Ieri sera quasi due ore di consiglio comunale a Luino: a tener banco sono stati la mozione a tutela dei frontalieri, approvata all’unanimità, l’emergenza neve di questi giorni con gestione e responsabilità annesse e le problematiche della sanità e le preoccupazioni sull’ospedale di Luino, dopo le ultime vicende giudiziarie legate all’arresto del presidente della Commissione Sanità di Regione Lombardia, Fabio Rizzi.
La seduta di ieri sera, lunedì 7 marzo, del consiglio comunale di Luino
Scintille tra maggioranza e minoranza ieri sera nel consiglio comunale di Luino, riunitosi dopo tre mesi, già a partire dalle prime battute. Il primo a prendere la parola, è stato il sindaco Andrea Pellicini che, come già fatto domenica sera, ha spiegato che la risposta della macchina organizzativa del comune, per fronteggiare l’emergenza neve, è stata del tutto insufficiente. “Siamo partiti con ritardo – ha spiegato il sindaco – e abbiamo faticato a recuperare durante tutta la giornata. Domani, però, effettueremo le verifiche del caso in una riunione con i dirigenti ed i funzionari per vedere cosa non ha funzionato e fare tesoro di quello che è accaduto. I disagi derivanti da una nevicata così intensa, che in una sola mattinata ha fatto cadere 35-40cm di neve, con tutti gli uomini e mezzi a disposizione non avremmo potuto risolverli ugualmente e fortunatamente era sabato. In ogni caso ci siamo attivati in una situazione in cui in tutta la Provincia, il Canton Ticino e anche l’A8, che è stata chiusa per ore, si sono verificati problemi allucinanti”. Il sindaco smentisce le voci che circolavano su un possibile non rinnovo dell’appalto per la pulizia delle strade in caso di neve affermando che “l’appalto è stato rinnovato negli scorsi mesi ed è lo stesso del 2007. Dispiace leggere critiche da parte di Compagnoni, che era in maggioranza con noi e lo aveva votato questo piano”.
Criticità e suggerimenti, invece, arrivano da parte della minoranza per affrontare al meglio le eventuali future emergenze neve. Il primo ad intervenire è il consigliere e capogruppo “Movimento Italia Nazione”, Pietro Agostinelli, che, prima presenta 34 pagine di fotografie che denunciano la cattiva gestione dell’emergenze tra sabato e domenica, denunciando il cattivo stato di strade e marciapiedi, e poi suggerisce al sindaco e alla sua giunta di acquistare due turbine utili per pulire i marciapiedi che permettano minor fatica ai voucher chiamati ad affrontare l’emergenza. Il costo si aggirerebbe intorno ai 1500 euro l’una. Il sindaco, dopo averne parlato con i dirigenti in mattinata, si è riservato di prendere in considerazione la proposta, evidenziandone limiti e potenzialità. Il consigliere de “L’altra Luino”, gruppo che già domenica mattina aveva criticato l’amministrazione per la gestione dell’emergenza neve, invece, ha chiesto il piano, i tempi e tutti i dettagli necessari per affrontare una situazione come quella di sabato e, inoltre, quali sono gli incarichi, l’assessorato e le responsabilità previste.
A margine di questo, oltre il tema della Sanità lombarda e dell’Ospedale di Luino, e prima della comunicazione dell’assessore Sgarbi su una variazione di bilancio 2015, è intervenuto anche il consigliere Petrotta, chiedendo l’intitolazione del lungolago di Colmegna al professor Guido Petter, e la consigliera Nogara che ha chiesto lumi in merito ai fondi, pochi (ndr, solo 200 €), destinati alla società sportiva Aurora Voldomino.
