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“Luinesi all’estero”: Matteo Lattuada in Germania studia l’impatto umano sulla biodiversità tra lo stretto dei Dardanelli e il Lago d’Aral

Creato il 06 marzo 2016 da Stivalepensante @StivalePensante

“Luinesi all’estero” è una rubrica che periodicamente sta raccontando vite, esperienze e speranze di tutti quei luinesi che hanno deciso di abbandonare l’Italia per cercare un futuro migliore. Come tanti altri concittadini, infatti, sono decine e decine i luinesi che si sono trasferitI all’estero, alcuni anche in Usa o in Australia, con l’intenzione di lavorare oppure spinti dal seguire le proprie passioni. Matteo Lattuada è cresciuto a Luino e attualmente vive in Germania dove studia l’impatto umano sulla biodiversità tra lo stretto dei Dardanelli e il Lago d’Aral. Ecco l’intervista che gli abbiamo fatto.

“Luinesi all’estero”: Matteo Lattuada in Germania studia l’impatto umano sulla biodiversità tra lo stretto dei Dardanelli e il Lago d’Aral

“Luinesi all’estero”: Matteo Lattuada in Germania studia l’impatto umano sulla biodiversità tra lo stretto dei Dardanelli e il Lago d’Aral

Raccontaci di te… Quando sei andato via dall’Italia? Dove vivi?

La mia prima esperienza all’estero di lunga durata è stata nel 2011, quando me ne andai in Erasmus ad Anversa, in Belgio. L’esperienza andò abbastanza bene, anche se il mio inglese non era granché. I belgi di Anversa (devo specificare perché la mia attuale collega Belga sostiene che gli abitanti di Anversa siano una categoria propria) sono persone un po’ difficili, che non aiutano gli stranieri ad integrarsi, specialmente se non parlano fiammingo. Alla fine comunque mi è piaciuto molto il piano di studio che offrivano per la laurea specialistica e mi sono fermato per altri due anni. Dopo il Belgio sono andato un anno a Malta, esperienza interessante in una piccola isola con molte contraddizioni. Attualmente ho trovato lavoro in Germania nella piovosa città di Gießen. Sono arrivato qui a fine agosto  e dovrei rimanerci per i prossimi due anni e mezzo.

Quali motivi ti hanno portato a lasciare l’Italia?

I motivi che mi hanno spinto a lasciare l’Italia sono diversi. I più importanti sono: la mia ragazza, il lavoro e la curiosità. La mia ragazza è tedesca e ha trovato lavoro a Monaco di Baviera. Come conseguenza naturale, ho cominciato anch’io a cercare un lavoro in Germania in modo di starle più vicino. Fortunatamente, ho trovato un lavoro appassionante, ma anche la curiosità è sempre stato un fattore rilevante in generale nella mia vita. Infatti, sono sempre portato a esplorare quello che non conosco e a cercare nuove sfide.

Di cosa ti occupi?

Come percorso di studi sono biologo. Al momento sto facendo un dottorato nell’ambito di un progetto Europeo (questo è il sito: pontocaspian.eu), in cui mi occupo di studiare l’impatto delle attività umane nella regione Pontocaspica, che si estende dallo stretto dei Dardanelli al Lago d’Aral. Il mio lavoro si svolge principalmente al computer, dove sto analizzando l’impatto cumulativo di queste attività sulla biodiversità.

Come si svolge il tuo lavoro quotidianamente?

Normalmente il mio lavoro si svolge stando seduto davanti al computer ad analizzare i dati e a costruire questo modello di cui ho scritto sopra. Comincio a lavorare intorno alle 9.10 e verso le 17.30-18 torno a casa. Purtroppo, non svolgo molto lavoro di campo e questo un po’ mi manca. Comunque, viaggiamo spesso in posti inesplorati. Questo è un grande plus, come l’esperienza sul Delta del Danubio in Romania.

Hai avuto esperienze lavorative in Italia? Se sì, quali differenza hai riscontrato?

Non ho mai lavorato in Italia come biologo poiché mi sono trasferito all’estero durante la laurea triennale, e quasi tutta la mia formazione professionale è avvenuta fuori dall’Italia.

