Magazine Cultura

Lunedì 27 settembre 1976

Creato il 01 ottobre 2013 da Cbneas1968
Lunedì 27 settembre 1976
RETE UNO
   Per Torino e zone collegate, in occasione del 26° Salone Internazionale della Tecnica
10,15  PROGRAMMA CINEMATOGRAFICO
13,00  SAPERE
   Aggiornamenti culturali
   coordinati da Enrico Gastaldi
   I fumetti
   a cura di Nicola Garrone e Roberto Giammanco
   Regia di Amleto Fattori
13,25  IL TEMPO IN ITALIA
13,30 - 14,00  TG 1
14,55  ROMA - TENNIS: COPPA DAVIS
   ITALIA - AUSTRALIA
           Semifinale Interzone
   Completamento dell'ultimo incontro di singolare (interrotto per oscurità il giorno prima)
   Panatta - Newcombe
   Telecronisti Guido Oddo e Gian Piero Galeazzi
   Regista Mario Conti
   (La RAI ha autorizzato la trasmissione anche a colori)
   la TV dei ragazzi
18,30  SELEZIONE SPAZIO
   Settimanale dei più giovani
           a cura di Mario Maffucci
           con la collaborazione di Luigi Martelli e Franca Rampazzo
           Realizzazione di Lydia Cattani
   -   Viaggio nel meraviglioso mondo di Lorenz
   di Guerrino Gentilini e Bruno Rasia
   -   Laboratorio stop
   di Luigi Martelli
19,25   SEME D'ORTICA
   tratto dal libro di Paul Wagner
            Dialoghi italiani di Alfredo Medori
   La grande illusione
   Con Yves Coudray, Jacques Zanetti, Serge Marquant
   Regia di Yves Allegret
            Prod. : ORTF - Telcia Films
   (Replica)
19,50   CHE TEMPO FA
   ARCOBALENO
20,00   TG 1
   Direttore Emilio Rossi
            CAROSELLO
20,45   Paul Newman: ultimo divo
   Presentazione di Claudio G. Fava
   MISSILI IN GIARDINO
   ("Rally 'Round the Flag, Boys !", 1958)
   Film - Regia di Leo McCarey
   Int. : Paul Newman, Joanne Woodward, Joan Collins
            Prod. : 20th Century Fox
            DOREMI'
22,40   L'ANICAGIS presenta
            PRIMA VISIONE
            BREAK
22,50   TG 1
            CHE TEMPO FA
RETE DUE
18,30  RUBRICHE DEL TG 2
           Inchieste - Varietà - Sportsera 
19,00  PARTITA A DUE
   Mister Karafatma
    Telefilm
           Interpreti: Robert Culp, Bill Cosby
           Prod. : N.B.C.
   ARCOBALENO
20,00  TG 2 - STUDIO APERTO
           Direttore Andrea Barbato
           INTERMEZZO
20,45  IL PROCESSO DI SLANSKY
           Con Luigi Vannucchi e Marisa Fabbri
           Testo e regia di Leandro Castellani
           (Replica)
           DOREMI'
22,20  TG 2 - SECONDA EDIZIONE
           con l'intervento di Ruggero Orlando
22,30  DIBATTITO IN STUDIO SU "IL PROCESSO DI SLANSKY"
           Al termine:
           BREAK
           e
           TG 2 - STANOTTE
  RAI - SENDER BOZEN
  SENDUNG IN DEUTSCHER SPRACHE
 (Trasmissioni in lingua tedesca per la zona di Bolzano, in onda sulla Rete Due)
19,00  TAUSEND JAHRE BYZANZ
           Mosaiken und Fresken als Zeugen der Geschichte
           Kleinasien - Kern des Reiches
   Regie: Janko Erdelyi
           Verleih: Polytel
19,30  WELTRAUM 2000
   Eine Sendung von und mit Professor Dr. Heinz Haber
   Zuruck zur Erde
   Regie: Horst M. Berktold
20,30  TAGESSCHAU
20,45  PS
   Fernsehspiel von R. Stromberger
   Mit Wolfgang Engels, Gunter Pfitzmann, Gerd Baltus
   Restalkohol
   Regie: Claus Peter Witt
           Produktion: NDR
21,50  BHUTAN - DAS VERSCHLOSSENE KONIGREICH
   Ein Film von Gisela Bonn uber den Staat im osthichen Himalaja
TSI - SVIZZERA
   Per i bambini:
18,00  IL REGALO DI COMPLEANNO
