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Luino, a Franzetti revocato il ruolo di collaboratore del sindaco: “Troppe divergenze con l’amministrazione, ora un laboratorio politico”

Creato il 29 febbraio 2016 da Stivalepensante @StivalePensante

Alessandro Franzetti lo scorso 22 ottobre era stato nominato dal sindaco di Luino, Andrea Pellicini, suo collaboratore politico. A poco più di quattro mesi dall’incarico, che prevedeva il rapporto con enti istituzionali sovracomunali e la gestione dei cerimoniali, il primo cittadino luinese ha revocato le competenze a Franzetti. Insanabili, da una parte e dall’altra, alcune questioni politiche, personali e socio-culturali, legate sia ad aspetti locali, sia ad ideologie generali. Ecco l’intervista all’ex collaboratore del sindaco, Alessandro Franzetti.

Alessandro Franzetti, presidente consiglio comunale di Luino

Alessandro Franzetti, ex collaboratore politico del sindaco di Luino Andrea Pellicini

Venerdì hai pubblicato in un post su Facebook la mail del sindaco Pellicini che ti sollevava dall’incarico di suo collaboratore politico. Come hai preso la decisione di revoca?

Me l’aspettavo perchè i contrasti con l’amministrazione Pellicini erano ormai arrivati ad un punto insanabile. L’ho presa bene.

Da cosa sono dovuti questi contrasti?

Partirei dall’inizio. Alla fine della scorsa legislatura ero stato eletto presidente del consiglio comunale con dodici voti (ndr, la maggioranza ne aveva 11) e avevo ricoperto bene questo mio ruolo negli ultimi mesi del primo mandato di Pellicini. Allo stesso modo, con impegno e passione avevo svolto il ruolo di consigliere comunale fino a quel momento. Chiedevo solamente di essere ricandidato nella lista “Nuova Frontiera”, ma per motivi di omonimia, così mi era stato detto, ma in realtà perchè mi consideravano una persona scomoda, forse perchè pensante, non mi hanno ripresentato. Così, il sindaco, che si sentiva in colpa per non averlo fatto, mi promise di diventare suo collaboratore politico con retribuzione. Poi ci sono state le elezioni, Pellicini ha vinto, ma non ha mantenuto questa promessa e la montagna ha partorito il topolino, vale a dire che è arrivato dopo estenuanti fatiche l’incarico ad ottobre, anche perchè due assessori in giunta si sono fortemente contrapposti a questo mio ruolo, che non è mai stato previsto da una delibera di giunta, ma solo da una lettera del sindaco. Si trattava di un incarico minore, non retribuito e con contorni non troppo chiari visto che era un ruolo nuovo nel comune di Luino. Da ottobre ho provato ad occuparmi dei rapporti istituzionali con gli altri enti e dei cerimoniali come meglio ho potuto, però di fatto avevo contro la maggior parte dell’amministrazione comunale.

Quali differenze riscontri tra il primo ed il secondo mandato di Pellicini a livello politico?

Premetto che rivendico l’azione politica corale del Pellicini “uno”, rivendico tutto quello che è stato approvato e deciso e affermo che dal 2010 Luino è migliorata dal punto di vista della pulizia, delle opere pubbliche, della vivibilità della città. Devo tuttavia aggiungere che rispetto al primo, il baricentro del secondo mandato si è molto spostato a destra e di fatto il sindaco è ostaggio della Lega Nord.

Questo, rispetto alle tue ideologie e al ruolo che hai avuto fino a venerdì, cosa ha comportato?

Come tutti sanno io sono un liberale e vorrei un centro destra moderno e plurale. Oggi non ci sono forze che rappresentano la mia idea di politica e mi ritengo assolutamente in antitesi con la Lega Nord che è un partito che dice no all’Europa, mentre io sono un europeista convinto. Loro volevano uscire dall’Euro, ma poi si sono accorti che non era possibile e hanno fatto marcia indietro. Io, invece, credo che la moneta unica sia una cosa positiva che ha salvato l’ltalia da un possibile fallimento. Sul fronte dei diritti sono a favore di un riconoscimento pieno a tutte le coppie di fatto e concordo anche con la stepchild adoption, mentre loro sono chiusi. Sull’immigrazione sono molto più vicino alla visione del Governo Renzi, piuttosto che a quella di Salvini: l’accoglienza delle persone che scappano dalla guerra è un dovere morale, prima di tutto. Inoltre il 23 gennaio scorso ho partecipato alla manifestazione “Svegliati Italia” a Varese, una delle mille piazze a favore delle unioni civili e del ddl Cirinnà. Adesso è stato approvato dal Senato un testo assolutamente monco e questa legge non mi piace. L’avrei voluta più forte e con più diritti per le coppie sia eterosessuali, sia omosessuali. Ho criticato, inoltre, e rivendico di averlo fatto, il Governatore Maroni che ha fatto una scelta ideologica e propagandistica illuminando il palazzo della Regione con la scritta “Family day”. Da tempo dico che dovremmo assomigliare molto di più all’Europa Occidentale, agli Stati Uniti o al Canada, piuttosto che alla Russia. Fratelli d’Italia, Forza Italia e la Lega Nord guardano alla Russia di Putin, che è un autocrate illiberale. Per me i modelli sono Obama e Trudeau.

