Era nato a Pasiano di Pordenone il 23 luglio 1922. E’ stato regista al cinema tra l’altro del Giorno della civetta e per la tv de La Piovra. Damiano Damiani è morto nella sua casa di Roma per un’insufficienza respiratoria. Non lavorava più da dieci anni, ma i suoi film rimangono come esempio di impegno e passione civile.
Nel 1960, Damiani dirige Il sicario, un noir che punta il dito sul marcio di certa borghesia italiana senza scrupoli, interessata solo ad arricchirsi. Nel 1962 firma L’isola di Arturo, dall’omonimo romanzo di Elsa Morante, di cui cura anche la sceneggiatura assieme a Ugo Liberatore e Cesare Zavattini, puntando molto per l’introspezione psicologica dei personaggi. Nel 1963 arriva La rimpatriata, con Walter Chiari, vincitore del premio Fipresci, un film che indaga sulla borghesia dell’epoca.
Nel 1968 è la volta de Il giorno della civetta, dal romanzo di Leonardo Sciascia. Film drammatico mostra uno spaccato sociale in cui, nonostante la connivenza tra politica e mafia e l’omertà imperante, un onesto e determinato capitano dei Carabinieri rivendica il predominio di legge e giustizia su corruzione e violenza. Ne sono interpreti principali Franco Nero e Claudia Cardinale, attori molto amati dal regista e da allora spesso presenti nei suoi film.
Del ’70 è La moglie più bella, il film d’esordio al cinema di Ornella Muti. Nel 1971 tocca ancora a due polizieschi in cui la mafia si sposa al film d’azione: Confessione di un commissario di polizia al Procuratore della Repubblica, con Martin Balsam e Franco Nero, e L’istruttoria è chiusa: dimentichi, sempre con Franco Nero. Nel 1972 Nino Manfredi, per Damiani, veste i panni di Gino Girolimoni in Girolimoni, il mostro di Roma, storia del fotografo romano accusato negli anni ’20 d’aver ucciso delle bambine, e poi segretamente scarcerato per mancanza di prove.
Nel 1973 Damiani diventa attore per il regista Florestano Vancini e interpreta Giovanni Amendola nel film Il delitto Matteotti. Torna dietro la macchina da presa realizzando in seguito, tra gli altri, Perché si uccide un magistrato (1974) con Franco Nero, e Il sorriso del grande tentatore dello stesso anno; la commedia spaghetti western Un genio, due compari, un pollo (1975) con Terence Hill; il thriller, con Tony Musante e Claudia Cardinale, Goodbye & Amen (1977) e, subito dopo, Io ho paura, con Gian Maria Volonté protagonista; Un uomo in ginocchio (1978) con Giuliano Gemma, Eleonora Giorgi, Michele Placido; l’horrorAmytiville Possession (1982), diretto negli Sati Uniti, con Burt Young, James Olson, Jack Magner.
Il 1984 è l’anno del grande successo televisivo. Damiano Damiani è il regista della prima stagione di una delle serie italiane più celebri, La piovra, realizzata da un soggetto di Ennio De Concini. Con grande maestria e senso dello spettacolo popolare si descrive la mafia dell’Italia contemporanea, quella collusa con la politica, che svilisce e manipola le istituzioni. Il pubblico si appassiona alla storia del commissario Corrado Cattani, l’eroe antimafia attorno al quale ruota il racconto, interpretato da Michele Placido. La serie proseguirà, con registi diversi, per altre nove stagioni.
Il suo ultimo lungometraggio è del 2002: Assassini dei giorni di festa, che narra di come un gruppo di teatranti italiani, ridotti alla fame, scelga di recitare la parte dei parenti alle veglie funebri di gente a loro sconosciuta, nel tentativo di rubacchiare qualcosa.