
“Ci visita l’amore. La casa possiede una memoria cieca di sole sulle braccia e la passione, arida d’erba, sulla pelle. / Dobbiamo veramente abbracciarci in questa mattina grigia d’ogni nostalgia e patteggiare con la luce che comincia a disturbarci sotto le porte come un guardone nascosto che dobbiamo sopportare. / Sono troppe cose. Si vede che il tempo vola indifferente, a noi estraneo che abbiamo parlato tanto della vita per giungere in tempo ai suoi occhi aperti, al suo capezzolo rosato e alla bella volta dei corpi che cercavamo insieme, impetuosamente, aprendo cerniere con l’impazienza propria degli innamorati. / Il sole che sembra l’esitante carne delle tue labbra si avvicina strisciando e mi ricorda che è ancora possibile rincorrerci mentre si spengono lente le ultime stelle. / Prima che tu nascessi ed io nascessi qualcuno dovette vivere in queste stanze, sopportarle come le settimane, riempirle di desideri realizzati a metà. / Gente di solitudine. / Forse sarà tutto valso se un giorno… / Noi ormai niente abbiamo creato, neppure un focolare. / È più saggio l’amore quando nasce, quando si incomincia a sentire il mattino, per il lungo, deserto cammino della tua pelle.”