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Lukha b kremo, artista della parola

Creato il 07 settembre 2013 da Postpopuli @PostPopuli

 

 

di Giovanni Agnoloni

Lukha B Kremo, scrittore due volte finalista al Premio Urania e artista poliedrico impegnato nella sperimentazione musicale, è un esponente di punta del movimento connettivista. Oggi, in quest’intervista, svisceriamo i vari ambiti della sua produzione artistica.

 

 LUKHA B KREMO, ARTISTA DELLA PAROLA

Lukha B Kremo in un suo reading (da kippleblog.blogspot.com)

- La tua attività è complessa e plurisfaccettata: scrittore, musicista, performer. Da dove nasce questo “dipanarsi creativo”?

Mi sono sempre sentito “artista della parola”, nel senso che scrivere per me è, oltre che raccontare storie, fare ricerca linguistica, contribuire all’evoluzione naturale del linguaggio. E quindi anche quello della contaminazione linguistica, dello sviluppo dell’ipertesto. E tutto questo non per “sfizi intellettualistici”, tutt’altro. Il mio obiettivo è di avvicinare la cultura “alta” a quella “di strada”, e rendere più aderente il linguaggio al pensiero, che per sua natura (per la fisiologia del nostro cervello) è reticolare e ipertestuale e funziona per rimandi, suggestioni, analogie che si confrontano con il percorso logico, grammaticale del discorso.

Questa ricerca linguistica si può estendere dalla lingua pura ai linguaggi figurativi e sonori, quindi la musica, la pittura e la scultura. Non nego di cimentarmi anche in strani quadri, ma fin da piccolo sono stato, oltre che amante della scrittura, un gran divoratore di musica, ed è in questo settore che mi sono impegnato più a fondo. Il metodo migliore per fruire della musica è sicuramente la performance dal vivo, così penso che il reading sia il miglior metodo per ascoltare la poesia e per alcuni assaggi di narrativa.

- I tuoi romanzi e racconti oscillano tra la riflessione (fanta)scientifica e la distopia (fanta)politica. Giustapposizioni tematiche in linea con la tua adesione al movimento connettivista?

Penso di sì. In generale, secondo me, oggi è necessario riflettere sul rapporto scienza/discipline umane, rielaborando tutta una serie di pensieri fatti dall’Illuminismo. Troppo spesso si dimentica l’importanza della “ragione” (intesa come razionalità) o, all’opposto, gli si dà eccessiva importanza, isolandola del resto del pensiero umano. Il confronto scienza/umanesimo, dopo un periodo di tiepida convivenza, negli ultimi anni sta rivivendo, a livello sociale, una stagione di aspra contrapposizione (e internet è un buon detonatore).

Invece, se si ricerca un confronto, ci si accorge che vi sono nette convergenze sia tra la fisica (per esempio la Meccanica Quantistica) e la teologia, sia tra la scienza medica (la Neurofisiologia) e la psicologia, certa parapsicologia, le scienze sociali e infine, nuovamente la teologia.

Non mi è mai piaciuta l’esistenza di una sedicente categoria intellettuale (perché nessuno oggi può dirsi esperto di tutto), ma mi pare necessario più che mai un gruppo di persone che cerchi di superare questo iato culturale, questa frammentazione decadente, che faccia navigare il lettore e l’internauta senza lasciarlo naufragare in un incolto qualunquismo.

- Che differenza trovi tra il medium espressivo narrativo e quello musicale?

Sono media pressoché opposti, se non teniamo conto delle parole di un brano musicale. La narrativa è sequenza temporale logica, coerenza narrativa e segue norme grammaticali abbastanza rigide, la musica è sequenza temporale analogica, è intuitiva ed emozionale e segue pochissime regolette facilmente aggirabili. Naturalmente è possibile “contaminare” la narrativa utilizzando procedimenti di creazione musicale, come per esempio il flusso di coscienza, i flashback, i flashforward, i piani narrativi (e temporali) paralleli, interlacciati, eccetera. Ed è per questo che la fantascienza è il genere più consono per questi esperimenti.

