Magazine Calcio

Lutto nel mondo del calcio: è morto Giorgio Chinaglia. Video ricordo

Creato il 01 aprile 2012 da Corrintoscana

calcio,lazio,sport,news,morte,ricordoGrave lutto nel mondo del calcio: è morto Giorgio Chinaglia. L'ex bandiera della Lazio, che aveva contribuito anche alla conquista dello scudetto biancoceleste conquistato negli anni settanta, si è spento poche ore fa negli Stati Uniti in seguito ad un'infarto che lo aveva colpito venerdì e dal quale sembrava essersi ripreso nelle ore immediatamente successive al malore. Nelle ultime ore la situazione si è invece ulteriormente complicata ed il fisico dell'ex giocatore biancoceleste non ha retto.

Guarda il video ricordo.......

La storia di Long John

"Giorgione" Chinaglia è nato a Carrara, la città dei marmi, ma all'età di otto anni si trasferì a Cardiff, nel Galles, dove suo padre era emigrato. Dopo i primi calci per una squadra parrocchiale, fu notato da Mel Charles (fratello del leggendario John), il quale lo raccomandò allo Swansea Town, che militava nella vecchia Second Division. Correva l'anno 1962. Chinaglia avrebbe firmato un contratto da professionista per lo Swanson nel 1965. La società retrocesse nella terza serie e "Giorgione" tornò in Italia per giocare con la Massese Calcio, allora in Serie C. Un anno dopo fu venduto per una cifra considerevole al leggendario Internapoli, dove realizzò 25 reti nel corso di due stagioni. Divenne subito preda ambita di svariati club, ma fu la Lazio ad agire più in fretta. I Biancocelesti guidati dall'argentino Juan Carlos Lorenzo erano stati appena promossi in Serie A e avevano bisogno di rinforzi anche in attacco. Chinaglia debuttò nella massima serie italiana nella seconda giornata, a Bologna, e già nella terza diventava l'idolo dei tifosi, mettendo a segno all'Olimpico il goal della vittoria contro i campioni uscenti del Milan.

 

Con la Lazio giocò sette stagioni, disputando 189 incontri e siglando 98 reti. Tuttavia l'approdo capitolino non fu subito rose e fiori. Prima l'impatto con una realtà urbana profondamente diversa da quella a cui si era abituato in provincia, poi l'amarezza della retrocessione in Serie B, infine le prime difficoltà con il tecnico biancoceleste Lorenzo. Eppure, quando la società esonerò il "mister" argentino, Chinaglia rimase contrariato dal provvedimento. Il nuovo allenatore era Tommaso Maestrelli, l'uomo che riuscì a smussare il carattere ribelle di "Long John", correggendone i lati eccessivamente irrequieti. "Ero nero" racconterà Chinaglia più tardi "quando mandarono via Lorenzo. Chi è 'sto Maestrelli? Invece mi bastò un sorriso per capire."

Con Maestrelli (che paradossalmente aveva giocato con la Roma), la Lazio non solo riconquisterà la Serie A, ma vincerà il primo scudetto della sua storia. (Prima aveva vinto soltanto una Coppa Italia, nel 1958.) La brigata dei ragazzi del '74 è capricciosa, stravagante, polemica, eppure compie la più bella delle imprese. Al campo di allenamento le liti sono furibonde: volano sedie e bottiglie, e in ritiro ci sarà persino qualche colpo di pistola. Ma in campo, come per miracolo, il team ritrova l'armonia ed è capace di imporsi di fronte a qualsiasi avversario. Il trascinatore di quella compagine è proprio Giorgio Chinaglia. A San Siro, di fronte all'esterrefatta platea interista, scalcia nel di dietro il compagno di squadra D'Amico, reo di non aver rincorso Sandro Mazzola. All'Olimpico, dopo un gol nel derby, va ad esultare proprio sotto la curva Sud, il settore che ospita il tifo romanista. Al San Paolo, nell'infuocato pre-partita di Napoli-Lazio, provoca la folla partenopea mostrando le corna. Ma quando l'arbitro dà il via alle ostilità non c'è difesa che riesca a controllarlo: così la Lazio di Chinaglia, ma anche di Giuseppe Wilson, Luciano Re Cecconi, Felice Pulici, Renzo Garlaschelli, Vincenzo D'Amico, Luigi Martini, Mario Frustalupi e Giancarlo Oddi, conquista lo scudetto, e Chinaglia è il capocannoniere del torneo.

