Finalmente, dopo aver cancellato il viaggio due volte, è arrivato il grande momento di visitare il lussuoso, lussureggiante, Granducato di Lussemburgo, dove ho un lavoretto da sbrigare per conto di Mr Juncker.
Partenza da Karlsruhe, martedì 9 dicembre. Piove quando arrivo in stazione alle 7.30.
Il bus delle 7.50 è in ritardo di 15′, poi di 40′ e poi 50′. Ah, l’efficienza tedesca! Però mi avvisano ogni volta con un sms! Quindi anziché aspettare 40′ al freddo, rientro in stazione a ripigliarmi un attimo..
All’arrivo a Francoforte stazione sono le 10.43, i minuti di ritardo sono scesi a 38. Ho meno di un’ora per girare la città prima del prossimo bus. Mi limito a un giretto intorno alla stazione, dodgy come e più delle stazioni delle grandi città. E’ uscito un timido sole.
Ovunque in Germania ho incontrato tanti italiani, in gran parte meridionali, con modi e parlata che rivelano un’estrazione sociale “bassa”. E lo dico con il massimo rispetto e ammirazione per questi emigrati contemporanei, che rispetto ai tanti bamboccioni viziati che se ne stanno a casa erodendo quel che rimane delle rendite famigliari, provano a fare fortuna nel freddo e inospitale Nord Europa.
Poco prima di arrivare all’aeroporto di Hahn, il cielo è coperto di nuvolone basse e si vede un po’ di neve per terra. L’aeroporto di Hahn, low cost, è davvero squallido. Da Hahn a Trier la strada è collinare e con alberi ricoperti di neve. Un belvedere dopo due mesi di grigiore a Karlsruhe.
Arrivato alla stazione di Trier, il paese di Lars Von, si accende il collegamento neuronale con il paese nel Queensland dove scesi dal treno per prendere il bus per il centro meditazione Vipassana di Pomona.
Non ricordo il nome del paese, ma non importa. La domanda è: che collegamento ha fatto il mio cervello, visto che a parte l’anniversario, sono due posti con climi ben diversi e visti in stagioni opposte?
Sicuramente hanno in comune di essere paesi di nazioni ben organizzate, efficienti, circondati dalla natura, ma ultimamente anonime e noiose.
Finalmente in Lussemburgo!
Sorpresa. Le scritte sono in francese, non so perché mi ero messo in testa che il Luxemburgois fosse un dialetto tedesco. Dalla frontiera ci sono almeno 20′ di strada di nulla prima di arrivare alla città.
Il primo impatto è scoraggiante con tutti i cantieri in periferia, (ma anche di fronte alla stazione dei treni dove è stata fatta questa foto), ma appena si entra in centro si vedono belle vie eleganti, lussuose, lussureggianti. Peccato sia freddo e stia facendo buio, perché avrei girato volentieri con più calma, prima di arrivare all’ostello.
Mi riposo un po’ all’ostello e alle 7.30 esco per cena. L’idea è di mangiare un piatto locale alla pluri raccomandata Mousel cantine, ma quando da fuori vedo solo due tavolate grandi sedute, decido di farmi un giretto per trovare un’alternativa meno triste.
La grande birreria con la scritta Oktoberfest, con un fitto via vai di gente mi ispira. Provo così la Clausel, la birra nazionale, alquanto annacquata, a cui accompagno un bel piattone di patatine fritte. Torno in ostello alle 20.45 e alle 23 crollo nel letto.
La mattina mi sveglio ancora stanco e, tanto per cambiare, piove, come del resto era nelle previsioni. Tra pioggia e stanchezza non riesco a staccarmi dal cazzeggiare pigramente con internet, sdraiato sul comodo divano dell’ostello, con vista della città alta. Quando mi decido finalmente ad uscire sono le 11.30 e sta ancora piovigginando.
Mentre passeggio svogliato, sperando di trovare un cafè o brasserie che offra una specialità locale nel menu del giorno, arrivo fino a Place de Paris, raccomandata da Wikitravel come il posto dove pranzare. Purtroppo non trovo niente e così ripiego sul menu OK di Quick, una catena di fast food che in Italia credo abbia chiuso da vent’anni.
Il vero costo della vita in Lussemburgo, Eldorado malato nel cuore dell’Europa
Sono appena le 13 quando finisco il mio fast lunch e visto che sono dietro la stazione provo ad acchiappare al volo il bus per Saarbrucken, senza aspettare le 15.15 per quello successivo.
Mi va bene, curiosamente incontro lo stesso tedesco a cui ero seduto al fianco nel bus da Francoforte (quello che borbotta nel video sopra di Lars Von Trier), e così alle 14.30 arrivo a Saarbrucken.
Ho negoziato un passaggio con Blablacar per le 18.00, e visto che piove anche qui è in più si sente più freddo che nel vicino Granducato, provo a vedere i treni. 24€ minimo e più lenti della Bmw di Klas di Blablacar che me ne chiede solo 10€… mi farò un altro giro al freddo.. e poi non posso non vedere il mercatino natalizio!
L’appuntamento con Klas è 2,4 km dalla stazione, quindi attraverso il centro, compreso il solito Weinacht markt, le bancarelle all’aperto che rappresentano il culmine dell’eccitazione natalizia in Germania. Finito il sopralluogo rifaccio la strada quasi interamente per bermi il primo bicchiere di gluh wein, il vino caldo che in Italia conosciamo come vin brulé.
Saarbrucken, la foto gallery carinissima
Esco dal bar carinissimo un po’ ubriaco che sono solamente le 4.30. Giretto per il centro commerciale e poi osservo lo spettacolino del mercato di Natale delle 5, una cosa carinissima con la slitta e Babbo Natale che vien dal cielo.
Alle 5.30 sono di nuovo al luogo dell’appuntamento. Klas arriva con 5′ di ritardo (ah, la puntualità tedesca!). La sua Bmw è bella grande, ma siamo in 5 e mi tocca sedermi in mezzo dietro: scomodino!
Mi addormento quasi subito per la stanchezza, pensando ironicamente che odio viaggiare (inteso come spostarmi fisicamente dal posto A al posto B, soprattutto in macchina o bus)!
Sono di rientro a Karslruhe poco prima delle 8.