TELEVISIONE
la TV dei ragazzi
17,30 ALBUM DI 5 PAESI
Nigeria
18,00 VIAGGI TRA LE STELLE
Nel sistema solare
Presenta Guglielmo Zucconi
Consulenza astronomica della prof.ssa M. Hack
18,30 LE AVVENTURE DI CAMPIONE
Il fiume sotterraneo
Telefilm - Regia di Ford Beebe
Produzione: CBS-TV
Interpreti: Barry Curtis, Jim Bannon, il cane Rebel e Campione, cavallo prodigio
18,55 LA DOMENICA SPORTIVA
Risultati, cronache filmate e commenti sui principali avvenimenti della domenica
20,30 TELEGIORNALE
Direttore Massimo Rèndina
In studio Riccardo Paladini, Ugo Zatterin e Gianni Granzotto
20,50 CAROSELLO (Shell Italiana - Gillette - Vecchia Romagna Buton - L'Oreal)
21,00 TELESPORT
21,15 UN DOMANI PER I NOSTRI FIGLI
Programma di orientamento professionale
Realizzazione di Giuliano Tomei
21,35 IL CAPPOTTO
Film - Regia di Alberto Lattuada
Produzione: Faro Film
Interpreti: Renato Rascel, Yvonne Sanson, Giulio Stival, Antonella Lualdi
23,15 TELEGIORNALE
Seconda edizione
In studio Riccardo Paladini
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Agli inizi del'epopea italiana della televisione non vi erano regole precise sul ruolo delle annunciatrici, normalmente provviste di un contratto di lavoro con la RAI ma in grado anche di fare altro, sia fuori che dentro il contesto del piccolo schermo. Una di esse era questa sorridente ragazza padana, originaria di un paesino di quell'area geografica senza carne nè pesce che è il Mantovano (lombardo politicamente; veneto fisicamente; emiliano linguisticamente e caratterialmente), la bella figlia di un semplice carrettiere di Buscoldo, tale Adadelmo Fretta, di nome Emma. Desiderosa di sfondare nel mondo dello spettacolo, un bel giorno la sedicenne Emma partì per Roma, fece un provino e ottenne una parte ad hoc (bisognava raccontare la storia di una ragazza alla ricerca del successo artistico) nel film Siamo donne. Artisticamente ella da quel momento divenne Emma Danieli. Eccola in TV nel 1955: dapprima partecipa alla versione sceneggiata di Piccole donne con la regia di Anton Giulio Majano; indi Emma diventa annunciatrice e presentatrice a tutti gli effetti. In RAI trova l'amore nel regista Franco Morabito e diventa mamma di una bimba di nome Stella; nel frattempo le piovono offerte di ogni tipo, sia al cinema che in televisione (anche per i caroselli), per cui, essendo stata nel frattempo introdotta in RAI la regola per le annunciatrici di essere ritenute dipendenti a tutti gli effetti dell'azienda, la Nostra si licenzia a fine 1959 e passa alla libera professione. Nel 1967 si separa da Franco Morabito; nel '68 ricompare in video come conduttrice di un programma culturale, Capolavori nascosti, e nel '70 emigra alla TSI. La Danieli riapparirà in RAI solo un altro paio di volte: nel 1971, con i lunghi capelli biondi raccolti in un crocchio (così ce la ricordiamo), ella animerà con Raffaele Pisu lo spettacolo estivo itinerante di giochi per i più giovani dal titolo Ariaperta, mentre nel 1977 interverrà a una puntata di A tutto volume, breve ciclo estivo di musica leggera. Sul finire degli anni Ottanta, poi, la terribile malattia e nel giugno 1998 la morte in una clinica di Lugano, a soli 62 anni. Le ceneri di Emma Danieli riposano oggi nella tomba della famiglia Fretta, a Buscoldo.
