Inquietante confessione dell’attentatore calabrese resa davanti al Pm di Roma, Pierfilippo Laviani. Luigi Preiti ha detto che il suo obiettivo erano i politici. “E’ un uomo pieno di problemi che ha perso il lavoro, aveva perso tutto, era dovuto tornare in famiglia: era disperato. In generale voleva sparare sui politici, ma visto che non li poteva raggiungere ha sparato sui Carabinieri – ha spiegato Laviani – Ha confessato tutto. Non sembra una persona squilibrata”.
Per il neo Ministro Angelino Alfano “si tratta di un gesto isolato su cui sono però in corso accertamenti”. “Sono dunque state rafforzate le misure di sicurezza e i controlli su tutti gli obiettivi sensibili del nostro Paese. Dopo aver sparato Luigi Preiti voleva suicidarsi, ma non ci è riuscito perché aveva finito il caricatore”.
Luigi Preiti ha usato una pistola semiautomatica Beretta calibro 7.65. La matricola della pistola è abrasa. Preiti non aveva il porto d’armi né aveva armi registrate a suo nome. Secondo i Carabinieri l’uomo avrebbe sparato per uccidere: ha aperto il fuoco ad altezza d’uomo esplodendo i colpi in successione.