Hassan Rouhani, Presidente iraniano, arriva oggi in Italia in pompa magna. Arriva a Roma annunciando pubblicamente che l’Iran vede nell’Italia la “porta dell’Europa”. Ci arriva come rappresentante di un regime negazionista, a poche ore di distanza dall’inizio delle celebrazioni per la Giornata della Memoria, indetta per ricordare la tragedia dell’Olocausto. Ci arriva portando in dono la notizia dell’ennesima competizione di vignette negazioniste, già prevista in Iran per il giugno 2016.
Soprattutto, Rouhani arriva in Italia in uno dei momenti più bui della storia dei diritti umani in Iran. Proprio in queste ore, arriva la notizia del peggioramento dello stato di salute di Narges Mohammadi, attivista iraniana contro la pena di morte e per la liberazione dei prigionieri politici, nonché collaboratrice del Premio Nobel Shirin Ebadi.
Condannata ad undici anni di carcere nel 2011, Narges e’ stata rilasciata nel 2012 per motivi di salute. Purtroppo, nel maggio del 2015 Narges Mohammadi e’ stata arrestata nuovamente con l’accusa di propaganda contro il regime, per aver creato un gruppo contro la pena di morte e per aver incontrato Lady Ashton – ex Rappresentante Europeo per la Politica Estera e di Sicurezza – durante la sua visita a Teheran nel marzo 2014.
In carcere, ovviamente, lo stato di salute della Mohammadi e’ drammaticamente peggiorato. E’ stato reso noto che il Ministero l’intelligence iraniano – il famoso MOIS – e’ direttamente intervenuto per rimandare il processo di Narges, al fine di sfiancarla completamente (No Pasdaran). Il processo, con estrema lentezza, e’ iniziato solamente il 9 gennaio scorso (Hrana).
In tutto questo periodo di detenzione illegale, la Mohammadi ha perso peso e soffre di paralisi muscolare. Un gruppo di detenuti politici, ha pubblicamente protestato chiedendo l’immediato ricovero di Narges. Nell’agosto scorso Teheran aveva concesso alla detenuta una breve ospedalizzazione, negando pero’ le cure specialistiche necessarie. Dopo pochi giorni in barella, Narges Mohammadi era stata rispedita in carcere (Hrana).
Oggi, proprio mentre Rouhani atterra a Roma, Narges Mohammadi si dice pronta a dichiarare lo sciopero della fame. Ha bisogno di prendere quotidianamente almeno 23 medicine diverse e nel carcere mancano – ovviamente – medici specialisti in grado di curarla.
Ora ci chiediamo: ma qualcuno dei rappresentanti istituzionali italiani, dirà tutto questo a Rouhani?
#DiteloARouhani