           Disegno animato
           (A COLORI)
18,15  GHIRIGORO
           Appuntamento con Adriana e Arturo
           (A COLORI)
18,45  LE AVVENTURE DEL SIGNOR BENN
           Racconto
   Benn cow-boy
           (A COLORI)
18,55  IL VILLAGGIO DELLA SPERANZA
           Documentario
           (A COLORI)
    -      TV-SPOT
19,30  TELEGIORNALE       1a edizione
           (A COLORI)
    -      TV-SPOT
19,45  OBIETTIVO SPORT
           Commenti e interviste del lunedì
           (A COLORI)
   -   TV-SPOT
20,15  QUEI DUE ALLEGRONI DI GENOVA... UMBERTO BINDI E GINO PAOLI
           Programma musicale
           Presenta Franco Nebbia
           (A COLORI)
   -   TV-SPOT
20,45  TELEGIORNALE      2a edizione
            (A COLORI)
21,00  ENCICLOPEDIA TV
           LA TURCHIA
           (A COLORI)
21,50  OGGI ALLE CAMERE FEDERALI
           (A COLORI)
21,55  GRANDI DIRETTORI D'ORCHESTRA
           Karl Bohm
           Prod. : RAI -Radiotelevisione Italiana
           (A COLORI) 
22,45  TELEGIORNALE     3a edizione
   (A COLORI)
KOPER - CAPODISTRIA
19,55  L'angolino dei ragazzi
           CARTONI ANIMATI
           (A COLORI)
20,15  TELEGIORNALE
            (A COLORI)
20,35  CITTA' GEMELLATE: SPALATO - PESCARA
           (A COLORI)
21,35  GIOVANI ALLA RIBALTA
           Musicale
           (A COLORI)
22,05  IMPRESSIONISTI SLOVENI
           Matija Jama
           Documentario realizzato con la collaborazione della Galleria Moderna di Lubiana
           (A COLORI)
22,35  PASSO DI DANZA: BALLETTO CLASSICO
   (A COLORI)
TMC - MONTECARLO
18,45  UN PEU D'AMOUR, D'AMITIE' ET BEAUCOUP DE MUSIQUE
   Presenta Jocelyn
19,30  DISEGNI ANIMATI
19,45  SHOPPING
   Programma per la donna
           (A COLORI) 
20,00  LA GRANDE AVVENTURA
   Telefilm
20,50  NOTIZIARIO
21,10  I CARI PARENTI
   Film - Regia di Richard Haydn
   Int. : John Lund, Wanda Hendrix, Monty Wooley.
22,45  OROSCOPO DI DOMANI
           (A COLORI)
A 2 - FRANCIA
15,05  SULLA PISTA DEL CRIMINE
   Telefilm
           (A COLORI)
17,50  FENETRE SUR...
           (A COLORI)
18,55  DES CHIFFRES ET DES LETTRES
           (A COLORI)
19,44  A CIASCUNO IL SUO
           (A COLORI)
20,00  JOURNAL
           (A COLORI)
20,30  LA TETE ET LES JAMBES
           (A COLORI)
21,55  LA VIE DE CHOPIN
   Documentario
           (A COLORI)
23,35  JOURNAL
           (A COLORI)
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Nel 1976 è ancora, più semplicemente, l'annunciatrice di Sender Bozen, cioè del programma RAI in tedesco per il pubblico altoatesino e tirolese. Cinque anni dopo ella si trasferirà a Roma e lì resterà (salva una breve sostituzione a Milano nell'autunno 1983 per l'indisposizione di Mariolina Cannuli) fino al 2003. Il nome completo è Josephine Elisabeth Franzelin, detta brevemente Peppi: sudtirolese purosangue, cresciuta praticamente come una sorta di Heidi del versante italo-austriaco delle Alpi, tra mucche, caprette e canti jodel, Peppi Franzelin si segnala per l'ottima pronuncia di tutte e quattro le principali lingue straniere (ovviamente il tedesco, poi il francese, l'inglese e lo spagnolo) e già dal 1980 è la voce italiana del tradizionale Concerto di Capodanno di Vienna, ruolo al quale sicuramente deve la propria popolarità e che manterrà finchè, per ordine dell'azienda, ella dovrà ritirarsi (e sinceramente ci manca in quella veste, pronta a spiegare in modo persuasivo, traducendolo all'impronta dal tedesco, il programma di sala contenente le note di presentazione sui brani della famiglia Strauss - e non solo - eseguiti dai Filarmonici della capitale austriaca).
