Passando in macchina o a piedi per il centro storico di Luino il cuore non può far altro che piangere guardando fa da fuori quello che una volta era il “Cinema Pellegrini”. L’edificio, insieme al complesso medievale della Case Luini-Rossi (che tutti ricordano come ultima sede della Acli), è inserito nel contesto più ampio della proprietà ecclesiastica luinese, ma è chiuso dalla fine degli Anni Settanta. Negli scorsi decenni il Salone per la cittadinanza era un vero e proprio fulcro culturale, dove tra spettacoli teatrali, riunioni politico-sociali, cineforum ed eventi culturali fremeva l’interesse di tutta la popolazione. Qual è ad oggi la situazione delle strutture? Quali prospettive per il futuro?
Una locandina del Cinema Pellegrini datata 1934-1935 e la locandina del “Concerto Sperimentale” datato 16 gennaio 1937.
La storia del Cinema Pellegrini, di Pierangelo Frigerio. “Il salone intitolato a Giovanni Pellegrini, ex sindaco di Luino (il primo dopo l’Unità d’Italia, e per ben quattro mandati, ossia dal 1861 al 1880 circa), è stato costruito tra il 1934-1935 ed aveva avuto un ruolo importante nella storia di Luino dall’anteguerra sino agli anni ’50, ospitando spettacoli e concerti, le filodrammatiche parrocchiali, riunioni e conferenze del movimento cattolico politico e sindacale e, infine, una regolare stagione cinematografica. Questa entrò in crisi per la scarsa frequenza, motivata anche dalla mediocrità dei programmi, fortemente vincolati da un miope moralismo. Il salone rimase chiuso e in via di degrado, comunque difforme dalla sopravvenuta normativa di sicurezza. Don Nagel prese di petto la situazione, ristrutturò l’edificio con una nuova scala per la galleria, un ridotto spazio per le piccole riunioni, la completa soffittatura termo-acustica della sala, il nuovo palco e le attrezzature connesse. Una pensilina d’ingresso annunciò all’esterno il Cinema Pellegrini. Poi don Nagel lanciò programmi di qualità che riavvicinarono il pubblico adulto, mentre i giovani furono attratti dal cineforum, il primo organizzato a Luino e durato parecchi anni. Affidò la presentazione a giovani come Angelo Aschei, interessati alla cinematografia come arte e mezzo di comunicazione di forte coinvolgimento sociale. Spesso il prevosto interveniva nelle discussioni, molto libere (parteciparono talora anche esponenti politici di parte laica e socialista) e impegnate su temi di forte interesse umano. Poi si guastò la relazione con gli animatori laici, per prese di posizione che se non nel prevosto trovarono espressione in ambienti conservatori. L’esperienza si chiuse dopo un tentativo di conduzione da parte di un coadiutore. Il Salone Pellegrini ebbe ancora qualche momento di fortuna, con spettacoli organizzati da giovani e l’ospitalità data al teatro del circuito agevolato dall’Amministrazione Provinciale, come un ‘Enrico IV’ nella straordinaria interpretazione di Salvo Randone; il cinematografo si spense nella generale crisi che si profilava nel settore. Il Salone Pellegrini, così, fu chiuso e i cicli di conferenza promossi dalla Parrocchia iniziarono ad essere ospitati nella sala pubblica di Palazzo Verbania”, ora in fase di riqualificazione.
La situazione attuale: le parole del sindaco di Luino, Andrea Pellicini, e del prevosto don Sergio Zambenetti. Ad oggi, marzo 2016, la struttura da fuori è stata palesemente abbandonata e fino ad ora non è stato trovato un punto d’accordo tra proprietà ecclesiastica ed amministrazioni comunali, per provare a riqualificare una tra le più importanti e simboliche aree nel cuore del Centro Storico di Luino. Con l’arrivo del nuovo prevosto, però, don Sergio Zambenetti, i colloqui con il sindaco Andrea Pellicini su un possibile sviluppo della struttura sono già stati attivati. “Con don Sergio vi è un ottimo rapporto di collaborazione - spiega il primo cittadino luinese - e ci siamo già confrontati su vari campi d’azione: in primo luogo migliorare la situazione della Piazza Papa Giovanni XXIII, ormai da tempo in attesa di manutenzione, ed in seguito abbiamo discusso a lungo anche sul Cinema Pellegrini e sulle Case Luini-Rossi, una volta gestito dalle ACLI di Luino, che si affaccia a piazza San Francesco. Il desiderio del Comune è quello di arrivare ad una ristrutturazione completa del complesso, ma non essendo un bene di proprietà del comune, cercheremo di collaborare al massimo con la Chiesa. Sarebbe un sogno riuscire a recuperare la struttura ed il Cinema Pellegrini, ma attualmente l’obiettivo minimo è quello di sistemare la piazza adiacente alla Parrocchia. Nelle occasioni in cui ci siamo visti il confronto è sempre stato costruttivo”. “Stiamo valutando come gestire questa grande unità immobiliare - spiega don Sergio - sia per il decoro urbano, sia per riuscire a dare qualcosa in più a tutta la cittadinanza. Ci sono tante ipotesi al vaglio, ma ancora non è stato effettuato nessuno studio o verifica per concretizzare progetti. Il recupero di tutto il sito sarebbe importante visto il valore storico-culturale che aveva il Cinema Pellegrini, che è stato abbandonato da tempo”.
Le prospettive futuro per l’utilizzo del Cinema Pellegrini. La riqualificazione degli edifici del Cinema Pellegrini ed il recupero connesso potrebbero essere un trampolino di lancio per la cultura luinese, almeno per quanto riguarda un potenziale spazio pubblico da destinare ad essa. Avere un luogo per riunioni, incontri o conferenze, di dimensioni ridotte, potrebbe riuscire a stimolare quell’interesse culturale che troppo spesso a Luino rimane assopito, se non in iniziative di alcune volenterose associazioni o in attività ed eventi organizzati dal Comune. Il Teatro Sociale è troppo grande per eventi di questo tipo (ndr, oltre 500 posti), mentre il rinnovato Palazzo Verbania ne avrà solo cento e nella sala della Biblioteca “Villa Hussy” la capienza è minore. Certo non sono gli spazi a creare idee ma, ad esempio, avere un luogo in cui le bande locali emergenti si possano ritrovare e scambiarsi opinioni potrebbe già significare qualcosa. Il Verbania, infatti, proprio per la natura del fabbricato non potrà ospitare concerti o sala prove. Senza tralasciare l’aspetto culturale, inoltre, si potrebbe pensare di dedicare uno spazio per un coworking, che potrebbe anche in questo caso, essere uno strumento con il quale giovani, e meno giovani, potrebbero trovarsi per scambiare idee e comunicare tra di loro, incentivando sia progetti singoli, sia startup che, senza spazi a loro dedicati, faticano a mettersi in mostra e farsi conoscere. Si tratta di progetti già posti in essere tra Sesto Calende, Ispra, Vergiate, Somma Lombardo e Ferno. Perché non provarci anche nel luinese cercando il giusto connubio tra interessi pubblici ed investimenti privati? Il Cinema Pellegrini potrebbe essere il tassello mancante per Luino non solo culturalmente ma anche per spazi e capienza, come affermato dal professore Roberto Radice in un’intervista di qualche settimana fa.