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Luisa Elisabetta e le altre.

Creato il 10 aprile 2013 da Bernardrieux @pierrebarilli1
Luisa Elisabetta e le altre. Nella seconda metà del '700, quando il ducato di Parma e Piacenza per l¹infecondità dei maschi Farnese passò ai Borbone, giunsero in città al seguito del duca don Filippo e della di lui consorte duchessa Luisa Elisabetta  figlia di Luigi XV, circa tremila francesi, il 10% dell'intera popolazione:funzionari, artisti, artigiani, prostitute, cuochi, faccendieri e umanità varia. 
E' proprio allora, in quel tempo, che la "piccola capitale", grazie alla duchessa Luisa Elisabetta e alla sua "Corte", si trasformò in "petite capitale" col francese nella lingua che si alternava, mischiandosi, al dialetto parmigiano; questa contaminazione, insieme alla erre alla francese, fece penetrare nell'animo, nel cervello, nello stomaco, nella sensibilità della gente quella apertura culturale, quelle esclusive raffinatezze, non solo nelle arti ma anche in cucina, che da allora diventarono caratteristiche genetiche per i parmigiani.
Non è dunque un caso se, al tempo,  Parma risultava la città -dopo Parigi, ovviamente- con più abbonati all'Encyclopèdie di Diderot e D'Alambert, e con l'Encyclopèdie ecco l'Illuminismo con il suo razionalismo, con la sua laicità, e con la netta divisione dei poteri statali da quelli religiosi.
Le radici parmigiane del bel vivere, raffinato e con gusto,  affondano qui, tra le sete fruscianti, i ricami dorati, i balli di Corte, gli spettacoli al Farnese, le edizioni bodoniane, la quadreria in Pilotta, l'Università sottratta ai gesuiti, il Collegio del nobili, lo stracotto di cavallo, il formaggio più buono del mondo e il vino scuro servito nelle scodelle... Insomma, la "Corte" della figlia di Luigi XV a Parma portava ricchezza non solo culturale, e mondana ma anche economica;  basti pensare che la "Corte" per il suo funzionamento impegnava  una umanità bella, viva e istruita  che faceva crescere la città e anche il reddito dei suoi cittadini.
Cinquant'anni dopo toccava ad un'austriaca, una duchessa austriaca, Maria Luigia, primogenita dell'imperatore Francesco I d'Asburgo-Lorena e di Maria Teresa di Borbone-Napoli, già moglie di Napoleone, di nuovo stimolare, con altre e più intime sollecitazioni intellettuali e pratiche, quella che oggi definiamo come "parmigianità". Una "parmigianità" che ancora oggi si distingue per cultura e gusti raffinati, grazie soprattutto a quella  grazia che le  donne, tutte le donne, splendide nella loro ricercata eleganza e con un soprappiù di cultura e di briosa sensualità, hanno avuto per questa città.
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