Lunedì 27 settembre 1976: il Paese sta per rimettersi in moto totalmente. Le scuole si apriranno venerdì 1° ottobre, secondo tradizione, una tradizione che però sta per rompersi definitivamente. Il Presidente del Consiglio, Giulio Andreotti, incontra le parti sociali: che sarà del lavoro in Italia, con gli operai sul piede di guerra e certi disastri ambientali (come quello dell'estate precedente a Seveso, in Brianza) che potevano essere evitati solo con maggior buon senso ?  Intanto, in Friuli è ripartita la ricostruzione post - terremoto, una delle uniche due (l'altra seguirà il sisma del settembre 1997 in Umbria e nelle Marche) per nulla condizionate da fattori esterni poco puliti (come è avvenuto in Sicilia nel 1968 e come accadrà in Irpinia nel 1980, in Abruzzo nel 2009 e in Emilia nel 2012).
Ci consola lo sport: non ancora il calcio della massima serie che prenderà il via la domenica successiva, con il Torino squadra da battere (comunque gli azzurri di Bernardini e Bearzot, pur non giocando splendidamente, hanno vinto senza subire reti le amichevoli dei giorni precedenti), bensì il tennis, il quale, grazie ai trionfi di Adriano Panatta e agli ottimi livelli della squadra italiana, pervenuta alla semifinale Interzone di Coppa Davis, sta vivendo proprio in quel periodo un rilancio non indifferente, coinvolgendo anche i profani e i giovani.... ne riparleremo fra poco.
Il palinsesto televisivo è ancora abbastanza scarno e tale sarà mantenuto sino al 25 ottobre, quando finalmente anche la Rete 2 potrà aprire le proprie trasmissioni alle 12,30 e introdurre un notiziario meridiano. Il lavoro di organizzazione, però, è piuttosto complesso, viziato da contrasti e polemiche: la riforma, entrata parzialmente in vigore a metà marzo, sembra non stia dando frutti concreti in questa fase iniziale. Tutti se ne lamentano, al punto che le maestranze stanno organizzando un'azione di lotta senza precedenti: bloccare per un giorno tutti i programmi, con il (nuovo) monoscopio inamovibile per oltre 36 ore. Quel giorno sarà il successivo giovedì 30.
Sapere, dopo quasi dieci anni di onorato servizio, sta per cambiare pelle, effetto dell'appena costituito Dipartimento scolastico - educativo. Dal mese di luglio sta andando in onda una super - antologia dei cicli più apprezzati e fortunati di questa enciclopedia televisiva che ha avuto soprattutto nel giornalista torinese Enrico Gastaldi e nelle sue idee di spettacolarizzazione discreta della cultura il principale punto di forza. In quei giorni viene replicata la doppia serie sulla storia e l'evoluzione dei fumetti: in particolare, la puntata che viene ritrasmessa quel 27 settembre 1976 si sofferma sull'arte di un poliedrico personaggio nordamericano, Jules Feiffer, giornalista, commediografo e disegnatore. Nel 1960 egli, con la collaborazione di Gene Deitch, autore di pregevoli cartoni animati (verrà anche in Italia per realizzare qualche carosello pubblicitario), crea il cortometraggio di Munro, la storia paradossale di un bambino arruolatosi volontario nell'esercito degli Stati Uniti d'America, che contiene in nuce un messaggio antimilitarista:

