Il Corvo di Alex Proyas, adattamento cinematografico dell’omonimo fumetto di James O’Barr girato nel 1994, è diventato un cult grazie ad una storia coinvolgente, un interprete azzeccato e, soprattutto, alla fama di film maledetto.
Una morte terribile ed avvolta nel mistero, causata da una pistola utilizzata sul set e non debitamente caricata a salve.
Visto il clamoroso successo del film, sono stati girati diversi rifacimenti che in breve tempo sono finiti nel dimenticatoio, mancando di quel particolare carisma che ha caratterizzato il loro originario protagonista. A Hollywood però c’è ancora chi punta su questo film, ed ha messo quindi in cantiere un nuovo sequel.
L’attenzione dei media era puntata sulla scelta dell’attore designato, nuovo interprete de Il Corvo, che, visto i trascorsi accadimenti, avrebbe dovuto essere anche persona non superstiziosa.
Anche il fumetto di James O’Barr da cui è tratto il film, ebbe fama di storia maledetta che da sempre avvolge Il Corvo, in qualunque formato venga proposto. O’Barr infatti non è mai riuscito a staccarsi completamente dalla sua creatura più famosa. Gli altri fumetti che ha prodotto e continua a produrre non hanno nemmeno sfiorato la popolarità de Il Corvo, finendo inesorabilmente dimenticati.
Sulla morte di Brandon Lee molte cose si sono dette, teorie e storie che hanno contribuito ad alimentare la leggenda metropolitana secondo cui l’attore rimase ucciso in una scena che venne lasciata nella versione definitiva della pellicola The Crow.
Brandon Lee morì mentre stava girando Il Corvo, ma la scena dove rimase ferito venne tolta dalla versione definitiva del film. Vediamo quindi com’è andata esattamente.
Era il 31 marzo del 1993, quando negli studi di Los Angeles, dopo due mesi di lavorazione e ad otto giorni dalla conclusione de Il Corvo, venne girata la scena mortale in cui Eric Draven (Brandon Lee) entrando nel suo appartamento con la spesa viene aggredito da alcuni malfattori e colpito con un colpo di pistola da Funboy (l’attore Micheal Masee). Il colpo era a salve, ma in canna era rimasto il frammento di un’altra cartuccia sparata in una delle riprese precedenti.
Morte accidentale, quindi, e non addirittura omicidio, come si era ipotizzato, arrivando anche a sospettare che il proiettile a salve fosse stato sostituito da uno vero. La scena fu ripresa anche da un’altra telecamera laterale, dove si sarebbe dovuta vedere molto più chiaramente, ma quel nastro non è mai stato ritrovato.
Il regista, Alex Proyas, dichiarò : “Lo vidi crollare a terra, con un lamento, il foro del proiettile mi parve perfettamente simulato e il sangue era forse fin troppo abbondante, ma nel complesso la scena era riuscita a meraviglia e dopo aver gridato stop dissi che ne avremmo girata un’altra, più che altro per sicurezza”. Peccato che sul set tutti si mossero per girare la nuova scena e Brandon Lee rimase disteso al suolo, immobile.
Brandon Lee venne trasportato d’urgenza al più vicino ospedale. I medici trovarono un corpo metallico nello stomaco, che gli aveva provocato la ferita mortale. Il giovane attore morì di lì a poco e la morte fu dichiarata accidentale. Il film fu terminato utilizzando la tecnica digitale ed alcune scene furono interpretate da un sosia, di fatto, non c’è nessuna sequenza in cui si vede Brandon Lee entrare nel suo appartamento con la spesa.
L’attore fu sepolto vicino alla tomba del padre Bruce Lee, e ne condivide il triste destino di essere morto giovane. Brandon avrebbe dovuto sposare Eliza Hutton subito dopo la conclusione delle riprese del film “maledetto”. Ed ecco giustificata la dedica finale “For Brandon and Eliza”.
Non rimane che augurare buona fortuna alla nuova versione del film e soprattutto a Luke Evans. Del resto, “Non può piovere per sempre!”.
Written by Cristina Biolcati