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Luino, Maroni: “Senatori lombardi e istituzioni locali insieme per dar voce e dignità ai frontalieri”

Creato il 20 febbraio 2016 da Stivalepensante @StivalePensante

Un documento che dai comuni possa arrivare sui banchi del consiglio regionale da far sottoscrivere ai senatori lombardi con l’obiettivo di dar voce e speranza a 60mila frontalieri italiani. E’ questo il sunto dell’incontro avvenuto ieri a Luino, al quale ha partecipato il Governatore Roberto Maroni. Per le problematiche riguardanti il pagamento della sanità è necessario, secondo il presidente di Regione Lombardia, che Roma dia nuove disposizioni con un Decreto Ministeriale. Inoltre, Maroni lancia la sfida al Parlamento affinchè nelle aree della “carta-benzina” venga istituita la Zona Economia Speciale, che darebbe particolari vantaggi fiscali a lavoratori e aziende.

Luino, Maroni:

Da sinistra: il vicesindaco Alessandro Casali, l’assessore regionale e presidente della Commissione Speciale Rapporti Lombardia Svizzera, Francesca Brianza, il Governatore di Regione Lombardia, Roberto Maroni, il sindaco di Luino, Andrea Pellicini, e il presidente del consiglio comunale Davide Cataldo

L’incontro sui frontalieri presso l’UBI Banca di Luino. E’ tornata a tener banco ieri pomeriggio a Luino la questione frontalieri, durante l’incontro organizzato dall’amministrazione comunale che ha visto protagonista il Governatore di Regione Lombardia, Roberto Maroni, e l’assessore regionale e presidente della Commissione Speciale Rapporti Lombardia Svizzera, Francesca Brianza. Al tavolo insieme a loro il sindaco di Luino, Andrea Pellicini, il vicesindaco Alessandro Casali e il presidente del consiglio comunale Davide Cataldo che ha moderato l’incontro. Sala gremita, quasi duecento i presenti, con un grande coinvolgimento degli interessati. Una riunione sentita ed un confronto acceso, con l’intervento di alcuni frontalieri critici che, entrati nelle specificità delle questioni soprattuto per quanto riguarda la fiscalità, hanno espresso tutte le loro perplessità in merito.

A far gli onori di casa è stato il primo cittadino luinese, Andrea Pellicini, che ha introdotto il tema della serata spiegando la situazione nel luinese con la presenza di 2mila circa frontalieri. “L’accordo non tutela in nessun modo il lavoro dei frontalieri, che partono da casa alle 5 di mattina, lavorano giornate intere e lo fanno con una retribuzione giusta, che riconosce i loro sacrifici. L’obiettivo svizzero, invece, è quello di rendere meno attrattivo il lavoro per i frontalieri e quindi di estromettere anche automaticamente i lavoratori italiani dal Canton Ticino, per rispondere alle esigenze degli elettori svizzeri. Gli unici che subiscono un pregiudizio sono i nostri lavoratori. Difendere i frontalieri significa difendere l’economia dei nostri territori”. Calca la mano anche il vicesindaco Casali: “Ancora non abbiamo visto nessun tipo di accordo, nonostante già l’anno scorso durante la campagna elettorale avevamo espresso le nostre perplessità. A trattare con Berna è stato mandato Ceriani che è un burocrate prima del governo Monti, poi Letta e ora Renzi. Sarebbe ora che la politica torni ad essere protagonista e tratti con la confederazione sia per la fiscalità, sia per i ristorni”. Prima dell’intervento del Governatore Maroni è stata l’assessore Brianza a presentare la situazione dei frontalieri facendo un quadro economico-sociale di quello che sta avvenendo nei territori di confine, con riferimenti alle iniziative e decisioni di Regione Lombardia. Come già fatto durante l’incontro tra le parti al Pirellone ha espresso le proprie criticità sulle decisioni del governo.

Luino, Maroni:
Maroni sui 700 milioni di di euro di ristorni. “Nell’accordo, che non è ancora in vigore perchè deve essere ratificato ancora dal Parlamento, ci sono i ristorni, ma non c’è l’impegno del Governo a compensare i comuni con queste risorse. A me il ministro ha garantito che saranno inseriti nella legge di ratifica. Si tratta di un problema che interessa molto ai comuni ed un po’ meno ai frontalieri e ai lavoratori. Parliamo di 700 milioni circa di ristorni, quasi tutti destinati alla Lombardia”.

Maroni e il lavoro di Regione Lombardia per tutelare i frontalieri. ”La legge di ratifica non potrà cambiare i contenuti dell’accordo, ma potrà solo modificarne i tempi di attuazione. Come Regione Lombardia non siamo nel processo dell’approvazione del trattato, ma possiamo fare alcune cose: raccogliere le opinioni dei frontalieri, dare voce a queste problematiche e posizioni… visto che da Roma non ci sentono. Molti senatori lombardi, non solo quelli della Lega Nord, sono intervenuti per dire cose giuste. Noi possiamo dare voce a questa comunità che merita attenzione, rispetto e dignità. I lavoratori meritano dignità e noi possiamo far sentire la voce dei frontalieri attraverso le istituzioni al Parlamento italiano. Io sono qui come presidente della Regione e voglio rappresentare tutti i cittadini, i lavoratori transfrontalieri a qualsiasi partito appartengano, persino quelli che tifano Inter“.

