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Luigi Magni, il ricordo di Post Scriptum

Creato il 27 ottobre 2013 da Postscriptum

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E’ scomparso questa mattina a Roma, all’età di 85 anni, Luigi Magni, uno degli autori fondamentali del Cinema e della Cultura italiana. Regista e sceneggiatore, ha diretto molti film entrati di diritto nella storia del cinema italiano e ha collaborato con altri autori nella realizzazione di numerose pellicole di grande successo.
Luigi Magni nasce a Roma nel 1928 e già da giovane inizia la sua carriera di sceneggiatore, collaborando con Agenore Incrocci e Furio Scarpelli. Un periodo d’oro nel quale gli autori di talento venivano fuori con grande naturalezza. Primo lavoro di scrittura è per “Tempo di villeggiatura”(1956), quindi lavora per pellicole dirette da Camillo Mastrocinque, Pasquale Festa Campanile e Giorgio Bianchi nei primi anni ’60. Tra le altre opere, nel 1965 scrive con Alberto Lattuada “La Mandragola” e con Luciano Salce e  Massimo Franciosa “El Greco” nel 1966.
Il 1968 è l’anno della svolta. Scrive con Rodolfo Sonego “La ragazza con la pistola” di Mario Monicelli, protagonista una splendida Monica Vitti, e dirige il primo film, “Faustina”. Ma il grande successo arriva nel 1969, quando scrive e dirige “Nell’Anno del Signore”. Un affresco della Roma del Papa Re, ambientato nel 1825, e con un cast stellare, composto da Nino Manfredi, Claudia Cardinale, Alberto Sordi, Ugo Tognazzi, Enrico Maria Salerno, Robert Hossein, Renaud Verley, Britt Ekland. Un soggetto originale di Magni che ruota attorno alla condanna e esecuzione, realmente avvenuta, dei carbonari Targhini e Montanari. Protagonista è il calzolaio Cornacchia, interpretato da Nino Manfredi, che di notte si trasforma in Pasquino, la voce satirica e di libertà del popolo contro il Papato. Indimenticabili le musiche del Maestro Armando Trovajoli, con il “Tema di Giuditta” dedicato al personaggio interpretato da Claudia Cardinale.
Luigi Magni, il ricordo di Post Scriptum

Con Manfredi e Trovajoli si consolida così un’amicizia e un rapporto professionale che darà vita a altri capolavori. Con Leonardo Benvenuti, Piero De Bernardi e lo stesso Manfredi scrive “Per grazia ricevuta”, film indimenticabile diretto dal grande Nino, una commedia particolare e unica nel suo genere. Nel 1971 scrive e dirige “Scipione detto anche l’Africano”, avvalendosi di un cast composto da Marcello Mastroianni, Silvana Mangano e Vittorio Gassman.
Ma nel 1973 ecco un altro capolavoro, “La Tosca“, basata sul dramma scritto da Victorien Sardou e poi trasformata magnificamente in opera da Giacomo Puccini. Monica Vitti e Gigi Proietti diventano Tosca e Mario Cavaradossi, Vittorio Gassman il terribile barone Scarpia, e nel cast anche Aldo Fabrizi, Umberto Orsini, Fiorenzo Fiorentini e Gianni Bonagura. Musiche di Armando Trovajoli e testi scritti da Luigi Magni, tra cui la celebre “Nun je da’ retta Roma” cantata da Gigi Proietti.

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Nel 1974 dirige “La via dei babbuini”, nel 1976 un episodio in “Signore e Signori, Buonanotte”,  uno in “Quelle Strane Occasioni” e un altro in ”Basta che non si sappia in giro”. E nel 1977 con “In nome del Papa Re”, torna nella Roma del Papato e del 1867, durante il processo a carico di Monti e Tognetti, raccontando le vicende del Monsignor Colombo, membro della Sacra Consulta, che capirà le ragioni del popolo e il desiderio di libertà della gente dalla dominazione pontificia. Protagonista sempre Nino Manfredi, un’interpretazione straordinaria, accompagnata dalle musiche di Armando Trovajoli.

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Con “Arrivano i bersaglieri” del 1980 l’attenzione si sposta al 1870 e alla Presa di Porta Pia, mentre con “In nome del popolo sovrano” si torna al 1849, in un film collettivo ambientato durante i moti rivoluzionari di quegli anni sempre all’interno dello Stato della Chiesa e con un cast composto da Nino Manfredi, Alberto Sordi e Jacques Perrin, tra gli altri.
Altre opere di rilievo sono “Stati buoni se potete” del 1984, “Secondo Ponzio Pilato” del 1987 e “‘ ‘O Re” del 1989. Per chiudere con alcune direzioni per la tv e il ritorno al Cinema nel 1995 con “Nemici d’infanzia” e nel 2000 con “La Carbonara”.

Oltre ai numerosi riconoscimenti e premi ricevuti durante la carriera, Luigi Magni ha sempre avuto l’affetto del pubblico. Come pochi ha saputo raccontare Roma e il popolo romano, soprattutto in un periodo, come quello dello Stato Pontificio, molto controverso e che ha aspetti dei quali ancora oggi si conosce poco. Un autore che ha lasciato un importante contributo. E presto Post Scriptum dedicherà a Luigi Magni delle iniziative sulle sue più importanti opere da sceneggiatore e da regista.


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