Altro esempio di satira firmata da Jules Feiffer, stavolta solo con carta e matita, è quello riguardante la figura sempre, ovunque e comunque sbertucciata dell'intellettuale saccente:

Come vi dicevamo, l'attenzione dell'opinione pubblica è quel giorno rivolta al campo del Foro Italico, ove finalmente si conclude la semifinale di Coppa Davis tra Italia e Australia. Il singolare conclusivo tra Adriano Panatta e John Newcombe è stato sospeso per oscurità (complici un lungo secondo set, vinto dal giocatore romano, e il ritorno dell'ora solare) alle 18 del giorno prima, al termine del quarto gioco del terzo set. In quel momento i parziali erano 5-7 e 8-6. Si ricomincia da 2-2.
Tensione ed emozione sono palpabili: noi, allora bambini, siamo per la prima volta a Milano, ospiti dei nostri cugini più grandi, e contempliamo come davanti ad un oracolo un apparecchio televisivo a colori, un ITT - Schaub Lorenz che nostro zio, funzionario di dogana, ha acquistato anni prima per godersi le trasmissioni di Svizzera e Capodistria. Anche la RAI, sia pur per poche ore al giorno, in via sperimentale, dai giorni dei giochi olimpici di Montreal ha cominciato a trasmettere qualcosa e, poichè il palinsesto di quel lunedì non prevede alcunchè di sicuramente colorato (perfino il film della serata, di cui parleremo più avanti, viene mandato in onda con il color killer), non c'è problema per la messa in onda con il sistema PAL dell'improvviso avvenimento agonistico. Basta meno di un'ora e Newcombe è battuto.(6-4, 6-2).
Purtroppo non siamo affatto in grado di documentare questo felice momento per lo sport italiano: non abbiamo a disposizione fotografie nè inserti filmati. Esiste solo un ampio servizio che però risale alla Domenica sportiva del giorno prima: nient'altro. L'incompetenza e l'ignoranza regnavano e regnano sovrane negli ambienti preposti alla gestione degli archivi della RAI: quando ci sono persone, come Pino Frìsoli, Luca Rea, Christian Calabrese e altre ancora, veramente documentate e istruite in materia, alla ricerca di cose preziose e mai più riviste, ecco che saltano fuori lacune grosse quanto una casa... e proprio lo sport è il settore più penalizzato, purtroppo. Mancano parecchi documenti filmati: stranamente, sembra trovarsi più roba degli anni Cinquanta - inizio Sessanta che noi dei Settanta. Non ci sono più tracce delle sintesi domenicali del campionato di serie A di calcio (almeno sino al marzo 1977)... non ci sono parecchie telecronache delle coppe europee dell'epoca... mancano anche importanti telecronache di altre discipline (ed è il grave caso, appunto, di questa semifinale interzone tennistica e della sua appasionante appendice).
  
E' finale di Coppa Davis, dunque: prima di Natale ci aspetta il Cile, ma tutti gli altri Paesi hanno rinunciato per motivi politici, in segno di protesta contro il duro e atroce regime di Pinochet. Da quella sera (e fino ai primi di dicembre) si scatena il dibattito: Cile sì o Cile no ? Alla fine il  buon senso fara sì che il fatto sportivo prevalga su quello ideologico e così l'Italia vincerà per la prima e finora ultima volta l'insalatiera.
Anche la TV dei ragazzi sta per cambiare volto e quindi fioccano pure in questo caso le trasmissioni di natura antologica. Ad esempio, il settimanale Spazio, nato nel 1970 da un'idea di Mario Maffucci (non ancora capostruttura per i varietà e men che meno padre dello Zero Assoluto) e Luigi Martelli, si sta congedando quell'estate dai telespettatori con una replica dei servizi meglio riusciti. Tra questi, un incontro con l'etologo austriaco Konrad Lorenz, insignito del Premio Nobel 1973 per la Medicina e la Fisiologia, il quale sviluppò i propri studi prendendo spunto essenzialmente dal comportamento dei pennuti, nella fattispecie delle oche.
Non abbiamo trovato quell'intervista, ma siamo riusciti comunque a visionare e a ritenere adatta al nostro discorso una trasmissione dedicata a Lorenz (morto nel 1989) una quindicina d'anni fa da RAI Educational, che per i propri fini divulgativi affronta l'argomento con semplicità e gradevolezza:
  