Per la serie " Sic transit gloria mundi " eccovi un aneddoto che ci riguarda, legato proprio alla scomparsa della bella attrice e presentatrice mantovana: a fine giugno del 1998 eravamo a Roma, al mercato di Porta Portese. Era la prima volta che vi capitavamo, per cui c'era in noi un certo candido entusiasmo nel ricercare soprattutto riviste d'epoca. Ci trovammo anche davanti alle scartoffie messe non proprio a disposizione da un tipo assai scorbutico, il quale non permetteva nemmeno sotto tortura che gli interessati sfogliassero preventivamente quei giornali: c'era anche un Radiocorriere del '55 con, appunto, Emma Danieli in copertina. Tanto per cercare di rendere più socievole il venditore in questione, dicemmo che la poveretta era mancata proprio pochi giorni prima... ma ci sentimmo rispondere, con tono villano e volgare: " E mo' io che ce posso fa ?", un "eccchissenefrega" in codice da noi regolarmente colto. Inutile dire che rinunciammo all'acquisto di quel giornale pur di non scontrarci ulteriormente con il nostro interlocutore "burino", mai più intercettato, comunque, negli anni successivi, allorquando la nostra presenza nella Capitale fu un po' più costante.
Anche per rinverdirne il ricordo, la fotografia a colori di Emma Danieli che avete visto in cima al post è stata scelta per introdurre il palinsesto televisivo di un ormai assai remoto lunedì 2 dicembre, quello del 1957. Subito salta ai nostri occhi una curiosità assai rilevante, che un'altra immagine rivela:
L'avete riconosciuta ? E' Margherita Hack, allora giovanissima esperta di astronomia, chiamata dalla RAI per curare i testi di una trasmissione dedicata ai ragazzi, "un panorama dell'Universo aggiornato alle più recenti scoperte, dalla Terra alle nebulose più remote", come si affretta a spiegare il Radiocorriere. Del resto, il recente lancio del primo satellite artificiale da parte dell'Unione Sovietica (lo Sputnik: inoltre si è appena spenta l'eco dell'esperimento con l'impiego della cagnetta Laika) ha rinfocolato l'interesse generale per la materia. Questo programma a carattere divulgativo va in onda da Milano e s'intitola Viaggi tra le stelle: ne è conduttore il giornalista Guglielmo Zucconi e per la Hack sarà solo la prima di una serie di esperienze televisive di un certo rilievo, esperienze da cui emergeranno da un lato l'indubbia competenza e dall'altro una certa simpatia, suscitata dall'apparire costante, durante il proprio discorrere, della "gorgia", ossia la tipica "c" aspirata fiorentina. Ancora sono lontani i tempi della difesa del proprio ateismo e della giusta, netta condanna di ogni forma di superstizione, argomenti che vedranno la grandissima studiosa sempre in prima linea sino alla recentissima scomparsa.
Sarà molto difficile che in archivio sia stato conservato questo programma, forse destinato, come moltissime produzioni della TV milanese dei primi 15 anni, alla distruzione attraverso il riciclo dei nastri (in questo caso dei pesantissimi vidìgrafi: gli ampex, nel '57, non sono ancora arrivati in Italia): al più, vedremo di fare un'inchiesta in mediateca e capire come stanno le cose a tal riguardo. La curiosità non manca di certo.
Ci sembra di vedere davanti al monumentale televisore di casa, intento a seguire la trasmissione di Viaggi tra le stelle con particolare attenzione, un ragazzino tredicenne di Torino di nome Piero Bianucci: un giorno quest'ultimo non solo sarà un grande amico ed estimatore di Margherta Hack, ma anche ne raccoglierà il testimone facendo conoscere gli studi astronomici nei secoli, raccogliendo pure questo excursus in un bel libro, Storia sentimentale dell'astronomia, che sarà pubblicato nel 2012 per i tipi di Longanesi:
"(Arthur) Koestler aveva torto quando sosteneva che il De revolutionibus cadde nel totale disinteresse dei lettori dell'epoca. Ma aveva ragione se pensiamo a quante convinzioni sbagliate ancora oggi esistano sul sistema eliocentrico descritto da Copernico. Quasi tutti credono che esso, mettendo il Sole al centro, liquidi tutte le astrusità e gli errori del sistema tolemaico. Niente affatto. Tolomeo, sulla scorta di Aristotele, riteneva che le orbite fossero perfettamente circolari, i corpi celesti perfettamente lisci e sferici, i moti assolutamente uniformi e che Luna, pianeti e stelle fossero incastonati in sfere di cristallo perfettamente trasparenti. Questi pregiudizi li ritroviamo tali e quali nel modello copernicano.
