Il centro di accoglienza dove è avvenuto l’omicidio del 43enne tunisino pochi giorni fa, è una struttura che offre agli ospiti 15 posti letto ed un pasto caldo. Non è un semplice ostello che dà asilo ai senza tetto, ma nasce per dare ospitalità ad uomini e donne che, come lo stesso assessore Cernicchi afferma, hanno “problemi di marginalità e povertà estrema conseguenti a patologie psico-sociali e sanitarie”. Un servizio organizzato dal Comune di Perugia rivolto ai portatori di un disagio sociale al limite della compatibilità con la vita stessa.
Dagli atti che abbiamo ritrovato sul sito del Comune risulta che il 78% degli ospiti della struttura sonotossicodipendenti, il 14% alcolisti e l’8% provengono dal Centro di Igiene Mentale, quindi con disagi psico-sociali complessi che necessitano di un servizio socio-riabilitativo e di sorveglianza adeguato.
L’immobile utilizzato è costituito da due piani. Al primo c’è lo stanzone dormitorio. Al piano terra c’è una zona pranzo con un tavolo dove possono mangiare, seduti, non più di 8 ospiti. Un solo bagno e, a quanto ci risulta, nessun armadietto disponibile per custodire gli effetti personali degli ospiti.
Nelle informazioni sul servizio offerto leggiamo che: “ Oltre a posto letto, pasto caldo e colazione si lavora anche su aspetti riguardanti la sfera della cura delle persone utenti del servizio, sulla loro possibilità di recupero e/o di miglioramento della qualità della loro vita.“. Gli spazi per socializzare e per svolgere quell’attività di sostegno morale, che è dichiarata come un importante obiettivo, sono praticamente insistenti. Come si sia potuto pensare poi di “stivare” fino a 15 ospiti per notte, in un unico stanzone di non più di 50 mq è già di per sè una stranezza, se confrontato con gli standard medi dei servizi residenziali territoriali.
Questi sono i fatti, giudichino i cittadini.
C’è ancora da sapere che l’assessore Cernicchi, in un’intervista rilasciata dopo l’omicidio, ha dichiarato che il servizio vanta: “tre anni di funzionamento, sotto la gestione di una cooperativa (in seguito a regolare gara)”. Forse non ha nessuna attinenza con l’accaduto ma i cittadini devono sapere che è falso. La verità è che, almeno fino ad aprile 2012, la gestione è stata affidata senza nessuna gara. Forse una gara c’è stata solo successivamente ma sul sito del Comune non ve ne è traccia, così come non vi è traccia di delibere che chiariscano le modalità amministrative di gestione della struttura.
Viva la trasparenza.
Al momento sappiamo che la gestione era affidata ad una cooperativa sociale che impiegava presso i locali di via Romana due operatori, rispettivamente inquadrati nei livelli C1 e D1. A tali livelli retributivi corrispondono qualifiche che riteniamo insufficienti a gestire e prevenire possibili situazioni conflittuali interpersonali, potenzialmente esplosive, come poi i fatti hanno dimostrato.
Ed infine. In cambio di tali prestazioni e, repetita iuvant, senza nessuna gara, il Comune ha versato alla cooperativa corrispettivi/ora quasi doppi rispetto alla retribuzione prevista dal CCNL delle cooperative sociali.
Meetup 53
MoVimento 5 Stelle Perugia