Il Salone della Tecnica ospitato da Torino Esposizioni (cui si fa menzione nel palinsesto a proposito del tradizionale Programma cinematografico del mattino più e più volte ricordato negli scorsi post del Focolare) è il pretesto per un dibattito sul futuro delle televisioni, soprattutto locali. Stanno per arrivare i telecomandi in tutti i televisori a colori da salotto fabbricati dalle grandi case produttrici, soprattutto tedesche e olandesi, e quindi con essi sta per incominciare la stagione dello zapping. Le due reti della RAI, le emittenti private, ancora indipendenti e a diffusione locale, e soprattutto le reti televisive straniere, tre delle quali in lingua italiana (TSI, Koper e TMC), trovano facilmente posto negli apparecchi domestici.
Tèle Montecarlo trasmette a colori con il sistema SECAM adottato dalla Francia (per questo si vede in bianco e nero nei principali apparecchi ad uso domestico, tarati per il solo PAL) e Paolo Limiti non è ancora direttore artistico, ma comunque collabora con competenza all'organizzazione dei palinsesti, ripescando film visti una volta sola o mai in televisione sino a quel momento o telefilm i cui diritti  sono scaduti e non più rinnovati dalla RAI. E' il caso de La grande avventura, serie che esordì negli Stati Uniti esattamente tredici anni prima, il 27 settembre 1963 (per cui adesso si raggiunge il mezzo secolo) e che, in meno di un anno, volendo ricordare il centenario delle guerre di secessione, in sostanza raccontò, con situazioni verosimili, come nacque la confederazione e come si aggiunsero, una per una, le altre stelle della bandiera. In Italia questo telefilm si vide intorno al 1967 - '68 e non mancò di essere apprezzato dai nostri telespettatori. Ve ne proponiamo la sigla:

La TSI, invece, dedica un gustoso special a due grandissimi della canzone italiana d'autore, Umberto Bindi e Gino Paoli. Ancora una volta accomunati dalla medesima etichetta discografica (dopo la Ricordi e la RCA, adesso è la volta della Durium), i due genovesi (pur se Paoli è nato a Monfalcone, ma è cresciuto nel capoluogo ligure) hanno pubblicato due 33 giri legati in qualche modo alla loro città e ai suoi meravigliosi paesaggi. Umberto Bindi si cimenta anche come pianista ed esegue quattro motivi strumentali, arrangiati dal chitarrista e direttore d'orchestra Bruno Battisti D'Amario, che con altrettante canzoni formano l'album Io e il mare. Di grande effetto è il pezzo di apertura, stampato anche a 45 giri, dal titolo L'alba, che nulla ha da invidiare a Claude Debussy e ai suoi schizzi sinfonici sul mare per gli effetti paesaggistici provocati dalle note:

Gino Paoli, invece, ha raccolto alcune canzoni in lingua genovese del passato prossimo e remoto e le ha riunite in un LP intitolato Ciao, salutime un po' Zena e questo pochi mesi prima che l'amico Bruno Lauzi, sulla scia della ballata di Paolo Conte Genova per noi, da lui lanciata, abbia la medesima idea: infatti alcune scelte sono state effettuate da entrambi, come nel caso di questa bellissima canzone brasilianeggiante, scritta da Sergio Alemanno e intitolata O straççè:

Ritroviamo Umberto Bindi nel ruolo di cantautore con la title track del suo ultimo lavoro, Io e il mare, il cui testo è stato scritto da Bruno Lauzi:

