Una volta escluso, con l’aiuto del pediatra, che i disturbi del sonno manifestati dal bambino siano in relazione con qualche particolare problema di origine fisica, come per esempio un’allergia alimentare, non resta che convincersi che la soluzione può venire innanzitutto e soprattutto da una corretta e adeguata “rieducazione al sonno”.
La rieducazione al sonno è la prima soluzione a cui ricorrere quando i disturbi infantili di inizio e mantenimento del sonno non sono legati a cause organiche. Il compito principale naturalmente spetta a noi genitori e sicuramente non è un’impresa facile, perché richiede tanta pazienza e tanta calma, però, se ci si convince che sia questa la via migliore, la strada verso il traguardo di notti tranquille può diventare, abbastanza velocemente, tutta in discesa.
Per prima cosa, può essere d’aiuto la consapevolezza che certi luoghi comuni non hanno alcun fondamento e, anzi, possono ostacolare seriamente la possibilità di rieducare il piccolo al sonno. Vediamoli insieme.
Non è vero che…
- I frequenti risvegli notturni sono manifestazioni normali e non un disturbo.
- Il bambino che si sveglia di notte ha sempre bisogno di essere preso in braccio o nutrito.
- Ignorare qualche volta il pianto del bambino può danneggiare il suo equilibrio psicoemotivo ed è segno di scarso amore materno e paterno.
- I disturbi del sonno fanno parte dello sviluppo normale del bambino e quindi vanno accettati come ineluttabili.
In realtà, i disturbi del sonno del bambino non sono un fenomeno normale e vanno curati, perché diversamente, possono compromettere lo sviluppo psicofisico del piccolo e interferire pesantemente sull’equilibrio familiare, indispensabile premessa per una crescita armoniosa.
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