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Luileilaltra

Creato il 21 luglio 2014 da Signoradeifiltriblog @signoradeifiltr
Luileilaltra

Salve carissime e carissimi,

oggi vi parlerò di tette e amanti, di ciccia lussuriosa e tradimenti che, detto così può sembrare una cosetta piccante e godereccia, in realtà sto per propinarvi un pippardone moraleggiante, rancoroso e vagamente melenso (lo spirito di Lars Von Trier si sta impossessando di me) per cui, nella mia infinita bontà, accorderò a chiunque volesse abbandonare la lettura di questo post alcuni puntini sospensivi di spazio e di tempo per andarsene e dedicarsi ad altre occupazioni:

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Bene, per coloro che sono rimasti (e che a questo punto, non più sospensivo, hanno deliberatamente rinunciato a qualsivoglia diritto di critica) entro subito in argomento. Ho appena letto, nella rubrica di un giornale, l’e-mail di una pollastra piuttosto scafata che racconta di essere stata in parecchie occasioni “l’altra” della situazione (ovvero la terza persona del verbo luileilaltra…). Le parole che usa per descriversi e per spiegare il modo in cui ha vissuto queste sue relazioni ve le riporto virgolettate così che possiate rendervi pienamente conto di cosa si tratta:

Sono stata «l’altra», più volte, e non mi flagello sulla pubblica piazza:
quelli impegnati erano loro. Porto la taglia 54 (mormorii delle superbe
cornute: «sgualdrina e cicciona!»), niente scollature mozzafiato né occhiate sed
uttive. Non ne ho avuto bisogno:
sono sempre stati i bastardi fedifraghi a fare il primo passo. Siccome so fare
autocritica, mi sono chiesta: «Ma come mai?». Non mi ero mai ritenuta in grado di attrarre un uomo, figuriamoci
un uomo non mio! Poi ho capito: il mio sorriso. Niente musi lunghi,
rimproveri perché si erano dimenticati di comprare il pane tornando a casa,
lavatrici da riparare, figli asini a scuola, bollette, mutui. Gli uomini in me
cercavano questo: ridere, giocare, fare l’amore in modo leggero con una donna
che non guardava il soffitto, mangiare la pizza a letto senza paura che mi
incazzassi se sporcavamo le lenzuola. Non era sesso: pochi mi hanno
chiesto acrobazie
diverse da quelle del talamo nuziale.”

Ora, la mia reazione a caldo è stata quella che penso sia venuta spontanea a tutte voi, care amiche, che, come me, vi trovate invece ad incarnare la seconda persona del verbo di cui sopra …

Non riporto qui le parole che ho mentalmente rivolto alla tizia perché per leggerle dovreste disabilitare il parental control
tramite una funzione che non è ancora attiva su questo blog; vi dirò invece cosa ho fatto dopo.

Ho preso posizione dinanzi al grande specchio dell’armadio, mi sono tolta la maglietta e, con indosso il mio reggiseno coppa A+, ho apostrofato la scopatrice extraconiugale ed extralarge.

Ok, ok prima che qualcuno si voglia riappropriare del diritto di critica a cui aveva rinunciato dopo i puntini due spiegazioncine ve le do:

1) Il proto strip appena descritto dipende dal fatto che la tizia me la sono subito immaginata sfacciatamente popputa, oltre che paffuta, da qui unabotta di spirito di competizione femminile

2) Il fatto che io abbia inteso rivolgermi a lei sovrapponendo la sua immagine (immaginata) alla mia riflessa nello specchio può evocare un paio di milioni di significati reconditi, ma qui facciamo notte, per cui … andiamo avanti!

Dunque, ho guardato la taglia 54 dritto negli occhi vitrei(!) e le ho detto:

- Mia cara, … bella scoperta hai fatto! Quindi gli uomini preferirebbero una che li fa trombare senza problemi e senza pensieri (“non era sesso” un paio di cocomeri!
Scommetto che se li avessi invitati a giocare a briscola invece che a scopa, non avresti ricevuto lo stesso apprezzamento…) alla moglie/madre che li opprime coi doveri e le responsabilità della vita familiare? Wow! Originale e arguto! Sul serio …-

- Orbene, cara “altra”, sappi, tanto per cominciare, che la mia seconda di reggiseno non mi ha mai impedito di attrarre gli uomini che mi interessavano (e non lo dico per invidia della tue “abbondanze”: ognuna di noi abbonda da qualche parte …), d’altra parte la solfa sull’uomo che fugge le responsabilità, i figli sfaticati, le lavatrici da fare e la moglie tonta è così banale e stantia da farmi pensare che proprio non sai di cosa parli!… mi fanno capire che non hai mai avuto a che fare con una relazione seria, duratura e con annessa, faticosa convivenza, e che non hai fatto la scoperta dell’acqua calda (che, nella sua ovvietà, conserva una sua intrinseca complessità) ma di quella fredda… cara la mia cicci!