Nel disco dedicato alla tradizione genovese, Gino Paoli dedica cinque minuti ai trallalero, ossia ai tipici gruppi vocali della zona, facendosi accompagnare da uno di essi in una fantasia di tre canzoni, Boccadaze, O cappello e Chitàra zeneise:

Altro gioiello strumentale, affidato alle tastiere di Umberto Bindi che, dopo l'attacco della chitarra classica di Bruno Battisti D'Amario, disegnano un delicato, struggente bozzetto dedicato al paesaggio marino di Bogliasco... quasi otto minuti di magia atti a caratterizzare la piccola suite intitolata Bogliasco notturno:

Non possiamo che concludere questo omaggio alla loro città da parte dei due grandi cantautori con i "Saluti a Zena" rivolti da Gino Paoli:

Tra le trasmissioni annunciate quella sera ai telespettatori del Sud-Tirolo /Alto Adige e dintorni da Peppi Franzelin spicca una serie di telefilm di recente produzione, messa in onda con successo nella Germania Federale l'anno prima e dalle caratteristiche assai originali: prendendo spunto dalle automobili acquistate presso una concessionaria, ecco snodarsi alcune storie di vita suggerite proprio dai proprietari di tali vetture. Il titolo di questo ciclo di originali televisivi è PS - Geschichten ums auto: va in onda quella sera l'episodio Restalkohol ("Residui di alcool").

Il tempo di scoprire la delizia di un vitello tonnato preparato con tutti i crismi ("Magnifico, magnifico !", commentiamo, con l'entusiasmo figlio della curiosità tipica di un bambino di otto anni che assaggia tale pietanza per la prima volta) e poi, terminato un Carosello che sta sparando le ultime cartucce (anno nuovo, telepubblicità nuova... ormai è cosa certissima), Maria Grazia Picchetti, come ogni lunedì, ci invita alla visione di un film. E' in corso una serie antologica tutta dedicata a Paul Newman, comprendente una decina di film, molti dei quali mai trasmessi prima dalla televisione italiana, e ne è ideatore, curatore e conduttore (prima di ogni pellicola egli compare in video per dire due parole introduttive, sempre con classe e competenza) Claudio G. Fava, un genovese che si può chiaramente definire un'enciclopedia vivente del cinema internazionale. Quella sera è di scena il lato meno frequente della produzione cinematografica del bellissimo ex - insegnante di Scienze dell'Ohio, quello comico - brillante: anzi, è proprio Missili in giardino la prima commedia da lui girata, nel 1958, sulla scia del successo di un divertente e distensivo romanzo scritto da Max Shulman, una satira sulle difese da un'eventuale, grave conseguenza della "guerra fredda" (gli anni sono quelli). E' il secondo lungometraggio con i novelli sposi Newman e Joanne Woodward protagonisti, qui proprio nei panni di un marito e di una moglie, Harry e Grace Bannermann, mentre l'antagonista è la brunissima Joan Collins, inglese come Liz Taylor e molto simile a quest'ultima sotto il profilo somatico.
Anche stavolta, come accaduto di recente con un altro film, vi offriamo una visione con testo originale a fronte: vi proponiamo cioè Missili in giardino sia nella versione originale che in quella doppiata in italiano (con le voci di Peppino Rinaldi, Maria Pia di Meo e Dhia Cristiani nei ruoli principali: la copia in nostro possesso venne registrata domenica 7 marzo 1993 da un canale privato, non è nitidissima e a tratti è sporcata dal rullo elettronico con i risultati di calcio di quella giornata... ce ne scusiamo con i puristi...).