L’approvazione all’unanimità il documento sui frontalieri: le perplessità delle minoranze. Nonostante il voto unanime del consiglio comunale di Luino (ndr, eccezion fatta per gli assenti Compagnoni e Taldone), per quanto riguarda la mozione a tutela dei lavoratori frontalieri vi è stato un confronto acceso e dai toni particolarmente accesi. E’ il consiglier Petrotta a leggere le perplessità del gruppo de “L’altra Luino”, già pubblicate ieri mattina. Da una parte la maggioranza che, dopo aver coinvolto la minoranza nella stesura del documento, cercando la collaborazione non solo dei capogruppi consiliari, ma anche dei gruppi extra-consiliari come Pd e Sel, afferma di aver fatto di tutto per rendere la mozione condivisibile da tutte le forze politiche. Dall’altra, invece, la minoranza: se “L’altra Luino” parla di un “compitino fatto svolgere ai consiglieri di maggioranza dal presidente della Regione”, ma nonostante tutte le perplessità vota a favore, Pietro Agostinelli denuncia vizi di forma nella presentazione del documento in consiglio comunale e i contenuti “vuoti. Il comune si impegna di dire a Maroni e Cattaneo di organizzare un incontro? Perchè, invece, non scrivere che Luino sia cabina di regia per il territorio? Perchè non essere noi capofila di una serie di incontri tra le parti? Sarebbe utile un censimento di tutti i frontalieri, il controllo di tutti i rinnovi delle tessere sanitarie, istituire per primi uno statuto locale sul quale lavorare, fare un elenco di chi è stato licenziato e chi va in pensione. Il mio voto è favorevole solo in rispetto alle migliaia di frontalieri”.
A rispondere alla minoranza il sindaco Pellicini, il vice Casali, l’assessore Miglio, la consigliera Ronchi ed il presidente del Consiglio comunale Cataldo. I toni si sono accesi quando, a fronte di quanto espresso dalla minoranza, il sindaco Pellicini ha affermato: “Dopo aver condiviso i contenuti con il Pd e con voi, coinvolgendovi, se questo è il risultato allora non votatela. Dispiace che roviniate un clima di collaborazione e che non abbiate apprezzato l’intervento del Governatore di Regione Lombardia che, qui a Luino, si è impegnato a farsi carico delle necessità dei frontalieri”. Simona Ronchi, invece, ha giudicato “vergognoso” l’intervento della minoranza che, secondo lei, “non avrebbe dovuto buttare in politica una simile questione territoriale che riguarda 2mila frontalieri luinesi”. Anche Casali rincara la dose affermando che “a firmare l’accordo è il Governo Renzi del Partito Democratico e che la Regione Lombardia, dal canto suo, poco può fare a livello di competenze. Questa è solo strumentalizzazione politica”. A provare a distendere gli animi ci pensano Antonio Palmieri che corregge il tiro, giudicando “inopportuno l’intervento dei consiglieri de ‘L’altra Luino’” e l’assessore Miglio che si offre ad impegnarsi nella stesura di “un’anagrafe dei frontalieri”.
A conclusione, però, è Petrotta a mettere al centro dell’attenzione la politica e la forza della democrazia dove “ognuno è libero di esprimere le proprie critiche, opinioni e voti, in base al proprio punto di vista e che nessuno, né il sindaco, né altri, si possono permettere di dire cosa e per chi votare. Esigo un maggior rispetto nei nostri confronti”, conclude il consigliere de “L’altra Luino”. A porre fine al consiglio comunale sono stati Davide Cataldo che ha ringraziato pubblicamente Stefano Bragnuolo (Pd) e Diego Intraina (SEL), “per l’aiuto e la collaborazione nella stesura della mozione sui frontalieri. Mi hanno spiegato nei dettagli alcuni temi che non avevo approfondito e non conoscevo abbastanza” e il sindaco Pellicini che si è detto soddisfatto del documento e, soprattutto, soddisfatto del valore aggiunto che hanno apportato le modifiche delle altre forze politiche non vicine alla maggioranza.
Ecco il testo che, infine, è stato votato all’unanimità.
