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Ludwig – Luchino Visconti

Creato il 15 marzo 2016 da Maxscorda @MaxScorda

15 marzo 2016 Lascia un commento

Ludwig
Tra storia e leggenda, si parla di Ludovico II di Baviera o Ludwig appunto, nato nel 1845, incoronato re a soli 19 anni e scomparso prematuramente e in via del tutto misteriosa nel 1886.
Ancora oggi e’ ricordato come un re pazzo o forse un re nomalo, dedito all’arte e alla musica, poco interessato alla guerra e al suo popolo eppure molto amato malgrado le folli spese per castelli allora inutili, oggi invece importanti mete turistiche, nonche’ per il mantenimento di artisti e musicisti, un nome su tutti Wagner.
Uomo tormentato o sessualmente ambiguo, a seconda di come lo si vuole guardare, fu spirito puro o semplicemente un disadattato incosciente, non troppo lontano dall’accusa di non saper intendere e volere. 
Visconti legge la sua vita e ne fa un lunghissimo film, ancora piu’ lungo in edizione integrale, ripercorrendo la sua vita dal giorno dell’incoronazione sino alla morte. Com’e’ ovvio, e’ il lato umano ad interessarlo, l’amore impossibile per la cugina Elisabetta di Baviera e l’omossesualita’ prima negata poi irrefrenabile. Nel mezzo un regno del quale non si cura e infine un governo che decide di esautorarlo e chissa’ poi se con diritto oppure no.
Film a dir poco grandioso nel complesso della realizzazione, per la regia prima e sopra di tutto ed e’ inutile elencare le ragioni per le quali Visconti resta uno dei piu’ importanti registi di sempre. Grandiosita’ teatrale in ogni senso, che da "Il Gattopardo" in poi e in special modo nel gruppo dei suoi ultimi quattro film,ne hanno fatto leggenda. Ancora una volta pero’ il merito e’ da condividersi coi suoi collaboratori, il primo dei quali e’ il costumista Piero Tosi qui insuperato ed insuperabile, ben oltre il fasto della novella di Tomasi di Lampedusa.
Lo stesso dicasi di Mario Chiari alle scenografie, certo aiutato dai suntuosi ambienti bavaresi e Armando Nannuzzi alla fotografia. Non deve essere stato facile stare dietro al perfezionismo manicale di Visconti, quello stesso perfezionismo che riusci’ ad affondare la Titanus di Lombardo pur regalandoci un capolavoro.
"Ludwig" fu il film che lancio’ Helmut Berger nel gotha dei grandi interpreti ed in effetti non si puo’ non rimanere impressionati da tanta bravura ma c’e’ anche da dire che il personaggio controverso eppure delicato, efebico e tormentato gli fu cucito addosso con precisione certosina da un Visconti a quel tempo suo amante, padre, pigmalione e non vogliamo sapere altro. Berger restera’ sempre un attore per questi ruoli, percio’ non e’ mai diventato grande veramente. Tutto il contrario invece si deve dire di Romy Schneider, una delle donne piu’ belle del nostro tempo ed attrice straordinaria, poliedrica e capace di impersonare il dramma con una forza inusitata a tanta bellezza. Nel ritrovato ruolo della principessa Sissy, fa innamorare chiunque, immagino anche un pederasta conclamato quale fu Visconti che ancora una volta scopre il fianco proprio su questo aspetto.
Insistere sull’omosessualita’ anzi usarla a giustificare una psiche paranoide e bipolare e comunque come emblema di delicatezza e intelligenza incompresa, falsa la ragione storica e la piega al volere di una logica impropria, esattamente come avvenne con "Morte a Venezia". Ad ogni modo fiction e’ e fiction rimane, tra la migliore possibile e della quale andare ancora oggi fieri. Mi raccomando, cercare la versione completa.

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