  

Ed ora una parentesi dedicata all'arte figurativa, offerta da Tele Capodistria: l'emittente al confine dell'Impero sta dedicando da alcune settimane delle brevi monografie dedicate ai pittori impressionisti sloveni, sicuramente meno noti dei maestri francesi, ma capaci anch'essi di creare delle opere interessanti e ben dosate sotto il profilo dell'effetto pittorico, grazie soprattutto ad un accorto uso della luce frutto di appositi studi, quelli che seguì Matija Jama, artista che abbandonò gli studi di Giurisprudenza per formarsi a Monaco di Baviera, presso l'apposita Accademia, ed ebbe la ventura di sposare una pittrice olandese, con la quale girò l'Europa per un bel po'. Fu comunque negli anni della maturità che egli rimase folgorato dall'Impressionismo francese (in particolare da Claude Monet) e ne seguì gli stilemi, con risultati assai interessanti.
Vogliate ora leggere con noi, attraverso una breve ma particolareggiata ripresa filmata, un quadro di Jama, Kolo (una sorta di girotondo campestre):

La serata termina, come ogni lunedì, con il solito settimanale di informazione cinematografica posto tra il film e le ultime notizie: Prima visione a cura dell'ANICAGIS, come specificano le annunciatrici. Tra le pellicole in voga in quel periodo, spiccano due interessanti lavori d'argomento poliziesco: il primo viene dalla Francia, s'intitola Police Phython 357 ed è interpretato da Yves Montand, Simone Signoret e Stefania Sandrelli. Abbiamo trovato il trailer sovietico, con una sorta di traduzione simultanea dal francese al russo, come si usa nell'Est da sempre:
  
L'altro film che all'inizio dell'autunno 1976 comincia a circolare nelle sale è un altro poliziesco, stavolta italiano (coprodotto comunque con la Francia), che segna il debutto di un personaggio destinato a un certo successo popolare, Er Monnezza, un umilissimo pregiudicato romano che si mette però spesso al servizio della legge, nella persona del commissario Sarti, come nel caso del rapimento di una bambina da parte di una banda di malviventi capeggiati da un francese trattato ne Il trucido e lo sbirro. E' quindi questo il debutto di Tomas Millian nei panni del personaggio semiserio che lo rende popolare in tutta Italia e al cui successo contribuisce il perfetto doppiaggio di Ferruccio Amendola, il bravo attore piemontese trapiantato a Roma. Godiamoci quindi il trailer de Il trucido e lo sbirro:
  
Termina così il nostro excursus sulla televisione di lunedì 27 settembre 1976, giorno in cui, a Roma, venne al mondo un bel bambino, un vero pupo, maccheddico pupo... un PUPONE... :
  
Ci ritroveremo fra qualche giorno, pronti a rivisitare una giornata radiofonica o televisiva delle prime brume autunnali di tanti anni fa.
Un caro saluto a tutti da
CBNeas
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Non dimenticate

LUNARIO DEI GIORNI DI TELEdi Cesare Borrometi  La TV degli anni d'oro come non è stata mai narrata


Lunedì 27 settembre 1976Con il passare degli anni crescono sempre più la nostalgia e l'interesse per la vecchia TV di qualità: appositi canali digitali, siti Internet dedicati, pubblicazioni periodiche, tanto nelle edicole quanto nei negozi specializzati; DVD contenenti, tutte o in parte, storiche trasmissioni di ieri, libri a carattere storico-rievocativo godono di un pubblico scelto, appassionato e spesso anche esigente. Eppure c’era una lacuna da colmare: un almanacco, un lunario che raccogliesse, giorno per giorno, una vasta gamma di programmi di quel periodo d’oro, dal varietà allo sceneggiato, dalla pubblicità all’informazione, dalla TV dei ragazzi al teatro e alla cultura, lo sport e via dicendo. In tutto 366 titoli, uno per ogni giorno dell’anno, scelti in base alla relativa data di trasmissione (o di inizio serie per i programmi a puntate) o ad eventi particolari atti a determinarne il successo, e corredati da schede tecniche, presentazioni e commenti. Questa lacuna viene oggi colmata da Cesare Borrometi, ideatore di una formula che senz’altro cambierà il modo di gestire la storiografia sull’argomento: fermo intendimento dell’autore è di produrre nel tempo ulteriori libri del genere, fornendo all’appassionato, allo studioso e al curioso un panorama il più possibile preciso dei giorni, dei mesi e degli anni che hanno visto sbocciare trasmissioni e personaggi di fama del “piccolo schermo" da riscoprire e rivalutare.


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