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M’incammino verso l’inizio della pista ciclabile e vedo a qualche metro di fronte a me, dall’altra parte della pista, aprirsi la portiera di una delle due auto parcheggiate: ne esce un ragazzo molto alto e molto biondo. Più mi avvicino, più lui si avvicina guardandomi e più comincio a pregare, disperatamente, che non sia lui… Ti prego Dio, se esisti, fa’ che non sia lui, fa’ che non sia lui…
Ma so già che è lui, infatti quando me lo trovo di fronte, a venti centimetri, lui alza un braccio, mi porge una mano e dice: «Olivia?»
E io distolgo gli occhi dal suo viso e fisso la sua mano, grandissima, e comincio a maledirmi, a maledire Nic, a maledire tutta la mia vita e a maledire il mondo, perché di fronte ho il ragazzo più bello che io abbia mai visto, in assoluto. Qualcuno dirà, sei pazza? Se è bello dovresti essere contenta, visto che potrebbe diventare il tuo personal trainer - cosa che di sicuro non diventerà perché mi rifiuto - invece non sono contenta, proprio no, perché se diventasse il mio personal trainer, cosa che – ripeto - grazie al cielo non succederà, mi vedrebbe in condizioni pietose, intendo più pietose della norma, e già la norma è abbastanza imbarazzante. Poi io faccio schifo in qualsiasi sport, tranne uno. Ma quell’uno è proprio l’ultimo che accetterei di fare di fronte a questo tizio. Diciamo che, in linea generale, da un punto di vista sportivo a malapena cammino. Anzi spesso cado anche solo camminando.
"— da Training in love, di Manuela Pigna