L’impegno del Governatore Maroni e di Regione Lombardia. “Se i lavoratori che non hanno una voce istituzionale si facessero promotori di impegnare il sottoscritto, come presidente della Regione, attraverso i comuni che a loro volta tramite i consigli comunali devono attivarsi, a convocare tutti i parlamentari della Lombardia, affinchè durante il voto in Parlamento tengano una determinata posizione, beh allora la musica potrebbe cambiare… il governo se ci sarà compattezza tra i parlamentari della Lombardia vi assicuro che ci ascolta. Questo è quello che possiamo fare, rapidamente. La legge sarà discussa in estate, abbiamo due mesi per organizzare e concordare questo documento con le problematicità sollevate e le istituzioni. I comuni lo fanno passare e io mi impegno a convocare rapidamente tutti i parlamentari lombardi in consiglio regionale per fare sottoscrivere questo documento e così il peso potrebbe aumentare. In caso contrario ciascuno continui pure a protestare ma sappiamo già come andrà a finire”.

Il pubblico presente all'UBI Banca di Luino

Il pubblico presente all’UBI Banca di Luino

Maroni sull’ambiguità delle leggi per quanto riguarda il pagamento del Servizio Sanitario Nazionale da parte dei frontalieri. “L’ordine del giorno approvato dal Parlamento è una legge ‘impegna il governo’ a fare una serie di cose, non lo obbliga, tra cui “ad intervenire sospendendo ogni iniziativa di stato, regioni e province autonome, pendenti ad introdurre un’impropria modalità di pagamento da parte dei lavoratori italiani occupati in Svizzera per il godimento delle prestazioni del Servizio Sanitario Nazionale’. Già così com’è scritta c’è qualche ambiguità: è stata venduta come ‘ora la Lombardia deve riconoscere di aver sbagliato e restituire le somme percepite’. Anzitutto l’ordine del giorno non ha valore legale e se io dicessi all’ASL di non fare più quello che ha fatto, qualcuno potrebbe denunciarmi per abuso di ufficio. Questo deve essere chiaro. Qui si dice che il governo deve intervenire, ma non lo ha fatto, per sospendere qualsiasi iniziativa pendente ad introdurre un’impropria modalità di pagamento. Io non voglio polemizzare, voglio risolvere i problemi. Per risolvere questo problema in campo sanitario ci sono due modi: o si modifica la legge del 2000 oppure si modifica il DM, decreto ministeriale. Basterebbe che il ministero della Salute e il MEF facciano un nuovo decreto in cui dicono che non si applica quel contributo, ma bisogna modificare un decreto del 1986. Fino a quel momento potremo solo interpretare. Io non ho il potere di imporre ai dirigenti dell’ASL determinate questioni. Negli scorsi giorni ho scritto una lettera al Governo dicendo di fare quello che poi è stato messo all’ordine del giorno e ho parlato anche con il ministro Lorenzin che è d’accordo con me, ma ancora non ha scritto questo decreto, gli ho mandato anche una bozza che risolvere il problema. Verrà chiarito che i frontalieri appartengono al Sistema Sanitario Nazionale come tutti gli altri lavoratori italiani e così non devono pagare il contributo. Ma serve il decreto del ministero della Salute e del MEF. Questa è la soluzione. Nel frattempo, con l’impegno pubblico del Governo, possiamo dire, per il momento, di fermarsi con il pagamento della sanità in attesa che venga deciso qualcosa. Se la ministra Lorenzin mi dice che entro tre settimane fa il decreto possiamo sospendere tutto, ma finora questa garanzia non l’ho avuta”.

Maroni e la proposta di introdurre la Zona Economia Speciale. “Quando si voterà la legge di ratifica mi piacerebbe che i parlamentari lombardi ponessero sul tavolo un’altra questione, cioè una proposta di legge mandata da noi in Parlamento qualche mese fa: l’istituzione della Zes, Zona Economia Speciale, cioè dare la possibilità a chi apre un’azienda di non pagare le tasse per cinque anni, e ridurre le tasse ai lavoratori perchè vivono vicino ad un paese extracomunitario. Questa legge è stata depositata in Parlamento un anno e mezzo fa dalla Regione Calabria, per la zona di Gioia Tauro. Qual è il paese extracomunitario con cui confina Gioia Tauro? Il riferimento va al porto, con i container che arriva da tutto il mondo. Io l’ho copiata identica, facendola valere alla nostra zona della carta-benzina. Ora l’iter è bloccato in Parlamento. Ma perchè i nostri parlamentari non possano sostenere anche questa proposta di legge? Non è contrario alle normative europee. Se passasse la Zes non avremmo bisogno di nulla, le risorse le metteremmo noi come Regione. Questi sono gli aspetti da concordare. Chiedo al sindaco e a tutti i comuni interessanti e confinanti di stilare un documento che possa essere mandato entro aprile in Regione, da farr sottoscrivere a tutti i parlamentari lombardi”.

A chiudere l’incontro Andrea Pellicini che si è detto disponibile ad attivarsi già nei prossimi giorni per lavorare al documento da presentare in Regione Lombardia, che presenti istanze e esigenze dei frontalieri coinvolgendo tutti i comuni di confine tra l’Italia ed il Canton Ticino.


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