E’ sempre molto calda la questione dell’intera area Ratti e del futuro della discoteca “Lido” di Luino. Nelle scorse settimane erano state fatte alcune riflessioni interessanti da parte di Diego Intraina, del circolo SEL di Luino e di Maccagno con Pino e Veddasca, e del sindaco Andrea Pellicini. Al centro il reale problema di un’area, la Ratti, che da anni versa in uno stato di abbandono, alla quale si aggiunge anche la situazione della discoteca “Lido”, che dopo tre gare d’appalto non ha ancora trovato un imprenditore, che decida di gestire e riqualificare la struttura.
La separazione pubblico-privata dell’area Ratti e della zona Lido. “Dire che il progetto del nuovo polo remiero e la conferma della discoteca non vadano a compromettere un possibile ed unitario ridisegno paesaggistico-funzionale dell’intera area Ratti e lungolago è paradossale. E’ evidente la volontà di separare le due proprietà. Come si può vedere dalla planimetria pubblicata sul sito del comune di Luino – spiega Diego Intraina -, le due proprietà sono state divise in pubblica e privata ed è altresì evidente che l’impianto della Canottieri non potrà mai essere considerato provvisorio. Infatti, il posizionamento della nuova struttura e l’asse stradale che taglia in due l’area è un evidente segnale di rinuncia di integrazione tra i due confermati comparti. Così facendo si rinuncerà ad una passeggiata a lago – continua Intraina -, e sarà difficile per qualsiasi progettista partecipante al Concorso di Idee far finta che questa ‘barriera’ non esista. Sarà impossibile far penetrare un possibile contesto lacuale all’interno di quanto potrà essere costruito sulle ceneri della vecchia fabbrica Ratti, oppure a ricercare possibilità progettuali-ambientali vicino all’ambiente fluviale, visto la presenza invasiva del capannone-deposito barche. I proprietari continueranno a richiedere di capitalizzare l’area con edifici prevalentemente residenziali, anche se il PGT prevede che sia ‘area produttiva e servizi’ con tanto di prescrizioni quantitative e funzionali (vedi allegato 3.1 Z3)”.
Le problematiche riguardanti il settore privato ed il “Concorso di Idee”. “Aver rinunciato ad imporre uno strumento pianificatorio articolato ed unitario adatto a gestire una possibile logica di scambio e di contrattazione è stato un errore politico. Discutere esclusivamente sull’area di proprietà privata a cui non si può offrire e controbilanciare nessuna possibile opportunità, visto che di fatto si è compromesso l’interesse, è come aver accettato di abbassare le difese in favore dell’iniziativa privata. Diventa paradossale pensare che un il ‘Concorso di Idee’ possa riassegnare questa ‘volontà di potenza’ all’Ente pubblico”.
“Capire se il Concorso di Idee sia uno strumento utile”. “Personalmente ritengo che, chiunque vincerà queste elezioni, dovrà, serenamente, concentrarsi cercando di capire se l’individuazione di questo strumento, il Concorso di Idee, sia una forma di buon senso o se andrebbe anticipato da altri tipi di percorso capaci di organizzare il consenso, al fine di riassegnare all’Ente pubblico quella forza che con poca consapevolezza o irresponsabilità è stata alienata prima dalla giunte precedenti e infine da quella uscente. Voglio ricordare – conclude Diego Intraina -, solo per dare verità alla storia, che al sottoscritto non può essere imputato nessuna collaborazione con il PRG Tosi, perché basta fare mente locale per ricordare i miei interventi critici alle assemblee pubbliche di presentazione del piano”.