Buongiorno e bentornati.
Il Lunedì Desueto è arrivato al suo ventiquattresimo appuntamento, sempre in collaborazione con la bellissima pagina “Una parola desueta al giorno“, che oggi mi ha proposto di confrontarmi con il termine “Nebulone”.
Speriamo bene, e intanto vi lascio alla definizione.
Nebulone†
[ne-bu-ló-ne]
s.m. (pl. -ni)
Cialtrone, fannullone, mascalzone: “dammi ch’io spegna questo ventoso nebulon che grida Monti”
E via, subito dopo aver imparato cosa significa questa parola, procediamo con il racconto.
Nebulone
Tutti gli dicevano che era un buono a nulla, un fannullone, un cialtrone. Qualcuno una volta gli aveva detto che era un nebulone, e quel termine l’aveva fatto sorridere. Quel tale non aveva idea di quanto quella parola fosse divertente, non poteva proprio saperlo.
Nessuno poteva saperlo.
Hamid era un ragazzo come tanti, eppure diverso da tutti. Agli occhi degli altri passava le giornate a non far nulla, sempre sdraiato a guardare il cielo con quell’aria sognante. Dimenticava persino di mangiare e di bere, ma questo nessuno l’aveva mai notato.
Ma Hamid non era un nebulone, come l’aveva definito quel tale. In realtà non sapeva nemmeno cosa significasse, ma non gli importava. Lui aveva una missione, e nessuno avrebbe mai potuta togliergliela.
Lui era il padrone dell’universo, l’essenza del caos regolatore. Non era un buono a nulla, lui doveva avere sempre gli occhi al cielo, perché doveva sempre essere aggiornato sugli avvenimenti dell’universo. E dove gli altri vedevano il cielo, lui andava oltre. Vedeva le stelle, le distingueva una per una nella loro moltitudine, e quando arrivava il momento, un suo gesto della mano faceva esplodere quelle per cui era giunto il momento.
Tutto quel disegno immenso pieno di colori era opera sua. Le galassie, la loro posizione, ogni singola stella ed i pianeti con i loro movimenti, tutto era regolato dalla mente di Hamid, che tutti consideravano un fannullone. Ma non lo era, lui era un artista, e le creazioni di cui andava più fiero erano le nebulose, quegli ammassi di colori dalle forme così dannatamente evocative.
Nebulose… Ecco perché quel termine che gli avevano affibbiato lo faceva sorridere così tanto.
Bene, anche per oggi il Lunedì Desueto è giunto al termine. Spero di avervi fatto passare cinque minuti spensierati, come sempre, e alla prossima!