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Luino non è un paese per… giovani

Creato il 06 agosto 2015 da Stivalepensante @StivalePensante

Alle scorse elezioni amministrative i votanti erano 13233 e considerando che il totale degli abitanti è di 14861, si può affermare che i minorenni, nel Comune di Luino, sono solo il 10,9% della popolazione (ndr, 1628 al 31 di maggio). Questo, nel corso degli anni, ha sempre inciso notevolmente sull’organizzazione di eventi luinesi che, per la maggiore, hanno sempre avuto un target indirizzato a persone di età pre adolescenziale o adulta. La carenza di eventi rivolti ai giovani si può riscontrare a livello culturale (ndr, con rare eccezioni per singole iniziative, specialmente a cadenza annuale), mentre in ambito sportivo il coinvolgimento è maggiore con diverse società impegnate sul locale e che organizzano manifestazioni come la 24ore di Basket. Qual è, però, la situazione attuale? Cosa fare per le nuove generazioni?

(Foto © varesereport.it)

Uno scatto di Piazza Libertà (Foto © Nicoletta Botta)

La situazione e le peculiarità dei giovani luinesi. Luino e i giovani, i giovani e Luino. Un rapporto che da anni ormai è andato a deteriorarsi e con il passare del tempo, dando uno sguardo al futuro, non sembra ci possano essere riavvicinamenti all’orizzonte. Inoltre Luino offre ben poche opportunità ai ragazzi ed è un paese “poco” ricettivo e propositivo per iniziative ed attività culturali destinate a loro. Anni fa l’amministrazione comunale aveva provato a costituire la “Consulta dei Giovani”, ma per diversi motivi, sia in ambito economico che giuridico, le riunioni non avevano portato a nulla. E dire che basterebbe poco, per coinvolgere i giovani: creare tanti piccoli eventi ad hoc, come nel caso del “Corto Weekend” al Caffè Clerici, potrebbe essere un ottimo trampolino di lancio per i ragazzi, per confrontarsi, conoscersi ed esprimere al meglio la propria creatività. Questa idea, di per sé, non basterebbe, visto che l’unico svago dei ragazzi a Luino è quello di affollare i bar, specialmente nelle serate invernali. L’alternativa? Spostarsi altrove. Varese, Lugano, Milano o provare ad inventarsi qualcosa con i propri amici. Nel periodo estivo, fortunatamente, vengono organizzati più eventi, ma francamente, per una cittadina lacustre che ha l’ambizione di essere una meta turistica, non è sufficiente. Interessante l’iniziativa del Festival degli Artisti di Strada, organizzata dall’Associazione Aurora, o del “Jazz in Maggiore” che, purtroppo, coinvolgono solo in parte i giovani del territorio. Le cause, però, sono da attribuire non solo alla politica, carente nel coinvolgere i giovani, ma anche ai ragazzi stessi che, a fronte di una scarsa “offerta”, si attivano concretamente poco per incentivare la “domanda”.

Quali sono le cause? Il problema anagrafico. Luino “ospita”, nelle proprie scuole, gli studenti del paese e delle zone limitrofe fino alle superiori, quindi con un’età non maggiore ai 18-19 anni. Da quel momento, infatti, qualcuno sceglie di fare il pendolare, per studiare all’Università, mentre altri si trasferiscono direttamente nelle città per continuare la propria carriera scolastica. I fortunati che rimangono in paese lavorano, altri, invece, cercano un impiego. Tra questi è normale che sia difficile trovare qualcuno disponibile ad impiegare il proprio tempo nell’organizzazione di eventi, attività o iniziative che coinvolgano i più giovani, specie se non spinti da qualcuno; magari il Comune stesso. Agli studenti che frequentano le superiori, invece, manca un supporto, un aiuto, che li metta in grado di provare ad organizzare qualcosa: una mostra, un concerto o una rassegna cinematografica, ad esempio. In altri comuni del varesotto, ad esempio ad Albizzate, la situazione è particolarmente diversa: lì alcuni giovani, e più o meno giovani, anni fa, si sono attivati costruendo da zero l’Albizzate Valley Festival. Si tratta di un Comune di circa 5300 abitanti che grazie a decine di ragazzi in pochi anni hanno messo in piedi, anche con tante difficoltà, un Festival che, con il passare del tempo, riscuote sempre maggior successo, riuscendo ad invitare anche gruppi ed artisti di fama internazionale. A Luino, invece, è stato fatto qualcosa, ma non è sufficiente, specie se ad organizzare eventi sono enti “esterni” che si appoggiano a quelli territoriali: ad esempio il “Fuori chi legge”, organizzato l’anno scorso dal Sistema Bibliotecario dei Laghi al Parco Ferrini. In paragone allo stesso Festival, con riferimento all’edizione lavenese di qualche anno fa, Luino ha riscosso meno successo nel numero di presenze. L’evento, però era stato culturalmente molto valido.

