Charlotte Rampling è una donna inglese di mezza età, autrice di best-sellers gialli con protagonista il solito detective. Un po’ una Camilleri al femminile. Stanca del personaggio e di scrivere sempre le stesse cose, va a starsene per qualche tempo in una villetta in Francia prestatale del suo editore/amante. Appena arriva in casa sistema le sue cose, vede un crocifisso appeso e lo toglie dalla parete. Solo per questo mi sta già simpatica. Peccato che per il resto sia una inglese vecchio stampo con un orrido gusto nel vestire e una “scopa piantata nel culo”.Il film sembra procedere nella direzione di una commedia romantica in cui la protagonista è destinata a ritrovare il senso della vita e il piacere delle piccolo cose stile Sotto il sole della Toscana, solo che sarebbe sotto il sole della Francia, con la Rampling pronta a farsi montare da un qualche giovane stallone locale. Solo che i francesi, si sa, sono notoriamente frou frou e così no Raoul Bova, no party. Sorry, Charlotte.In compenso però a sorpresa le piomba in casa la figlia del suo editore, una delle più grandi fighe (e attrici) della Francia e forse del mondo intero: Ludivine Sagnier. La giovine inevitabilmente le sconvolge la sua routine quotidiana, piantando casino al telefono, facendo il bagno nuda nella swimming pool e scopandosi ogni notte un qualche vecchiazzo rimorchiato giù in paese.
Pensieri Cannibali vi ricorda che l'uso di droghe & alcool è male. Forse...
Se all’inizio la donna rimarrà inorridita e sconvolta dal suo comportamento, con il passare del tempo si affezionerà a Ludivine e alle generosamente sue esibite tette da capolavoro botticelliano. Come in Crime d’amour, un altro rapporto/scontro tra donne, per una pellicola dai ritmi lenti, ma dal coinvolgente e sensuale fascino.Firmato da François Ozon, uno dei più chic tra i molti registi chic francesi, un tuffo nei meandri della psiche femminile. O forse solo nella psiche femminile immaginata da una psiche maschile, ma è meglio se mi stoppo qui comincio a parlare come Alfonso Luigi Marra, famigerato autore de Il labirinto femminile. E ciò non è bene per la mia, di psiche.(voto 7,5)Crime d’amour(Francia 2010)Regia: Alain CorneauCast: Ludivine Sagnier, Kristin Scott Thomas, Patrick Mille, Guillaume Marquet, Gérald Laroche, Julien Rochefort, Olivier Rabourdin, Marie GuillardGenere: donne controSe ti piace guarda anche: Swimming Pool, Uomini che odiano le donne, Kill Bill
Cat fight. Battaglia tra donne. In questo caso non ci troviamo di fronte a dei combattimenti veri e propri, come in Kill Bill o nel soft porno Bitch Slap, bensì in una sfida a un livello più sottilmente psicologico. È affascinante ed eccitante vedere un conflitto del genere quasi quanto guardare una battaglia nel fango. Se gli uomini infatti di solito si danno a gara per “chi ha il cazzo più lungo”, ovvero buttando la competizione su un piano di ostentazione superficiale su chi è più ricco, chi ha l’auto/l’aggeggio tecnologico più fico o chi tromba di più, qui la situazione si fa maggiormente complessa. Le donne, almeno quelle di queste due pellicole francesi, sembrano sfidarsi su terreni più sottili, se vogliamo più profondi, come chi è più felice o chi è più amata. Ma soprattutto: le donne tra di loro sanno essere davvero diaboliche.
Protagonista di questa mini rassegna sul cinema francese, la cui visione è nata su assist dell’ottimo blog Chicken Broccoli, è Ludivine Sagnier: una meraviglia, bastano le immagini e i video più di mille parole. Una sorta di incrocio tra Blake Lively e Melanie Laurent, con un pizzico di Chloë Sevigny. E scusate se è poco. Ma a parte questo è anche un’attrice pazzesca che qui offre un’interpretazione a dir poco strepitosa.
"Davvero fico questo blog, com'è che si chiama? Ah, Pensieri Cannibali!"
Il suo personaggio è quello di una giovane donna in carriera che viene sfruttata dalla sua capa, una perfida Kristin Scott Thomas, che usa le sue idee per farsi figa e per di più la umilia pubblicamente. Una situazione che sconfina spesso e volentieri anche nel mobbing, però il rapporto tra le due è più complesso di quanto potrebbe sembrare. Tra loro c’è una certa attrazione, oltre alla rivalità. Sono due figure enigmatiche e in qualche modo simili, ma preferisco non svelare altro e suggerirvi piuttosto la visione del film, diviso nettamente in due parti: la prima percorsa da un teso crescendo psicologico in cui l’odore della vendetta si stende nell’aria, la seconda attraversata da una spinta da giallo più tradizionale. Se vogliamo la spiegazione del caso è un po’ troppo didascalica, ma il mistero vero è un altro e rimane avvolto nell’incertezza insieme al volto della protagonista fino all’ultimo fotogramma.Un gran bel film, un thriller sottile tra i migliori visti quest’anno, con una colonna sonora usata con grande parsimonia ma in maniera ottima e una Kristin Scott Thomas che tiene testa a una Ludivine Sagnier superbe, tres bien, charmant e con questo direi che ho finito il mio francese e pure il post.(voto 7/8)