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Lunedì film – Si prega di fumare – Jason Reitman

Da Iomemestessa

Tratto, nel 2007, dall’ottimo e omonimo romanzo di Christopher Buckley, Thank You For Smoking – Si prega di fumare, film, scritto e diretto da Jason Reitman, è lucido ed intelligente come il suo protagonista, l’anti-eroe Nick Naylor (un Aaron Eckhart sornione e quindi perfetto), lobbista dell’industria del tabacco, pronto a trasformare il peggior pantano in una situazione promettente con un paio di bugie ben assestate, e proposte con assertiva razionalità.

Nick Naylor, si diceva, obbista di bell’aspetto, divorziato, padre affettuoso del piccolo Joey. Esilarante, quando si propone di parlare alla classe del piccolo, nel giorno dedicato alle carriere dei genitori. “Per favore, non rovinare la mia infanzia” scongiura la creatura.

Una volta alla settimana pranza con gli MDM (dove MDM è acronimo di mercanti di morte), i cui membri sono l’angelica ed implacabile lobbista dei produttori di alcool Polly Bailey (Maria Bello) ed il lobbista dei fabbricanti di armi da fuoco Bobby Jay Bliss (David Koechner). Seduti davanti ad un drink discutono su quale dei prodotti da loro rappresentati ammazzi più gente.

La carriera di Nick sembra sembra immune da qualsivoglia tipo di flessione,  anzi le campagne anti-fumo, il calo delle vendite, i divieti sempre più diffusi lo rendono ancora più necessario.

Da padre, sente il dovere di educare il figlio secondo i valori che sono parte della sua esistenza: dialettica ed argomentazioni, nella sostanza le uniche due cose in cui realmente creda.

Ha anche un antagonista, Nick Naylor, lo squallido senatore Finistirre (William H. Macy) che ha fatto della campagna contro il fumo la propria, utilitaristica, crociata elettorale. E quando, pur di vincere il dibattito televisivo contro il lobbista, esorta un collaboratore a trovargli “malati di cancro che non hanno speranze quando vanno in tv, non gente che poi guarisce!”, ci si rende conto palpabilmente di quanto la già usualmente sottile linea di demarcazione tra buoni e cattivi si sia orribilmente assottigliata.

Una sensazione di disgusto che cresce ulteriormente quando lo stesso Finistirre si farà paladino dell’ipercolesterolemico cheddar cheese americano, in barba alle malattie cardiovascolari e in ossequio ai valore americani.

Questo personaggio, insieme al vecchio Marlboro Man ormai in fin di vita, che accetta una valigia pieni di dollari per non denunciare gli ex datori di lavoro, cancella ogni possibile classificazione dei protagonisti. Buoni e cattivi hanno le stesse facce, le stesse parole e gli stessi interessi nascosti.

Tutti ricorrono a metodi scorretti. Che lo facciano per ottenere più potere o per rafforzare le proprie posizioni è del tutto secondario. Anche la giornalista Heather Halloway (Katie Holmes)  che scrive l’articolo con cui smaschera chi si cela dietro il sorriso di Nick Naylor, per ottenere le informazioni che le occorrono non esita a transitare nel letto del protagonista.

D’altronde, come dice lo stesso Nick, tutti hanno un mutuo da pagare.

E’ una società assoggettata a una moralità flessibile, che permette di superare i problemi di coscienza.

Il film non condanna né giustifica i fumatori. E nella pellicola non si vede nessuna sigaretta accesa  a parte quella fumata da John Wayne in un vecchio film di guerra.

Il regista costruisce l’intero film su toni da commedia,utilizzando un montaggio veloce e discontinuo, efficacissimo.

Irresistibili, per freddezza e humour nero, i dialoghi tra Nick, Polly Bailey e Bobby Jay Bliss, gli MDM cui si accennava prima.

L’immagine dell’America che ne esce fuori è quella di un paese senza tanti scrupoli. Un paese che con le parole riesce a costruire ogni possibile verità (tranne naturalmente quella che andrebbe detta).

Un film lucido, acuto, sorprendente, a tratti folgorante, che non risparmia nessuno, che sbeffeggia la persuasività delle lobbies al pari delle cause no profit che poi tanto no profit, non sono.

Locandina Thank You For Smoking


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