Cosa c’è da cambiare? Da cambiare sicuramente c’è da una parte l’approccio dei giovani, nel dedicarsi ad attività che possano essere di interesse pubblico, e dall’altra la politica che, attualmente, non riesce né a farsi promotrice di coinvolgimento né riesce a dare gli adeguati spazi per incentivare la creatività dei ragazzi. Partire dagli spazi, indire riunioni o provare a creare una rete di giovani sarebbe auspicabile, per fare in modo che coloro i quali siano veramente interessati ad possano costruire un gruppo di persone che anche a costo zero inizino ad organizzare eventi, che seppur piccoli siano di alta qualità. Non sarebbe male provare ad utilizzare le “risorse” umane-culturali offerte dal territorio. Sono tante, ad esempio, le band luinesi presenti in loco, ma non vi è ancora nessuno “spazio pubblico” destinato ai giovani musicisti. Nonostante questo alcuni gruppi sono riusciti quasi ad affermarsi, o ci stanno lavorando. Creare una rete anche “istituzionale”, non sarebbe male, anzi aumenterebbe le possibilità dei musicisti che, con la quotidiana passione che nutrono per la musica, cercano di “aiutarsi” tra di loro.

Su cosa puntare? Sicuramente partire dal coinvolgimento, provare a fare rete e non pensare che avere i bar affollati di ragazzi significhi che a Luino ci sia vita. La forza di un paese come Luino dovrebbe essere quella di portare i giovani di tutta la Provincia in città per farli partecipare a qualcosa di originale, innovativo, divertente e culturalmente valido. Pensare che i bar possano trainare da soli questi obiettivi è un paradosso: i bar dovrebbero, ed alcuni già lo fanno, investire in piccoli eventi in grado di attrarre il maggior numero di ragazzi, ma è necessario il supporto delle istituzioni locali. Se tra giugno e settembre c’è qualche piccolo segno di “movimento”, con qualche festival o evento, è da ottobre ad aprile che ai giovani, come detto prima, viene offerto ben poco. I “disco-pub” presenti nel territorio, che “animano” i weekend dei luinesi soprattutto in inverno (ndr, visto che la discoteca Lido di Luino è ormai chiusa da qualche tempo), non hanno interesse a innalzare il livello culturale degli eventi luinesi e solo in sporadici casi, perlopiù legati all’intrattenimento o allo sport, viene organizzato qualcosa. Con questo non si vuole dire che questi eventi non siano importanti o necessari per la formazione di tutti i ragazzi (ndr, vedi lo spirito agonistico-sportivo-solidale della 24h di Basket), ma ai giovani luinesi, come a tutti i giovani del mondo, insieme allo sport sarebbe utile e necessario affiancare mostre culturali, artistiche, fotografiche, proiezioni, spettacoli teatrali o rassegne cinematografiche di un certo tipo, concerti musicali o presentazioni di libri.

In tanti altri paesi italiani, anche di dimensioni molto più piccole rispetto a Luino, ai giovani viene data molta più libertà creativa “pubblica”, che mira a farli impegnare maggiormente in quegli interessi o quelle passioni che coltivano a casa da soli o tra pochi amici. Sarebbe importante, soprattutto per Luino, dar loro un’opportunità che gli permetta di sviluppare le loro idee, anche attraverso il confronto, e che queste culminino in proposte. Da qui fare in modo che i ragazzi possano iniziare un percorso che li porti ad organizzare attività ed iniziative per l’interesse di tutti. Solo così, anche con gli errori che magari potrebbero commettere, si riuscirebbe a smuovere quel sopore culturale che, invece, continua a imbattersi nel paese lacustre. Sarebbe auspicabile che il Comune non solo garantisse spazi e strumenti per far esprimere la creatività ai giovani, ma che si facesse anche promotore di incontri, iniziative ed attività destinate a loro, magari provando a coinvolgere anche i privati.


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