Magazine Cinema

M. Night Shyamalan

Creato il 27 agosto 2013 da Alejo90
Praying with Anger (1992)
Ad occhi aperti (Wide Awake) (1998)
Il sesto senso (The Sixth Sense) (1999) - 3,5/5
Unbreakable - Il predestinato (Unbreakable) (2000)
Signs (2002)
The Village (2004)
Lady in the Water (2006)
E venne il giorno (The Happening) (2008)
L'ultimo dominatore dell'aria (2010)
After Earth (2013)
Shyamalan (1970), americano nato in India da gentori indiani, Ha iniziato a fare filmini con il Super8 fin da bambino. Diventa noto al grande pubblico con il suo terzo lungometraggio, The Sixth Sense, che gli assicura fama mondiale. Dopo The Village ha iniziato una fase calante in quanto a succesos di pubblico e critica.
-Il sesto senso
USA 1999 - drammatico/fantastico/thriller/horror - 97min.
Uno psicologo infantile sta festeggiando con  la moglie il conferimento di un premio dalla sua città, Philadelphia, per il suo operato, quando un suo ex paziente ora crescuto entra in casa sua e, rinfacciandogli di non essere riuscito a curarlo, gli spara e si spara.
Tempo dopo, con il matrimonio andato a rotoli, gli capita un nuovo caso, molto simile a quello: un bambino tormentato da un'oscura minaccia. La terapia avrà conseguenze imprevedibili.
Di questo film rimarranno due cose: L'intensa interpretazione di Bruce Willis, forse la sua migliore, ed il colpo di scena fnale, diventato poi marchio di fabbrica della produzione del regista. Imbastire una storia di fantasmi che non sia solo un horror, anzi che lo sia molto poco, è difficile a meno di non farne un film comico tipo Casper. Shyamalan invece ne fa la base per un film sull'elaborazione del lutto, sull'interrogazione dell'uomo sull'aldilà e sulla nostralgia per i cari estinti, nonchè un singolare film sul rapporto medico-paziente, daalla sceneggiatura tanto ben scritta quanto imprevedibile, pur mantenendo l'impianto classico di un thriller, o di un film drammatico con pathos in crescendo. Al risultato contribuisce in modo non indifferente la fotografia del nippo-american Tak Fujimoto, che ci consegna una Philadelphia plumbea, quasi impalpabile, sulla linea di confine tra reale ed onirico. Qualche riserva solo nel momento in cui Shyamalan deve mostrarci le presenze che affollano la vita del bambino: incerto sul registro da prendere, a metà tra l'horror puro e la messinscena realistica, opta per un registro di mezzo che scontenta un po' tutti.
Voto: 3,5/5

Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :

Magazines