Cara Virginia, oggi Twitter è andato in borsa e ha raccolto un bel po’ di soldi. Io mi ricordo (lo so, sembro una vecchia nonna) quando si è cominciato a parlarne, e quanta diffidenza su questo strano oggetto che ci voleva costringere a comunicare in 140 caratteri. Io mi sono iscritta (tu lo sai, io prima mi iscrivo e poi capisco a cosa mi serve) quando c’era ancora solo la versione americana, e scrivere in inglese oltre che in 140 caratteri era un po’ troppo.
Addobbi scenografici per l’ingresso in borsa di Twitter
E poi un bel giorno non se ne poteva più fare a meno. Tutti erano su Twitter, tutti raccontavano che cosa ci avevano letto, i giornali riferivano i fenomeni nati lì e poi emersi altrove. Quando siamo state in Valle Camonica per Multimedia Land, #mmland13, abbiamo incontrato i ragazzi di Twitteratura (molto bravi, tra l’altro). E gli hashtag sono pane quotidiano: alcuni geniali come quello di ieri: #paragoniallaSilvio. Un esempio per tutti? Apicella suona la chitarra come Jimi Hendrix…
Come è successo? Che cosa è scattato? Immagino un meccanismo come quelli descritti da Malcolm Gladwell in Il punto critico: le cose montano piano piano e poi un giorno il risultato della diffusione capillare e del passaparola diventano un fenomeno dilagante. Come i piumini Moncler negli anni 80 e gli iPhone ai giorni nostri.
Auguriamo lunga a vita a Twitter e ricordiamoci che sì, quasi tutto è twittabile!