Come ti trovi nel paese in cui vivi? Ti sei integrato nella società?

A Gießen mi trovo abbastanza bene, anche perché mi accontento di poco. Mi basta non annoiarmi al lavoro e giocare a basket. Come ho scritto prima, il mio lavoro mi piace e gioco nei Castori della Valle dei Castori (è la traduzione in italiano del paese in cui gioco). Siamo primi in classifica e puntiamo a salire di categoria. Sicuramente l’integrazione con i tedeschi non è semplicissima, sia per la lingua, che sto studiando lentamente, che per il poco calore umano che emanano. In poche parole, ci vuole un po’ di impegno per farti amico un tedesco. Comunque nel gruppo dove lavoro la maggioranza dei miei colleghi è straniera, quindi sto principalmente con loro.

Quali difficoltà hai riscontrato? 

Come dicevo il tedesco, sia come lingua che come persona, è abbastanza ostico. Per di più, la burocrazia è complicata e senza parlare tedesco lo è ancora di più. Alla fine, mi ci è voluto qualche mese per sistemarmi con casa, internet, tasse varie.

In quali altri paesi hai vissuto? Come ti sei trovato lavorativamente parlando?

Le esperienze più importanti le ho avute in Belgio, Malta e adesso Germania. Dal punto di vista lavorativo sono esperienze difficilmente paragonabili, poiché in Belgio ho lavorato per un periodo abbastanza corto come assistente in Università, quindi le responsabilità erano poche. A Malta, invece, avevo molte più responsabilità, visto che lavoravo come semi-volontario in una piccola, ma ambiziosa, ONG (Organizzazione Non Governativa). Infatti, vista la scarsità di fondi, metà della forza lavoro era basata su volontari che dovevano organizzare e gestire situazioni non banali. In Germania ho finalmente un lavoro vero, che è parte di un progetto più ampio e mi rende consapevole dei miei obblighi nei confronti dei miei colleghi, oltre che del supervisore. In generale, ho svolto lavori diversi e sempre in ambienti internazionali, quindi è difficile giudicare dove le condizioni di lavoro sono state migliori. Alla fine mi sono sempre trovato bene.

“Luinesi all’estero”: Matteo Lattuada in Germania studia l’impatto umano sulla biodiversità tra lo stretto dei Dardanelli e il Lago d’Aral

“Luinesi all’estero”: Matteo Lattuada in Germania studia l’impatto umano sulla biodiversità tra lo stretto dei Dardanelli e il Lago d’Aral

Ti manca qualcosa dell’Italia? Cosa?

Da quando sono in Germania dell’Italia mi manca prevalentemente il sole, problema che non avevo a Malta. Grazie alla tecnologia (Skype) i miei amici e familiari li sento piuttosto vicini, quindi devo dire che sinceramente non ho grandi mancanze dal punto di vista affettivo. Mi piacerebbe solo vedere più spesso la mia ragazza, che abitando a 400 km di distanza non è sempre raggiungibile fisicamente.

E invece, che progetti hai per il futuro?

Adesso sto pensando di finire il dottorato, cosa tutt’altro che scontata, per lo meno nei tempi stabiliti. Dopo di che, visto che la mia ragazza ha un lavoro fisso e vive in una città considerata tra le migliori per la qualità della vita, presumo di raggiungerla e trovare qualcosa da fare nei dintorni.

Pensi che un giorno tornerai in Italia?

Sinceramente al momento non vedo nessuna indicazione in questo senso. L’Italia non mi sembra stia cambiando e a me piace fare il mio lavoro, dovunque esso sia. Se finirò a Monaco di Baviera tra 2-3 anni, la distanza che mi dividerà dalla mia famiglia sarà minore rispetto, per esempio, se vivessi a Roma. Considerando anche il numero di italiani a Monaco, diciamo che è quasi come se fossi in Italia.

Dopo quelle a Marco ZanattaNicholas VecchiettiSilvia CamboniAlice Gambato e Fabio Sai questa è la sesta testimonianza della rubrica “Luinese all’estero”. Nelle prossime settimane continueranno le interviste ad altri luinesi che vivono e lavorano tra Europa, America, Africa, Asia e Australia.


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