A fronte di questi argomenti di carattere nazionale, credi sia seriamente insanabile il rapporto che avevi con l’amministrazione comunale, che si occupa maggiormente di aspetti territoriali? 

La mia libertà di pensiero ha creato malumori all’interno dell’amministrazione comunale, ma io rivendico solo di potermi esprimere e pensare con la mia testa. E’ stato fatto un processo contro di me in contumacia in una riunione di maggioranza, in cui sono stato duramente criticato. Questo è avvenuto senza che potessi avere la possibilità di replica e non mi hanno neanche convocato per conoscere le mie ragioni. Proprio da qui è nata questa frattura insanabile. In seguito mi sono permesso di evidenziare che il Comune quest’anno non aveva ricordato né la “Giornata della Memoria” né il “Giorno del Ricordo” e sono state organizzate in fretta e furia due manifestazioni, ovviamente solo dopo le mie dichiarazioni. Come ha riconosciuto anche il consigliere Agostinelli il comune organizzava queste cose in passato e ora nessuno se ne occupa. Credo sia una miscellanea tra problematiche locali e ideologie nazionali che non mi ha permesso più di essere in accordo con questa amministrazione.

Le problematiche locali alle quali riferimento, però, sono prettamente culturali. C’erano in ballo altre questioni?

Indubbiamente vi erano anche dei motivi personali. Come dicevo prima gran parte della maggioranza ce l’ha con me, come più volte mi ha confessato il sindaco, ma io non ne capisco i motivi. Non ho mai avuto nemici in Comune, ma solo alleati e collaboratori, e mi sono sempre comportato con onestà e discrezione e ho sempre avuto buoni rapporti con tutti. E’ evidente constatare che le politiche culturali del Pellicini “due” non brillano. Mi chiedo quali siano stati gli eventi organizzati da giugno ad oggi. Quando ero consigliere ho organizzato diverse iniziative ma ora non vedo più quello spirito, quella coesione sociale, quella brillantezza di una volta. Nell’ultima parte del mio mandato avevo anche convocato le associazioni culturali per collaborare insieme, ma purtroppo questa idea non è stata presa in considerazione dall’attuale assessore alla Cultura. Questo mi dispiace. Noto che la nuova amministrazione si è chiusa nel Palazzo, la vedo meno aperta al dialogo con la cittadinanza quasi a voler dire “non disturbate il manovratore”.

Però, in questo senso, l’amministrazione Pellicini ha organizzato degli incontri con la cittadinanza, mi vengono in mente le due riunioni sulla viabilità a Voldomino. Questo è avvenuto nel primo mandato del sindaco solo nei primi anni, a Creva, ma poi incontri di questo tipo sono stati rari. I residenti di Voldomino, anche con toni duri, sono riusciti ad ottenere quello che chiedevano, vale a dire il doppio senso in via Asmara, quindi per questo tema l’amministrazione ha ascoltato i cittadini… Non credi?

Anche su Voldomino l’amministrazione Pellicini aveva intrapreso la strada sbagliata, che era quella del senso unico sulla “Strecia”. Poi c’è stata la sollevazione popolare e allora si sono spesi oltre 60mila euro per installare un semaforo; secondo me scelta sbagliata. E’ vero che c’è il problema su via Asmara, ma a Voldomino la vera emergenza da affrontare è piazza Piave. E’ qui che bisogna impegnarsi con interventi di sicurezza e di messa a norma, perchè ci sono fenomeni preoccupanti.

Oltre a queste criticità che stai esprimendo, però, i malfidenti potrebbero pensare: “Alessandro Franzetti si scaglia contro la maggioranza non solo perchè la pensa in un certo modo, ma anche perchè, a fronte di promesse non mantenute dal sindaco Pellicini, è rimasto deluso dal non ricevere l’incarico di collaboratore con retribuzione. Proprio per questa ragione si è scagliato contro la maggioranza”. Cosa diresti a loro?

Anche se avessi avuto un incarico a pagamento, tengo a precisarlo, avrei rinunciato nel caso in cui fossero emersi gli stessi dissidi. Quindi non si tratta di una questione economica: volevo solo essere ricandidato, me lo meritavo per quello che avevo fatto negli scorsi cinque anni. Credo che in questa maggioranza ci sia più facciata che sostanza. Inoltre, mi sembra che questo consiglio comunale, anche nella dialettica al suo interno, si sia impoverito.

E ora cosa farai? Continuerai a seguire la politica luinese? Hai in mente qualche progetto?

Sì, ovviamente continuerò a seguire la politica luinese, continuerò ad organizzare con gli “Amici del Liceo” incontri culturali e poi vorrei lanciare un progetto politico, un laboratorio politico luinese, rivolto a chi è interessato: studenti, frontalieri, lavoratori, professionisti, imprenditori di tutte le categorie sociali della nostra città. Io sono a disposizione per creare un movimento di idee per confrontarsi stabilmente e per il futuro vedremo se costruire un’alternativa o meno. Secondo me c’è spazio e tempo per lavorare al meglio.


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