Il testo della mozione a tutela dei lavoratori frontalieri approvato nel consiglio comunale di Luino
PRESO ATTO che i cittadini impiegati nel lavoro frontaliero rappresentano un gran numero degli abitanti dei comuni di frontiera e ne sono una risorsa importante e fondante delle peculiarità territoriali ; e stando alle recenti comunicazioni dell’Ufficio federale di statistica (UST), che comunicano che nel 2014 è aumentato il numero dei frontalieri in Svizzera, con un numero di lavoratori abitanti in Italia che si attesta oltre le 60.000 unità, riteniamo:
VISTO CHE, nel febbraio 2015, il Governo Italiano e il Consiglio Federale Svizzero hanno siglato il Protocollo che modifica la Convenzione tra i due Paesi per istituire la doppia imposizione; tale Protocollo che prevede lo scambio di informazioni su richiesta ai fini fiscali secondo lo standard Ocse e pone fine al segreto bancario, è stato firmato per l’Italia dal Ministro dell’economia e delle finanze Pier Carlo Padoan, e per la Svizzera dal capo del dipartimento federale delle finanze Eveline Widmer-Schlumpf; inoltre, unitamente al Protocollo è stata sottoscritta anche una road map, un documento politico che fissa il percorso per la prosecuzione dei negoziati su altre questioni tra cui la revisione dell’accordo del 1974 sulla tassazione dei lavoratori frontalieri ad oggi ancora in vigore e che prevede la tassazione esclusiva in Svizzera con il ristorno del 38.8 per cento del gettito ai comuni italiani della zona di confine. Dunque il nuovo stato di fatto dell’accordo tra Roma e Berna, perfezionato il 22 dicembre 2015, rappresenta una radicale rivoluzione per gli equilibri consolidati nell’economia transfrontaliera, in particolare per i lavoratori residenti nella fascia entro i 20 km dal confine, in quanto abolisce due meccanismi sinora inamovibili: i ristorni ai comuni di frontiera, una cifra di circa 60 milioni di euro annui e la totale tassazione alla fonte;
CONSIDERATO CHE il nuovo accordo nel porre fine al meccanismo del ristorno, prevedendo che sia lo Stato italiano a compensare i comuni di frontiera, lascia una preoccupante incognita sulla garanzia dell’attuale gettito ai medesimi comuni e che in un quadro più ampio di incertezza italiana della propria posizione fiscale i lavoratori italiani frontalieri in Svizzera saranno assoggettati ad imposizione sia nello Stato estero in cui esercitano l’attività che nello Stato di residenza. Dall’entrata in vigore dell’accordo, previsto per il 2019, inizierà il cosiddetto split fiscale che dovrà portare la tassazione a pieno regime dieci anni dopo con un aumento progressivo che si valuta del 10 per cento annuo;
TUTTO CIÒ PREMESSO,
SI IMPEGNA IL SINDACO E L’AMMINISTRAZIONE
A inoltrare la presente al Presidente di Regione Lombardia affinché convochi tutti i parlamentari eletti nella Regione, unitamente ai soggetti di rappresentanza territoriale (Sindaci, Comunità Montane, Province, Forze Sociali e Associazioni frontalieri), al fine di condividere le preoccupazioni del territorio e impegnarsi a garantire:
– che il nuovo sistema fiscale –una volta a regime- comporti per i lavoratori italiani frontalieri in Svizzera una tassazione simile a quella previgente al rinnovo della Convenzione;
– prevedere da parte del Governo che nell’Accordo e nel nuovo regime fiscale vengano puntualmente disciplinati i trasferimenti delle tasse dei frontalieri verso i comuni di residenza, con certezza che l’attuale gettito e le modalità di distribuzione non siano messi in discussione, al fine di salvaguardare i comuni di frontiera e garantire la redistribuzione dei ristorni al territorio di confine, esplicitando all’interno della legge di ratifica le modalità ed i tempi massimi di trasferimento delle imposte, a condizioni quanto meno equivalenti a quelle attuali, se non addirittura migliorative;
– la risoluzione dell’applicazione, discriminata, della norma sulle spese mediche.
– richiedere alle competenti Autorità Federali e Cantonali Svizzere specifiche assicurazioni tendenti ad escludere qualsiasi iniziativa discriminatoria e lesiva nei confronti di cittadini Italiani occupati in Svizzera e di aziende Italiane interessate al mercato Elvetico.