Continua la campagna elettorale per le elezioni amministrative del Comune di Luino, di maggio 2015, nonostante l’unica ufficiale candidatura sia quella di Giuseppe Taldone e la quasi certa del sindaco uscente, Andrea Pellicini. Il centro-sinistra a Luino è fuori dalla maggioranza da oltre quindici anni e ad alzare la voce, attraverso un comunicato stampa è proprio il comitato di Sinistra, Ecologia e Libertà di Luino, con Diego Intraina e Antonio Azzarito, che propongono un decalogo che dia “Garanzie per la triplice alleanza: consiglieri comunali, partiti e società civile”.
Antonio Azzarito e Diego Intraina, del Circolo di SEL di Luino e di Maccagno con Pino e Veddasca
Il decalogo del Centro-Sinistra “Garanzie per la triplice alleanza: consiglieri comunali, partiti e società civile“.
“Il circolo di Luino di Sinistra Ecologia Libertà – si legge in un comunicato stampa firmato da Diego Intraina e Antonio Azzarito, di SEL Luino – è ben predisposta ad aderire ad una lista di Centro-Sinistra per le prossime elezioni a Luino, ma richiede uno sforzo preliminare all’intera compagine: definire, prima di qualsiasi nome e proposta programmatica un decalogo d’impegno comportamentale che possa incorniciare un’area d’identità al fine di rendere trasparente e fluida la proposta politica e anticipare, superandoli, i possibili problemi di condivisione e di convivenza. Condizione generale: i soggetti politici, organizzati o individuali, presenti nella coalizione di centro-sinistra ritengono che la loro unione debba innanzi tutto rispettare il principio della pari opportunità, indipendentemente dalla forza rappresentata, impegnandosi onestamente con tutte le loro capacità e le proprie forze a garantire la propria fedeltà al progetto politico, ritenendo la forma dialettica e il comportamento una condizione di stile che contraddistingue e supporta i valori del centro-sinistra. Si impegnano a non creare situazioni d’imbarazzo indotto da situazioni esterne devianti, e se dovessero crearsi si consegnano alla decisione “assembleare interna” nel caso di richiesta di dimissioni.
Per governare la città di Luino, ecco il decalogo proposto dal Circolo di Sinistra, Ecologia e Libertà.
1. Il gruppo di maggioranza dovrà applicare, obbligatoriamente, ad ogni intuizione che riguarda trasformazioni territoriali e decisioni sui beni comuni, una elaborazione seria predisposta ad utilizzare processi attivi di partecipazione e di condivisione: assemblee di quartiere, laboratori/forum, assemblee aperte a tutta la cittadinanza e consigli comunali aperti. Ci deve essere la consapevolezza di voler trasformare il processo in una opportunità: intrattenere “relazioni creative” capaci di determinare forme di dinamismo sociale che riescano ad assolvere, attraverso l’importante compito l’arricchimento della conoscenza, la “gestione sostenibile” dell’intero patrimonio culturale (materiale e immateriale) e, attraverso un indispensabile fiorire della coscienza valoriale non esclusivamente economica, la valorizzazione del principio del bene comune. Lo strumento amministrativo più idoneo a riassumere una concreta sintesi comportamentale e pedagogica di questo processo è il bilancio partecipato a cui un vero e serio centro-sinistra non può rinunciare se si vuole caratterizzare, evitando così di cadere nella imbarazzante logica dell’essere tutti uguali .
2. Il gruppo di maggioranza dovrà farsi carico di rivedere lo statuto comunale inserendo o migliorando la possibilità di indire referendum abrogativi oltre che propositivi con almeno 500 firme (attuale: 10% dei diritto di voto 11583=1158) da presentare entro quattro mesi, mettere a disposizione presso gli uffici comunali un apposito ufficio relazioni che aiuti il cittadino a presentare richieste o dimostranze, modificare il regolamento delle commissioni riaprendo la candidatura non solo ai Consiglieri Comunali, istituzionalizzare il Consiglio Comunale dei giovani dai 16 ai 18 anni.
3. Il gruppo di maggioranza dovrà incontrarsi almeno una volta ogni quindi giorni con il gruppo di coalizione: partiti associazioni che hanno aderito al progetto elettorale. Questi incontri devono servire per mettere a conoscenza i partiti delle difficoltà interne amministrative e delle eventuali “decisioni” e per rendere altrettanto coscienti i Consiglieri Comunali dei relativi bisogni espressi dalla società civile.
4. Il gruppo di maggioranza si impegna a riportare in consiglio comunale la sintesi di quanto uscito dall’incontro di coalizione, anche qualora non ci fosse unità d’intenti, chiaramente nel limite del buon senso. Il/i consigliere/i si impegna a consegnare le dimissioni qualora si trovasse in grave disaccordo con le decisioni assembleari, decisione che deve essere garantita attraverso un accordo preliminare.