- Recentemente hai formulato un’ipotesi interessante sull’evoluzione del Connettivismo nella direzione di un movimento letterario e artistico nella scia della cultura postmoderna. Ce ne puoi parlare?

Sì, ne sono sempre più convinto, non solo come evoluzione del Connettivismo, ma addirittura come un’evoluzione possibile della fantascienza stessa. L’uomo sta vivendo un momento di boom tecnologico che sottrae forza a certe storie di fantascienza tecnologica o di anticipazione scientifica. Ma la vera forza della narrativa è quella di proporre sempre nuove suggestioni. Oggi la direzione è quella della full immersion, della realtà aggiuntiva (intesa anche come reality show), e infatti il medium più popolare è quello del cinema, seguito dai videogiochi, soprattutto per quanto riguarda la fantascienza. Alla narrativa (che per sua natura è già di per sé una full immersion), non resta che adeguarsi, “invadendo il territorio” del lettore senza con questo perdere la propria principale caratteristica, cioè quella di lasciare libertà d’immaginazione (che nella fantascienza dovrebbe scaturire il famoso sense of wonder). E per far questo deve trovare vie nuove, utilizzando tutte le proprie armi, come il montaggio della storia, la sintassi, il lessico, la grammatica. Ed è ciò su cui ha lavorato maggiormente la letteratura postmoderna, soprattutto statunitense. Con le dovute differenze culturali, che evitino l’imitazione e la manierizzazione, il Connettivismo dovrebbe seguire le ricerche fatte dagli autori postmoderni e farle proprie. Per il Connettivismo suggerirei senz’altro Kurt Vonnegut, anche se non è propriamente annoverato tra gli autori postmoderni.

 

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Lukha B Kremo (dal blog di “Nazioneoscura”)

- Che cos’è la Neo Repubblica Kaotica di Torriglia?

Si tratta di una micronazione, facente parte del sedicente Quinto Mondo, in polemica contrapposizione con la divisione delle nazioni in quattro mondi in base alle proprie potenzialità economiche. La micronazione è solitamente una nazione creata da poche persone per i più disparati motivi, anche se può esistere anche per un’anomalia storica (per esempio il Principato di Seborga, in Liguria). Tra i tanti motivi che hanno portato alla fondazione di micronazioni (sociali, politici, ludici, artistici, truffaldini, eccetera), la NeoRepubblica Kaotica è nata nel 2004 inizialmente a Milano, e si è poi trasferita a Torriglia nel 2009. È stata fondata come atto artistico nel contesto dell’iniziativa dell’”Anno delle Azioni Oscure”, come n/Azione Oscura, quindi l’indipendenza della neorepubblica è da interpretarsi come azione artistica, ovvero come opera d’arte concettuale originata dalla mail-art. Dal 2000, infatti, faccio mail-art, un ramo della fluxus art che riguarda la creazione di un network postale artistico. Oggi conta decine di cittadini con tanto di passaporto, un governo con 12 ministri, 2 ambasciate e 2 consolati, ha moneta, bandiera e inno nazionale, ha al suo attivo un blog con decine di migliaia di contatti ed è stata riconosciuta con atto ufficiale da una delle più antiche micronazioni al mondo: la Repubblica di Molossia.

- I tuoi prossimi progetti?

I miei progetti sono molti, ma posso parlare solo di quelli che quasi sicuramente vedranno la realizzazione. Nel 2013 il mio nick musicale Krell compie 10 anni, e dopo la raccolta in Cd appena uscita, sto lavorando a un Dvd di videoclip per 12 o 13 brani “girati” da diversi videomaker o artisti di vario tipo (musicisti, pittori, ballerini). Dopo questo lavoro Krell smetterà di pubblicare Cd e si dedicherà a ibridazioni musical-artistiche, cioè opere artistiche che in qualche modo conterranno musica.

Sul campo narrativo, sto lavorando a una nuova antologia connettivista e a un romanzo che si dovrebbe allontanare dalla fantascienza.

 

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