Con attitudine
striscia la serpe
contro il livido terreno
e io gonfio di veleno
vivo in un incubo
predisposto alla mia benevolenza,
lecco la lingua del serpente
a mandibole serrate,
le mie,
mentre sibila
- Non cambierai mai!
lo so
ma insisterò
combatterò
e crederò di poter morire tutte le volte che vorrò
tutte le volte che lo desidererò forte
in questo bosco illusorio dipinto sui muri
tra foglie intrise rancide di vecchiume,
- C’è puzza di panni stesi sui termosifoni!
tappati il naso dolce serpe
fluida l’aria s’addensa
so che dovrei farmi l’intelletto ricoverare
ma poi chi me lo farebbe più fare l’agognato sesso chiuso in sanatorio?
E io voglio scopare
e qui c’è la gioiosa serpe che m’aspetta
e io così carico d’astio
io morto d’estasi
nell’ammirarla viva
quanto piacere può donare
l’istante quando il pulsare incessante del cuore
termina d’esistere?
Indicibile dovrebbe essere tale piacere e,
le cervella mie sanguinano dal troppo desiderio
quanta delizia nella colpa
e le ferraglie di questa vecchia rete
stridono ad ogni colpo che t’infliggo tenera serpe
appetito che distrugge
fame che sfocia in sangue
punk rock gracchia
da un improbabile grammofono
e tu mia amata ora dove sei?
Ti cerco negli occhi della serpe
qui dentro è buio pesto
l’aria è stantia e gelida
la notte ha calpestato tutta la luce,
la tua luce,
e qui è faticosamente buio.