (Isaac Asimov docet).
Qui e là si intravedono alcune grossolane falle teoriche, come quelle messe in bocca al prof. Norman (alias Morgan Freeman), laddove sostiene che le cellule hanno due possibilità: “se l’ambiente è ostile diventano immortali, se l’ambiente è favorevole si riproducono e trasmettono la loro conoscenza-informazione tramite il genoma”; in realtà le uniche opzioni che ha la vita sono quella di continuare tramite la riproduzione se l’ambiente è favorevole o semplicemente quella di estinguersi se l’ambiente non lo è!
Sorvoliamo poi la scena finale di supercomputer biologici di nuova generazione con tentacoli che ricordano la massa gelatinosa ed informe del datatissimo Blob – fluido mortale (film horror fantascientifico del 1958), o alla scelta di far entrare la conoscenza del TUTTO dentro una chiavetta usb (sigh)!
Degna di lode invece la scelta della colonna sonora che accompagna e sottolinea la carica drammatica delle scene finali del film: il requiem di Mozart è perfetto!
Conclusione: film promettente contenuti filosofici profondi che si trasforma in un più commerciale film di intrattenimento.