Lunedì Film – Mar adentro – Alejandro Amenabar

Da Iomemestessa

Quel piccolo mondo che abbiamo costruito intorno a citaunlibro – #ioleggoperché, questa settimana ruota intorno a un tema, quello della morte, decretato già da sabato dal giudice, murasaki.

Le primissime sinapsi, però, non mi hanno spinta verso la letteratura, ma alla musica. E al cinema.

Il primissimo flash, è stato l’immenso De André del Testamento:

questo ricordo non vi consoli
quando si muore si muore si muore soli

Il secondo, uno straordinario film del 2004, Mar Adentro, di Alejandro Amenabar. Ramon (Javier Bardem) ha trascorso gli ultimi trent’anni avendo, come unico perimetro esistenziale, il letto in cui giace affidato alle cure (piene d’amore) della sua famiglia. La finestra della sua camera è anche la sua sola finestra sul mondo, e guarda il mare, quello stesso mare che fu teatro della bravata che produsse la tragedia che pose fine alla sua giovinezza. Da quel momento, unico desiderio di Ramon è una morte dignitosa. Al suo fianco, sebbene con differenti approcci, due donne: Julia (Belen Rueda), l’avvocato che perora la sua causa, e Rosa (Lola Dueñas), una vicina che tenta di convincerlo che viverevale, comunque, la pena. Anche loro, travolte dalla personalità di Ramon, usciranno da questa storia con le loro certezze stravolte. Mentre lui sa, profondamente sa, che solo chi lo ama davvero lo aiuterà a percorrere l’ultimo tratto di strada Storia straordinariamente narrata, “Mar Adentro” è un connubio di verità e sensibilità rare. Bardem, uno degli attori più affascinanti (in senso stretto) della cinematografia mondiale, lascia altrove il suo fascino e la sua fisicità per tratteggiare un personaggio tutto voce e sguardi. Una vicenda in cui per chiunque altro sarebbe impossibile evitare il melodramma, emoziona per l’intelligenza e la sottigliezza con cui vengono caratterizzati i personaggi. Con tocchi di humor nero (‘Fumi?’ ‘Sì, magari mi uccide’), e un linguaggio asciutto (dialoghi, trama, personaggi, nulla concedono né alla pietà né allo stereotipo), non si dettano regole universalmente valide ma si prova a mettere al centro di tutto la dignità della vita e la legittimità delle scelte di ogni essere umano. Amenabar, non dice cosa sia bene o cosa sia male. Lascia la scelta alla coscienza di ciascuno, che è poi ciò che si chiederebbe al legislatore. La voce della Chiesa è rappresentata dal prete tetraplegico che cerca di convincere Ramon della bellezza della vita per il fatto stesso di essere vita. Il religioso sostiene che ‘una libertà che elimina la vita non è una libertà’ e Ramon ribatte che ‘una vita che elimina la libertà non èvita’Tratto da una storia vera, Ramon Sampedro riuscì a morire nel 1998, aiutato dalla sua amica Ramona (che lo ammetterà nel 2005, a crimine prescritto), avvelenandosi con cianuro di potassio. I giudici rigettarono sempre la sua richiesta. Che poi, qua, la si pensi così, è cosa nota.

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