Magazine Fotografia

Luigi Marazzi. Lost Stones 2015

Da Alfonsigianni

E’ stato un privilegio ed un’onore la realizzazione del catalogo Lost Stones dell’amico e artista Luigi Marazzi. Il progetto ha riguardato sia la realizzazione delle fotografie, sia la grafica e la stampa del catalogo.
Un lavoro complesso e curato fino al minimo dettaglio. Fotografare un’Opera d’Arte non è sempre così facile come si possa pensare e le circostanze non sono sempre favorevoli

Potre dilungarmi a descrivere lo sviluppo del progetto in ogni sua fase, ma credo che sia noioso e poco interessante. Vi lascio invece conu una critica di Carlo Roberto Sciascia, che credo sintetizzi al meglio il lavoro di Luigi Marazzi.


L’oggetto principale della ricerca di Luigi Marazzi è l’uomo contemporaneo con la coscienza sua e con le problematiche di un mondo che ha dilatato i suoi confini a dismisura, ma che forse ha imposto all’io di indagare su un nuovo modo di intendere la personale interiorità e di guardare più profondamente quell’umanità, che sta causando una “involuzione” nel rapporto uomo Natura ed in quello tra gli stessi uomini, mentre tutto fluttua con decisione verso l’infinito e l’infinitamente piccolo rendendo necessari momenti di riflessione densi di humus vitale per riprendere un cammino degno di considerazione. L’artista percorre la strada dell’unità fra materia e spirito, fra invenzione scultorea e suggestione spaziale, preferendo le superfici ruvide a quelle ben levigate ed i tagli decisi ed ortogonali a quelli sinusoidali e sensuali in modo da esteriorare meglio i suoi pensieri; questo binomio di forma e spirito gli permette di inserire sulle varie superfici strutturali del materiale segni ed incisioni atti ad esprime il mito, riposto in ogni materiale, ed evidenziarne anche ogni sua evoluzione. I solchi e i tagli, apposti sulle superfici, sembrano sovrapporsi alla spontaneità della forma ed inserire elementi di intensa riflessione; a volte, essi possono diventare graffi e ferite ed immergere il fruitore in un mondo diverso in quanto, se nella forma plastica si concretizza maggiormente la sua volontà di indagare sull’uomo, ogni incavo e scalfittura è determinante per l’inarrestabile accalcarsi di pensieri, di visioni e di salti mentali verso un’analisi capace di scavare nell’arcano dell’animo suo, specchio di quello dell’umanità tutta. La forma piana, poi, porta su di sé un carico di passione e di sentimenti e riesce ad addentrarsi in emozionanti introspezioni, nette e determinate, che fanno da supporto all’inquietudine incombente. I personaggi di Luigi Marazzi, carichi di un pathos catartico in grado di delinearne il loro aspetto intrinseco, si sfaldano in un intimo tormento si sviluppa in una ricerca psicologica che, prendendo lo spunto dal singolo individuo con le sue meditazioni e con le sue angosce, nella loro riconoscibilità possa ritrovare un’identità ed un discorso parallelo, fatto di riflessi che approfondiscono filosoficamente uno studio introspettivo. Le sculture di Marazzi si avvalgono di una struttura capace a volte di inerpicarsi verticalmente senza perdere la forza della sua conformazione e la sua valenza segnica; altre volte si avviluppano spinte da una carica di energia vitale, accogliendo efficaci intagli e gestualità segnica eseguiti in momenti coscienti, ma derivanti dall’inconscio. Infine, per meglio definire la sua “cifra” distintiva e penetrare nelle stratificate sensazioni dell’oggetto proposto, con effetti spaziali ed atmosfere immateriali l’artista determina un deciso valore estetico ed espressivo al di là del semplice spazio, naturalmente e istintivamente percepito.

Maternity II
Maternity I
Fight
Crucifixion I
Awakening

Crucifixion II
Fragments of life
Martyrdom
Pity
Rusty Blood

Submission
Thunderbolt off life


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