Per Long John, ormai popolarissimo, si dischiudono anche le porte della Nazionale. E' il 1974: ai Mondiali di Germania, il tecnico azzurro Valcareggi lo sostituisce durante l'incontro con il modesto Haiti. Lui non gradisce ed esprime il suo disappunto mandando a quel paese l'allenatore in mondovisione! E' il caos. Carraro, all'epoca Presidente della Federcalcio, indice d'urgenza una conferenza stampa. "E' un disidattato." E con queste parole lo bolla.... Quel gesto Giorgione lo paga con le impietose razioni di fischi che tutte le tifoserie d'Italia gli riserveranno nel suo girovagare per la penisola. Ma i presunti peccati commessi finirà per espiarli soprattutto a Roma, perchè l'altra sponda del Tevere, quella giallorossa, si dimostra tutt'altro che benevola con lui, andando ad importunare la sua famiglia. Accade poi un altro fatto, una vera tragedia: durante la stagione 1974-75, a Maestrelli fu diagnosticato un tumore. Il tecnico si spense l'anno seguente. Ciò fu un colpo per Long John, che scelse di andare in America. Prese questa decisione anche per potersi ricongiungere a sua moglie Connie, la quale era americana e, avendo nostalgia del sua patria, vi aveva fatto ritorno qualche tempo prima.

Nemmeno l'universo rampante e spietato degli States riesce a ridimensionare Chinaglia! Le grandi vittorie con il New York Cosmos gli garantiscono una popolarità che offusca persino il mitico Pelè, suo compagno di squadra nella "multinazionale" americana insieme a Franz Beckenbauer e Carlos Alberto. In sei anni segnò 266 goal: record mai superato nella storia della North American Soccer League.

Ma poi riattraversa l'Atlantico. E' il 1983. Quando sbarca a Roma, trova ad accoglierlo una folla immensa. E' il giorno che segue il ritorno della Lazio tra gli eletti, dopo tre anni nel purgatorio dei cadetti. L'idolo di un'èra remota e felice è tornato per rinverdire i fasti di un tempo, stavolta nei panni di presidente. L'entusiasmo è alle stelle. Lui, Giorgio Chinaglia, lancia proclami trionfali, promette trionfi e splendori. Ma l'impatto con la realtà è completamente diverso e il risveglio sarà ancora più brusco e doloroso. La squadra retrocede dopo appena due stagioni e Chinaglia è ancora al centro di episodi burrascosi. Difende la sua Lazio con la rabbia di sempre ma non può scendere in campo per fare sfraceli come quand'era ancora un giocatore. Così, dopo un Lazio-Udinese, tenta di aggredire l'arbitro Menicucci armato d'ombrello, incappando in un lunghissimo periodo di squalifica. Così, dopo un derby perduto senza nemmeno lottare, entra nello spogliatoio lanciando feroci accuse ai suoi giocatori, insultandoli e rompendo bottiglie. Esageratamente tifoso, Giorgio Chinaglia agisce spesso in nome della passionalità, trascurando tutti quegli accorgimenti indispensabili per la conduzione di un'azienda calcistica. Il deficit, vertiginoso, lo costringe a mollare: Long John torna di nuovo in America, e stavolta ci torna sconfitto.

Da allora vive tra USA e Italia occupandosi sempre di calcio (è stato coinvolto in vicende societarie di Ferencvaros, Foggia, Lanciano e di nuovo Lazio)

Fonte www.francobrain.com........


Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog