E’ la notizia di cui tutti i i giornali oggi parlano. Un giovane pilota, ottima famiglia, ottimi studi, ottimo percorso professionale, sembra che a causa di motivi personali fosse caduto in depressione. I test attitudinali previsti per ottenere l’idoneità al volo erano stati tutti superati. Eppure lui probabilmente era ancora sofferente, visto che ha deciso di fare quello che ha fatto. Mi sorgono spontanee almeno due riflessioni:
- la prima è che ci vorrebbe una scuola che insegni come essere felici, e non solo a conseguire un titolo di studio specifico e tecnico.
- la seconda è che i test a cui è stato sottoposto questo pilota di volo sono evidentemente assolutamente inadeguati a rilevare un disagio che risiede nel profondo, nell’animo, e che a quanto pare può essere facilmente tenuto “mascherato”.
Bene, o meglio, malissimo. Il disagio psichico e mentale di una persona ha deciso del destino di altre 149 persone innocenti, portandosi via 149 vite, 149 famiglie, 149 futuri che in un secondo non sono più stati tali.
No, per essere precisi 149 + 1, forse l’anello più importante che non va cestinato come un dettaglio, perchè è il dettaglio che ha fatto la differenza.
Adesso sembra che i dispositivi antiterrorismo verranno rivisti; la porta blindata della cabina di pilotaggio e non apribile dall’esterno verrà prevista nella sua necessaria apertura di emergenza; le revisioni dei mezzi continueranno ad essere (ce lo si augura) sempre severe e rigorose (perchè dai commenti degli addetti ai lavori, loro davano per certo che questo iter di controllo spesso sui voli low cost gioca la ribasso); i test di controllo sanitario sui piloti addetti al volo probabilmente diventeranno ancora più selettivi ed accurati. Dulcis in fundo, sembra che la Compagnia aerea non intenda risarcire nulla perchè il disastro è stato causato da un gesto volontario e folle del copilota (certo, ma il copilota era alle dipendenze di chi? chi doveva garantire per le sue certificazioni e qualificazioni?) Aggiungiamo anche che se io fossi il datore di lavoro di chichessia, non intenderei pagare a mie spese per gli squilibri di un mio dipendente, il cui disagio, sfido qualunque genere di visita psichiatrica, evidentemente riesce a rimanere nascosto e non decifrabile… Qui le notizie dettagliate riportate dalla Stampa. E noi cittadini che un giorno decidiamo di prendere un volo? Forse sarebbe meglio portarci in borsa anche un portafortuna, non si sa mai, perchè davvero per certe questioni non c’è certezza di nulla…