Per spiegare i moti osservati e tenere la Terra al centro, Tolomeo aveva poi dovuto scendere a vari compromessi. A muoversi su orbite circolari non erano i pianeti veri e propri ma un punto intorno al quale i pianeti descrivevano un'altra piccola orbita circolare, detta epiciclo. Le sfere cristalline a loro volta non ruotavano proprio intorno alla Terra ma intorno a una serie di punti leggermente decentrati diversi per ogni sfera chiamati "equanti" e il grande cerchio centrato sul punto equante era detto "deferente".
Copernico esercitò il suo sforzo intellettuale soprattutto per eliminare l'equante. Far muovere la Terra intorno al Sole in un anno, farla ruotare su se stessa in un giorno dandole la Luna come satellite e disporre i pianeti nel giusto ordine di distanza dal Sole fu un grande passo avanti, che risolse, per esempio, la questione del moto retrogrado dei pianeti. Dovette però conservare gli epicicli per spiegare come mai variasse la velocità dei pianeti lungo la loro orbita, e alla fine il suo sistema implicava ben 34 cerchi.
In definitiva, il sistema copernicano era pù logico e razionale ma non più semplice di quello tolemaico. Far muovere la Terra comportava vari problemi. Per esempio, le stelle dovevano essere molto più lontane di quanto all'epoca si immaginasse, perchè in esse non si notava alcuna parallasse annuale mentre quella prevista assumendo la distanza di 20mila raggi terrestri ereditata da Tolomeo sarebbe stata di ben 7 gradi. Insomma, c'era ancora molto da fare per giustificare le osservazioni con la precisione desiderata: occorreva innanzi tutto liberarsi delle orbite circolari a favore di quelle ellittiche, come farà Keplero, ma anche questa sarebbe stata solo una approssimazione perchè il Sole non è in uno dei fuochi ma, al pari dei pianeti, orbita intorno al baricentro del sistema, ed è il baricentro a trovarsi nel fuoco dell'ellisse. Le velocità orbitali sarebbero state spiegate correttamente solo da Newton introducendo solo una forza, la gravità, che varia con il quadrato della distanza e il prodotto delle masse in gioco
In sintesi, a Copernico mancò una interpretazione fisica dei fenomeni. Per lui il cosmo rimase astratta geometria, proprio come per Tolomeo".
(PIERO BIANUCCI, Storia sentimentale dell'astronomia, Longanesi, Milano, 2012, pagg. 41-42).
Per sopperire alla già ricordata assenza (molto probabilmente totale e perpetua) di contributi video tratti da Viaggi tra le stelle, lasciamo nuovamente lo spazio a Piero Bianucci: l'intervento che state per vedere è stato filmato direttamente da noi a Chivasso (Torino) la sera del 7 giugno 2013, proprio in occasione della presentazione del volume più sopra ricordato.