- Hai fatto il tuo gioco, hai cercato e trovato autostima e soddisfazione, per conto mio, non sei da biasimare più o meno di quanto non lo sia una moglie immusonita o un marito annoiato. -

- Ma tu, cicci, mi stai sfidando a uno scontro tra pistolere, a chi spara più veloce, e le spari davvero grosse quando pretendi di dare lezioni a noi povere mogli ossessivo-compulsive, cronicamente intente a far lavatrici (in tutta la tua spavalderia, poi, non sembri essere al corrente del fatto che alcune mogli usano la lavatrice in altri modi ….); in realtà le tue affermazioni piuttosto banalotte, raccontano di una scelta, fatta più o meno consapevolmente nel momento in cui la ritenevi giusta, senza peraltro prenderti nemmeno la briga di liberarti dai sensi di colpa che le tue parole trasudano da ogni carattere. Anzi mi pare proprio che tu cerchi un colpevole a ogni costo (inclusa te stessa, altrimenti non ti autodefiniresti, in un modo o nell’altro, cicciona sgualdrina), ma ti sfugge l’aspetto patetico-grottesco della situazione: la zoccola che la dà gratis senza parlare del mutuo, il marito stolto e infantile, la moglie frigida e stremata col pigiama di pile…. ma che siamo in un film di Lino Banfi? -

Ahhhh… è finito lo sfogo, mi rimetto la maglietta e vi ringrazio dell’applauso!!!!

Tornando a noi, in effetti con quel suo spirito fin troppo piccato e sentenzioso, la pienotta banalotta ci prova sul serio a sbatterci in faccia la sua 54 di taglia quasi a rinfacciarci la nostra atavica mancanza di autostima e di fiducia nelle nostre armi di seduzione, come se davvero non avessimo ancora capito che tra le gambe nascondiamo il nostro TTEESSSSORO…

In realtà, sono probabilmente proprio le pollastre come lei, quelle che pensano di non avere il “fisico adatto alla conquista”, a rivelare le più profonde insicurezze, a non comprendere che in determinate circostanze, proprio quando la confusione e l’insicurezza si impossessano di tutto il nostro essere, (e non solo quando ci sentiamo belle e fighissime), partono dal nostro corpo raffiche di ferormoni inconsapevoli che ci trasfigurano in Jessica Rabbit col vestito rosso fuoco, lo spacco inguinale e tutto il resto…

La sua e-mail finisce in questo modo:

Che cosa ci ho guadagnato? Sicurezza,
autosti
ma. Ora è arrivato il mio Amore definitivo, che adoro e che
mi ricam
bia.

Che cosa ho imparato? A prendermi cura di me stessa, e del mio uomo. Mai dare per
scontato nulla, e vivere ogni giorno come fosse il pri
mo.”

A questo punto, vincendo anche il pungente senso di fastidio che sempre mi trasmettono le morali buoniste, hanno preso il sopravvento i miei neuroni specchio (ecco il senso dello specchio …!) che mi hanno subdolamente riportato alla mente la “me” di qualche tempo fa, disorientata come le farfalle che sbattono continuamente la testa contro la luce …

Avete presente quando non sapete decidere cosa è meglio per voi e dopo un po’ questa condizione diventa cronica giù, nel profondo della vostra anima?

Ecco, è questa sensazione di disagio perenne che mi ha avvicinato alla nostra “cicciona sgualdrina”.

Magari la pollastra sarà stata “un cicinin” aggressiva, ma è pur vero che noi donne per crescere e maturare in questa vasca degli squali che è il mondo maschile, ma anche il mondo dell’amore, facciamo una gran fatica e mi rendo conto che ognuna di noi si arrangia come meglio può…

Quello che ignora la nostra pollastra (e che un po’ tutte noi ignoriamo,per la verità) è che è proprio l’insicurezza, questa maledetta biscia strisciante nella nostra testa, che ci fa soffrire, che ci fa apparire inadeguate, che ci dà più anni di quelli che abbiamo, che ci fa vedere più grasse, più magre, più alte, più basse eccetera eccetera, che complica irrimediabilmente la nostra vita, ecco proprio questa stronza è il boa che porta l’uomo nella canoa.

Ma Bridget Jones nulla vi insegnò? (ve l’ho detto alla siciliana perché ho appena visto La ragazza con la pistola … un’altra che ha fatto scuola su questo argomento!)

A spingere gli uomini tra le nostre braccia sono proprio le nostre insicurezze, l’unica esca buona per acchiappare all’amo quei due unici neuroni marcati xy che bighellonano indolenti e solitari nella “testa superiore” del maschio.

Certo, sono materiale da maneggiare con cura, altrimenti rischiamo di fare la fine dell’ape che per puncicare ci lascia la pelle!

Orsù dunque piazziamo, per il maschio, un’altra esca: il sensuale smarrimento femminile per la “testa di sopra”, sapienti dosaggi di TTEESSSSORO per la “testa di sotto” …

Le italiane lo fanno? ...meglio?

Salve carissime e carissimi, oggi vi parlerò di tette e amanti, di ciccia lussuriosa e tradimenti che, detto così può sembrare una cosetta piccante e godereccia, in realtà sto per propinarvi un...

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