M'oda - sentire la forma

Creato il 08 giugno 2012 da Torinostyle @Torinostyle

Moda e arte hanno labili confini, e quando si fondono, come succede a "M'oda - sentire la forma, troviamo installazioni di moda appese accanto a pezzi di arte contemporanea, le une ispirate alle altre, unite dall'essere espressioni di creatività e voglia di comunicare. Ecco qualche esempio:

Daniela Sellone espone una delle sue famose marsine Seldì, questa è in velluto, la fodera è interamente dipinta a mano con testi scelti ad hoc.

Cinzia DeBiase, la donna che si nasconde dietro a Giunone Couture, è venuta allo scoperto con un bellissimo abito verde; stile, tessuto, ricami e elementi vegetali creano un'atmosfera fiabesca.

Forme e materiali di un immaginario futuro per "Cocoon" di Giuseppina di Paola, un'interpretazione in chiave modernista dello stile di Agata Della Torre.

Vorreste sfoggiare questi booties? Potete farlo, non ai vostri piedi, però, ma come pezzo forte del vostro salotto. Questi stivaletti di Manuela Gomez sono una scultura di terracotta rivestita di tessere di mosaico, nelle esatte proporzioni di un realistico 37.  Il tema della scarpa è la firma di Manuela, un'artista a tutto tondo, tanto che dalla scultura è passata anche alla realizzazione di scarpe "vere".

Un'altra opera di Manuela Gomez, significativamente intitolata "Mamma, perchè non nasciamo con i tacchi?"

Marina Nekhaeva ha preparato due installazioni, pezzo forte di entrambe la cappa in tessuto recuperato dalle tende militari che vedete qui sopra. Via dal manichino, la cappa può essere tranquillamente indossata, con un'ottima vestibilità (anche se dalla foto non si direbbe).

Linee essenziali per gli abiti di Massiel Mesa Fornaris intitolati "Semplicità", realizzati unendo t-shirt in colori contrastanti, in un gioco tra forme e colori.

Spicca bianchissima sul nero la camicia di Melina Benedetto per formalibera, in cui il taglio rigoroso si unisce all'applicazione di delicati e leggeri fiori di pizzo.

Lo stesso tema della camicia è ripreso in "Non cucirò mai un abito da sposa", installazione in carta e tessuto di Melina Benedetto.

Octavio Floreal propone un'insieme di elementi della quotidianità, semplici e immediati, per la sua "Indagine", una riflessione che dai sentimenti personali porta ai valori universali.

Nylon tessuto e modellato dalle sapienti mani della fiber artist Silvia Beccaria per "Il femminile, il visibile, l'invisibile", una variazione dal più consueto tema della gorgiera.

Ogni opera d'arte merita una degna cornice... ed ecco una delle cornici in pasta di zucchero di Cristina Fedrigo di Tortandò che i visitatori di M'oda potranno assaggiare per chiudere la visita in dolcezza con una performance di eating-art.
M'oda è alla galleria Allegretti Contemporanea Via San Francesco d'Assisi 14, Torino fino al 13 giugno, tutti i giorni dalle 15 alle 19

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