Invece c'è eccome, su YouTube, sia pur in versione originale, l'episodio del telefilm dedicato al cavallo Campione in onda quel pomeriggio. Demmo un cenno su questa serie nel post http://ilfocolare-radiotv.blogspot.it/2013/09/sabato-17-settembre-1966.html, soffermandoci anche sull'orecchiabile canzone-sigla (e ci sorprende che l'inconfondibile urlo cantato "Champion, the wonder horse !" non sia rimasto nella memoria dei piccoli telespettatori nostrani di allora). Vi offriamo stavolta, come già preannunciato, la visione completa dell'episodio intitolato Il fiume sotterraneo ("Lost river"):
Carosello piace sempre più, pur se ancora non si è delineata quella produzione animata che ne decreterà la definitiva affermazione. Comunque non mancano originali trovate, come quelle che caratterizzano l'ultimo dei comunicati in onda quel lontano lunedì sera, ossia i "beniamini" lanciati in televisione da Angelo Lombardi, L'amico degli animali (un personaggio e una trasmissione di cui parleremo presto nel nostro Focolare), simpatiche bestiole (capeggiate dalla scimmietta Dolly) che assumono pose umane. Prima di questo carosello, il nostro montaggio che in parte rispecchia la scaletta della serata di lunedì 2 dicembre 1957 comprende pure Il galateo del guidatore, spiegato dall'allora Presidente dell'ACI Giovanni Canestrini per la Shell, e il profilo di una giovanissima atleta di una disciplina nuova per l'Italia, lo sci nautico, la milanese Piera Castelvetri (che fra due anni sarà campionessa del mondo) presentata ai telespettatori da Vecchia Romagna Buton:
Noi del Focolare - Radio TV siamo in procinto di entrare nel quinto anno del nostro blog e ci auguriamo che questo quarto compleanno coincida con il raggiungimento del post numero 300 che (ve lo diciamo sin da adesso) avrà carattere riassuntivo, con una sorta di indice generale di tutto ciò che abbiamo proposto da quel lontano gennaio 2010 sin qui. Scegliendo le varie tematiche prendendo ovviamente spunto dai palinsesti di riferimento, capita spesso di affiancare ad argomenti a noi noti anche cose desuete, dimenticate, per non dire a volte sconosciute o quasi. E' sempre un pretesto per allargare il nostro (e il vostro) sapere e sovente capita che, tra gli argomenti "nuovi", se ne trovi qualcuno in grado di colpirci non poco, continuando a offrire spunti di riflessione e/o interpretazione. Ricordate ad esempio quando, non più di un mese e mezzo fa, vi parlammo assai dettagliatamente del bellissimo film che Alberto Lattuada girò nel 1951 a Pavia traendo spunto dalla novella Il cappotto di Gogol, con Renato Rascel interprete principale ?
http://ilfocolare-radiotv.blogspot.it/2013/10/martedi-16-ottobre-1962.html
Non avevamo mai visto prima di quella recentissima occasione questo lungometraggio, del resto ritrovato e restaurato solo poco tempo fa, dopo almeno tre decenni di oblìo (a parte una VHS quasi clandestina uscita negli anni Novanta). Il ricercarne analisi critiche e commenti ci ha spinti ad approfondire meglio un po' tutto, dal soggetto originale di Gogol (da noi riletto con maggior attenzione) agli arditi adattamenti e aggiustamenti della sceneggiatura, infine immedesimandoci in Carmine De Carmine, questo Akakij Akakijevic della Lomellina, espressione più chiara ed evidente di quegli "ultimi" per i quali facciamo da sempre il tifo, sia nei romanzi che nei film. Rascel e il suo nonsense apportano a un film così profondo nella propria drammaticità piccoli momenti di comicità, una comicità comunque amara, melanconica. Troppo facile quanto inevitabile paragonare Carmine - Rascel a Charlot - Chaplin (figura, quest'ultima, da noi sempre amata)... come è inevitabile, vedendo e rivedendo le scene principali del lungometraggio di Lattuada, storcere di fronte a certe scene un mesto sorriso, destinato poi a trasformarsi in commozione, a volte figlia dello sdegno per le assurde situazioni negative che toccano al protagonista.
Il 2 dicembre 1957 Il cappotto va in onda in prima visione televisiva. Nel precedente post vi abbiamo presentato in un rapido montaggio le parti più importanti del film... pur se ci siamo accorti troppo tardi che ci è sfuggita una breve ma curiosa scena, quella in cui Carmine - Rascel sorprende nell'ufficio dell'archivio una giovane coppia che è intenta a baciarsi ("lei" è Antonella Lualdi) e poi, imbattutosi in un alto funzionario, avvisa quest'ultimo della chiusura dello stesso archivio...per fortuna non accade nulla. Segue un frammento tratto dalla scena della festa di Capodanno, ancora con la Lualdi, bella e sempre oggetto di appassionati baci:
De Il cappotto vi mostriamo ora il trailer: non si tratta, purtroppo, di quello originale, bensì della nuova versione che ha accolto il felice restauro della pellicola.