5. Il gruppo di maggioranza si mette a disposizione a convocare incontri periodici con le cinque frazioni: Luino centro, Voldomino, Creva, Moncucco, Colmegna e Longhirolo.
6. Il gruppo di maggioranza dovrà mettersi a disposizione ad incontrare periodicamente le associazioni di categoria e cercare di aprire un dialogo e una collaborazione con le forze sindacali: organizzazione di un tavolo economico permanente.
7. Il partito/i dovranno garantire sostegno politico al gruppo consigliare con strumenti di vario genere: gazebi, assemblee, comunicati stampa ecc.
8. Il partito/i dovranno inoltre impegnarsi mensilmente, congiuntamente o singolarmente, ad allestire e realizzare un programma di attività, di carattere culturale, che possa aiutare a sostenere il pensiero del bene comune: ambiente, sociale, mobilità.
9. Il partito/i dovranno predisporsi ad incontri periodici aperti con tutti gli altri partiti presenti sul territorio: istituzionalizzazione del tavolo interpartitico.
Il circolo di Luino di Sinistra, Ecologia e Libertà ha proposto anche alcune direttive, seguendo il decalogo per governare la cittadina lacustre, anche in caso di sconfitta alle prossime elezioni amministrative di maggio 2015.
Le critiche e le proposte di SEL Luino alla realtà politica locale. “Dobbiamo ringraziare le elezioni – si legge nella nota stampa -, perché il loro cadenzato pervenire permette di fare (ri)incontrare vecchi compagni di viaggio che hanno una peculiarità: nei cinque anni d’opposizione amministrativa vivono quasi sempre in un torpore di sonnolenza, vanno insomma in letargo dove, in quel lungo periodo, è difficile incontrarli se non casualmente dentro ad un bar davanti ad un colorato aperitivo. La realtà politica del quotidiano, fatta di serate seduti ad un tavolo dove si confrontano le idee, dove si distendono gli inevitabili conflitti, dove di conseguenza si decidono iniziative che servono a raddrizzare le maldestre decisioni dei governanti stimolando la città verso particolari forme di reazione – insomma tutte attività che richiedono di rubare un po’ di tempo agli interessi privati – a questi amici non interessano. Ma certamente il risveglio avviene e la tanto energia accumulata è pronta per essere investita nei momenti caldi, dove si intravedono possibilità di egemonia e di gratificazione del potere. L’unica eccezione che concedono, che possono concedere, è quando qualcuno li invita a qualche tavolo ben illuminato o dove esiste la possibilità di intravedere forme di coinvolgimento appaganti”.
“Sono gli amici del faro, ma non estimatori di quel tipo di faro che segnala la sua posizione per aiutare i naufraghi a ritrovare un punto fermo, ma il loro faro è quello che viene irresponsabilmente posizionato in modo che li possa illuminare facendoli apparire nella notte come l’unica fonte di saggia salvezza. Vivono nell’apparente e irresponsabile bagliore, dimenticandosi le difficoltà reali degl’altri naviganti; la loro presenza nulla avrà a che fare con il tentativo del salvataggio ma, caso mai, sarà al servizio di quelle sole imbarcazioni che permetteranno a loro stessi di poter navigare in suggestive acque profonde. La loro presenza non è volontà di uno spirito classico di generosità, non vuole educare tutti alla navigazione, vuole appropriarsi di preziose rotte esclusive. Però la presenza, per ottenere questo risultato, è consapevole che deve prima condividere con altri equipaggi il porto, una condivisione indispensabile che riesce a permettergli di soddisfare il proprio bisogno d’ancoraggio e pertanto tutta la logistica organizzativa, al fine raggiungere l’esclusivo obiettivo. Questo loro obiettivo li porta scientificamente ad invertire la virtuosa e necessaria condizione della giusta e onesta “crescita sociale”, opportunità di organizzare comportamenti strutturali pedagogici di condivisione capaci di auto-rigenerare la società sostituiti, con apparenti ed evanescenti offerte pre-definite di quantità d’oggetti di consumo inutilmente fine a se stessi, che oltre a trasformare il territorio in una discarica lo condannano all’insostenibilità finanziaria e all’impoverimento della sua unica vera ricchezza: la creatività sociale. Ricordiamo ai nostri amici del faro: è vero la navigazione si governa dal timone, ma questa non può non partire dalla consapevolezza dell’importanza olistica, dell’indispensabile contributo e dell’intuizione dell’equipaggio; è partendo da questo “come”, da questo comportamento empatico che si deve arrivare alle decisioni, dalla qualità individuata e organizzata di questo sistema d’autogoverno che prende la forza e l’affidabilità la navigazione, condizione che otre tutto evita gli imbarazzanti ammutinamenti”.
“Dobbiamo dunque chiederci – concludono Diego Intraina e Antonio Azzarito -: il faro ha un solo custode o ne possiede altri? Questo custode come condizionerà l’operazione oggi e domani?”