Scritto da: Ivan Lagrosa 4 marzo 2014 in Attualità, News, Politica Inserisci un commento
“Questo fondo (per le piccole e medie imprese alimentato dai contributi dei parlamentari del M5S) non aiuta le imprese in difficoltà, ma aiuta le imprese che non sono in difficoltà, perché c’è una commissione che decide e valuta il grado di affidabilità delle imprese. In questa commissione ci sono le imprese in cui è coinvolto Casaleggio, peraltro si apre la possibilità di un conflitto di interesse”. E’ quanto ha dichiarato ad Agorà Rai Fabrizio Bocchino. Queste affermazioni sono false. L’ex portavoce Bocchino ne risponderà in tribunale.
Questo è il post a firma Gianroberto Casaleggio apparso sul blog di Bebbe Grillo.
L’ex portavoce menzionato nel post è Fabrizio Bocchino, uno dei quattro Senatori che sono stati espulsi dal Movimento 5 Stelle per aver contestato il modo con cui Beppe Grillo ha gestito l’incontro con Matteo Renzi.
A quanto pare il caso non è ancora chiuso. I Senatori espulsi e quelli che se ne sono andati di spontanea volontà hanno infatti tutto l’interesse a denunciare all’opinione pubblica le lacune – e sono tante – del Movimento. Già un anno fa, Giovanni Favia, consigliere regionale in Emilia, denunciava problemi di democrazia interna e, giusto per dimostrare che non era vero, Beppe Grillo decise di allontanarlo dal suo Movimento politico che assume sempre più le sembianze di una setta all’interno della quale gli adepti si dichiarano “felici come iene” quando chi non la pensa come loro viene allontanato.
Se l’espulsione dei quattro senatori (ex) grillini ha fatto molto scalpore, ci sono tantissimi altri casi di espulsioni a livello locale che non fanno rumore ma che sono comunque emblematiche dell’aria che tira all’interno del M5S.
Solo in Emilia Romagna i consiglieri regionali e comunali espulsi dal Movimento sono almeno dieci: solo per citarne alcuni, Federica Salsi, consigliere comunale di Bologna, fu espulsa per aver partecipato a una puntata di Ballarò, Vittorio Ballestrazzi, consigliere comunale di Modena, fu espulso per aver denunciato i primi problemi dal punto di vista della democrazia interna. Sandra Poppi fu invece allontanata perché accusata di essere troppo assente in consiglio Comunale. Altri grillini, sempre in Emilia, si sono invece dimessi spontaneamente dall’incarico perché, come per il caso di Pasquale Rinaldi, preoccupati dal fatto che “gli attivisti non possono esercitare alcun controllo”.
In Lombardia si è invece appena dimesso dal Consiglio Comunale, a causa dell’espulsione dei quattro senatori, Daniele Berti, famoso perché già diversi mesi fa aveva espresso disagio per la mancanza di democrazia interna: “è un manicomio, se i partiti sono la padella, il Movimento è la brace”.
Andando in Piemonte, Fabrizio Biolè fu espulso perché aveva fatto già due mandati da consigliere e il Movimento vieta di farne di più. Il problema però sta nel fatto che, a quanto sostiene Biolè, Grillo era già a conoscenza di ciò e gli diede comunque il permesso di candidarsi, salvo poi ricredersi.
In Veneto invece Alessandro Gnocchi si è autosospeso per contrasti interni al gruppo. Il fatto divertente (o drammatico) sta nel fatto che Gnocchi era l’unico consigliere del M5S eletto a Treviso.
L’ironia su Twitter, come sempre, non manca e già si parla di cambiare il nome del Movimento in Movimento quattro gatti. A proposito di gatti, per finire, vorrei citare una poesia di Trilussa nella quale si parla di un Circolo chiamato del Libbero Pensiero presieduto, appunto, da un Gatto bianco. Succede che un giorno un Gatto nero osa fare una critica al Gatto bianco e viene allontanato dal Circolo perché lì è sì consentito pensare liberamente, uno vale uno insomma, ma a condizione “che t’associ a l’idee der presidente”. Il Gatto nero allora si pente e afferma: “è vero, ho torto, ho aggito malamente. E pè restà ner Libbero Pensiero da quela vorta nun pensò più gnente”.
Fonte | LaRepubblica
Beppe Grillo Casaleggio espulsioni Movimento 5 Stelle Politica Trilussa 2014-03-04