Andando alla ricerca di eventuali filmati integrativi, ci siamo soffermati su una bellissima operazione effettuata da un utente di YouTube, il quale ha pensato bene di proporre un rapido montaggio di sequenze tratte da Il cappotto usando però un sottofondo musicale quanto mai azzeccato, una struggente ballata di Claudio Lolli, cantautore emiliano "impegnato" in voga negli anni Settanta, dal titolo Borghesia... proprio quella borghesia che si accanisce sia nel racconto di Gogol che nel film di Lattuada ai danni del malcapitato Akakij Akakijeviç - Carmine De Carmine, il cui solo torto è quello di essere un uomo modesto e semplice, ergo sgradito a un ceto così pieno di arrampicatori sociali :
Concludiamo questo post prendendo spunto dalle notizie del Telegiornale e in particolare da una molto triste: migliaia di persone, a Roma, hanno reso omaggio alla salma del grande tenore Beniamino Gigli, morto sabato 30. Vogliamo anche noi ricordare l'illustre cantante lirico, proponendone la veste più "leggera" che lo rese ancor più popolare nel mondo: la struggente (seppur inflazionata) canzone di Bixio Cherubini Mamma.
Abbiamo pure trovato due brevi chicche, due esempi in cui Gigli spiega ai giovani cantanti alcuni preziosi segreti della tecnica vocale: nel primo inserto si fa cenno alla differenza tra il canto "di gola"e quello "di diaframma".
L'altro documento insiste sull'importanza di considerare "a parte" il canto alla napoletana:
Con il ricordo del grande Gigli si chiude anche questo nostro post, con la speranza che esso vi sia risultato gradito come i precedenti. Vi ringraziamo per l'attenzione e vi invitiamo ai nostri prossimi interventi, che contribuiranno ulteriormente a rafforzare l'importanza di un blog che - e non siamo certamente noi a dirlo - sta facendo scuola ai tanti epìgoni sorti in rete in questi anni.
Un saluto affettuoso e cordiale, come sempre, da
CBNeas
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Per i 60 anni della televisione italiana merita attenzione il
LUNARIO DEI GIORNI DI TELE
di Cesare Borrometi La TV degli anni d'oro come non è stata mai narrataCon il passare degli anni crescono sempre più la nostalgia e l'interesse per la vecchia TV di qualità: appositi canali digitali, siti Internet dedicati, pubblicazioni periodiche, tanto nelle edicole quanto nei negozi specializzati; DVD contenenti, tutte o in parte, storiche trasmissioni di ieri, libri a carattere storico-rievocativo godono di un pubblico scelto, appassionato e spesso anche esigente. Eppure c’era una lacuna da colmare: un almanacco, un lunario che raccogliesse, giorno per giorno, una vasta gamma di programmi di quel periodo d’oro, dal varietà allo sceneggiato, dalla pubblicità all’informazione, dalla TV dei ragazzi al teatro e alla cultura, lo sport e via dicendo. In tutto 366 titoli, uno per ogni giorno dell’anno, scelti in base alla relativa data di trasmissione (o di inizio serie per i programmi a puntate) o ad eventi particolari atti a determinarne il successo, e corredati da schede tecniche, presentazioni e commenti. Questa lacuna viene oggi colmata da Cesare Borrometi, ideatore di una formula che senz’altro cambierà il modo di gestire la storiografia sull’argomento: fermo intendimento dell’autore è di produrre nel tempo ulteriori libri del genere, fornendo all’appassionato, allo studioso e al curioso un panorama il più possibile preciso dei giorni, dei mesi e degli anni che hanno visto sbocciare trasmissioni e personaggi di fama del “piccolo schermo" da riscoprire e rivalutare.
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